Cantone-Comuni Ticino 2020, i lavori proseguono

SwissTXT / pab

16.9.2020

Felice Dafond, presidnete dell'Associazione Comuni Ticinesi.
Felice Dafond, presidnete dell'Associazione Comuni Ticinesi.
Ti-Press

La Piattaforma di dialogo Cantone-Comuni ha tenuto mercoledì la terza seduta ordinaria del 2020, ovvero la 55esima dalla sua costituzione, alla presenza del Consiglio di Stato, accompagnato dal capo della Sezione enti locali e dei rappresentanti dei Comuni ticinesi.

Tra i temi sul tavolo: la riforma istituzionale «Ticino 2020», che ridisegnerà flussi finanziari e compiti tra i due livelli istituzionali, e che entra nella fase due.

«Per quanto riguarda i comuni, l'incontro è stato accolto positivamente - è il commento rilasciato alla RSI di Felice Dafond, presidente dell'Associazione comuni ticinesi - C'è una voglia di innovare, di trovare nuove collaborazioni e modi di lavorare».

Al centro delle discussioni un compromesso

Al centro delle discussioni: un compromesso che dà più compiti a Comuni in ambiti come scuola e gestione degli anziani, ma anche più spese di AI e AVS. Tra le altre cose il Cantone si occuperebbe invece della protezione dei minori e si accollerebbe le spese dell'assistenza. Spese che due anni fa avevano portato gli enti locali a battere i pugni sul tavolo con un'iniziativa.

«È un compromesso che per noi potrebbe andare - afferma Bruno Arrigoni, sindaco di Chiasso - nel senso che per noi la socialità pesa tantissimo: abbiamo circa 1'600'000 franchi all'anno a nostro carico. Quindi una ripartizione differente per il nostro comune sarebbe sicuramente una soluzione che speriamo che venga attuata».

Oltre ai flussi finanziari, ci sono anche compiti. Centrali le scuole, che si vogliono più comunali. «Credo che abbiamo trovato come al solito un compromesso che soddisfa tutti - èinvece il commento di Michele foletti, municipale di Lugano - Lasciare maggiore autonomie ai comuni, che si possono organizzare in accordo coi cantoni, senza creare delle regole valide per tutti, da Bedretto a Chiasso. Dare fiducia ai comuni e al loro ruolo».

«Un fallimento di Ticino 2020 sarebbe un problema»

«Un fallimento di Ticino 2020 sarebbe un problema - aggiunge Norman Gobbi - perché non risolverebbe certe ruggini e malfunzionamenti interni al cantone e nei rapporti con i comuni. Dobbiamo lavorare mettendoci in gioco tutti sapendo che dobbiamo comunque mollare determinate cose, da una parte e dall'altra. La volontà politica c'è. Ora deve seguire anche quella dal punto di vista tecnico, dove spesso magari le resistenze sono un po' più forti».

Nelle prossime settimane i rappresentanti del Cantone e dei Comuni ticinesi parteciperanno a una serie di seminari per analizzare la fattibilità operativa delle proposte e i nuovi flussi finanziari definiti nella soluzione politicamente sostenibile.

Entro il mese di aprile 2021 il Consiglio di Stato riceverà il progetto definitivo, che sarà poi sottoposto al voto del Gran Consiglio nell’autunno successivo.

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