Industria Ticino Manufacturing, restare in loco «è la priorità»

Swisstxt

13.9.2021 - 12:02

Costantino Delogu, presidente di Ticino Manufacturing: «Senza il CCL sarebbe stato inevitabile procedere a licenziamenti di massa».

Immagine simbolica
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13.9.2021 - 12:02

Alcune aziende del Mendrisiotto (Plastifil a Mendrisio, Ligo Electric a Ligornetto e Cebi Micromotors a Stabio) e l’associazione TiSin stanno lavorando a un contratto collettivo di lavoro per evitare, secondo i due sindacati storici UNIA e OCST, di dover applicare il salario minimo che entra in vigore a gennaio.

«Accuse in gran parte prive di fondamenta» secondo Costantino Delogu, presidente di Ticino Manufacturing, espressosi oggi, lunedì, in una nota stampa. Per lui le accuse «ignorano realtà che meritano di non essere dimenticate, poiché contribuiscono da decenni al benessere del nostro cantone».

«Grazie al CCL firmato - continua Delogu - si conferma che nessun lavoratore si trova in una situazione peggiorativa. Al contrario, il contratto prevede diversi benefit, un concetto meritocratico che tiene conto della formazione e dell’anzianità e un’indennità di residenza per i lavoratori residenti».

E visti «i tempi dell’introduzione della legge sul salario minimo e la concomitanza con la pandemia, sarebbe stato inevitabile procedere a licenziamenti di massa che avrebbero coinvolto non solo la minoranza dei collaboratori senza qualifiche, ma anche quei profili qualificati o altamente qualificati direttamente legati all’attività delle imprese». 

È la prima volta che Delogu si esprime pubblicamente. Giovedì, quando è trapelata la notizia, nessun giornalista è riuscito a contattare qualcuno di Ticino Manufacturing, poiché entità sconosciuta e non rintracciabile.

TiSin ha da parte sua previsto una conferenza stampa per martedì mattina alle 11.00 a Lugano durante la quale presenterà i dettagli del CCL.

Giova ricordare che l'entità TiSin non è un sindacato ma si definisce un'organizzazione per il lavoro e ha sede in via Monte Boglia 3, la stessa della Lega dei Ticinesi. La granconsigliera leghista Sabrina Aldi ne è la vice presidente, mentre il capogruppo della Lega Boris Bignasca è membro del comitato direttivo. Il presidente è l'ex sindacalista OCST Nando Ceruso.

Nelle tre aziende summenzionate, secondo la RSI, i salari sono inferiori ai 19 franchi della prima fase del salario minimo fissato dal Parlamento, quindi i dipendenti nel 2022 si sarebbero ritrovati con un cospicuo aumento in busta paga. Ora però hanno sottoscritto un contratto collettivo di lavoro, in cui la tabella degli stipendi comincia da 16 franchi all'ora, quindi 3 franchi in meno.

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