Il PS è soddisfatto della decisione presa oggi dal Consiglio federale di non firmare, per ora, l'Accordo quadro concluso con l'Unione europea (Ue). È quanto afferma il consigliere nazionale socialista Corrado Pardini (BE).
È giusto che il governo pretenda chiarimenti, ha detto Pardini all'agenzia Keystone-ATS. Questo permetterà di sostenere le misure d'accompagnamento e di proteggere i salari, così come di delucidare gli aspetti riguardanti l'aiuto sociale, tutte priorità del PS.
Meno raggiante la reazione a caldo della consigliera nazionale liberale-radicale Doris Fiala (ZH), che si sarebbe aspettata una risposta chiara – sì o no – da parte dell'esecutivo.
Un «sì», a suo dire, avrebbe permesso in seguito di fare precisazioni, e nel frattempo di portare avanti il testo alle Camere. La preoccupazione maggiore riguarda in particolare l'equivalenza della Borsa, che scade a fine mese. Secondo Fiala, non è chiaro se il Consiglio federale riuscirà a trovare un'intesa con Bruxelles in così breve tempo. Il PLR, in un comunicato, si è comunque espresso in modo positivo e ha lodato il fatto che il governo abbia preso in mano le redini della questione.
L'UDC festeggia in particolare perché l'accordo non è stato siglato, interpretando la cosa come un successo della pressione costante esercitata dal partito. I democentristi però non si accontentano di un semplice rinvio per chiarimenti, ma chiedono che il testo venga definitamente archiviato, poiché mette in pericolo l'indipendenza, la democrazia diretta e il benessere della Svizzera.
L'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) ha invece comunicato la propria soddisfazione. Parafare l'accordo quadro non è una questione urgente. Con la decisione di oggi, il governo si è schierato in favore degli interessi di tutto il Paese e non solamente degli ambiti economici.
Anche Travail.Suisse accoglie positivamente la richiesta di maggiori chiarimenti decisa dall'esecutivo, in modo che l'accordo non porti a un indebolimento della protezione del lavoro.
«Con la definizione di tempistiche serrate e un chiaro voto a favore dell'accordo quadro, la politica europea del Consiglio federale riprende quota», ha dal canto suo affermato l'Unione svizzera degli imprenditori. Tuttavia, si legge in un comunicato, ci sono ancora diversi punti critici da risolvere.
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