In Ticino Più di 100 truffe per le indennità di lavoro ridotto durante il Covid

pab

20.8.2022

I casi vanno da alcune migliaia a decine di milioni.
I casi vanno da alcune migliaia a decine di milioni.
KEYSTONE / Archivio

Alla Procura ticinese giungono segnalazioni ogni settimana di truffa legate agli aiuti economici per la crisi del Covid e vengono trattate come priorità.

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La Procura ticinese, rende noto la RSI, è molto occupata da un tipo di truffa legato al Covid che riguarda le aziende che hanno beneficiato del lavoro ridotto, nonostante continuassero a lavorare a pieno regime o a uno superiore rispetto a quanto annunciato.

Queste truffe sono oltre un centinaio. E segnalazioni di nuovi casi arrivano ogni settimana e vengono trattate dalle autorità giudiziarie come priorità.

Prestiti e indennità hanno aiutato molte aziende, ma la facilità con cui si potevano ottenere ha spinto alcuni imprenditori ad agire illegalmente. A due anni e mezzo dall'inizio della pandemia il ministero pubblico resta molto sollecitato, soprattutto per quanto riguarda il lavoro ridotto, come conferma il sostituto procuratore generale Andrea Balerna alla RSI.

Il ricorso a questo aiuto è infatti durato più a lungo rispetto ai prestiti Covid, tanto che alcune aziende ne beneficiano ancora. Le segnalazioni di abuso provengono soprattutto dalle casse di disoccupazione o dai lavoratori.

Dai dati della Segreteria di Stato dell'economia (SECO), il Ticino è il Cantone più attivo contro questo tipi di truffa. Secondo Balerna, perché viene data la priorità a chi ha abusato di un aiuto pubblico: si interviene sui casi da poche decine di migliaia di franchi come su quelli da decine di milioni, «tutti soldi dei contribuenti».

Recuperare il denaro è più facile per le indennità di lavoro ridotto, più difficile invece nei casi di prestito: spesso i soldi sono stati spesi, ne viene restituito solo il 20% circa.