Ticino Pareggio dei conti, «sì» al «decreto Morisoli». Vitta: «Non ho le mani legate»

Swisstxt

15.5.2022 - 17:00

Il popolo ticinese espressosi vuole il pareggio dei conti entro la fine del 2025. Il consigliere di Stato Vitta reagisce: «Non ho le mani legate». Pamini (UDC): «Un voto di indirizzo». Ghisletta (PS): «Siamo preoccupati».

Immagine d'illustrazione
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Ti-Press

15.5.2022 - 17:00

Nel Canton Ticino è stato approvato con il 56,9 % dei voti il decreto legislativo concernente il pareggio dei conti entro la fine del 2025, il cosiddetto «decreto Morisoli».

La partecipazione al voto è stata del 38,3%.

La misura, giova ricordarlo, vuole il pareggio dei conti pubblici entro fine 2025 da attuare con misure di contenimento della spesa, senza andare a pesare sui cittadini e nemmeno sui Comuni. 

L'iniziativa è stata accolta a novembre 2021 dal Gran Consiglio ticinese. Si è arrivati al voto popolare a seguito di un referendum promosso dal sindacato VPOD e sostenuto dalla sinistra.

Vitta: «Non ho le mani legate»

Secondo il Consigliere di Stato Christian Vitta, direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia, «la votazione ha dato dei paletti nell'ambito di un percorso già iniziato per riequilibrare i conti del Cantone».

«Stiamo cercando di contenere la crescita della spesa per non superare nel preventivo 2023 gli 80 milioni di franchi di disavanzo», spiega il liberale radicale ai microfoni della RSI.

In futuro «lavoreremo preventivo dopo preventivo. Non mi sento un ministro delle finanze con le mani legate». Il popolo potrebbe dover votare su misure sottoposte a referendum. Ora bisognerà «dialogare e cercare una via il più possibile condivisa».

Destra soddisfatta

Paolo Pamini (UDC), con il collega Sergio Morisoli fra i promotori del decreto approvato in votazione popolare, commenta l'esito delle urne: «È stata una sorpresa perché temevamo una bassa partecipazione e una forte mobilitazione degli avversari»

«Una buona metà delle misure saranno di competenza del Governo» precisa il democentrista alla RSI, «che già si sta adoperando a un risanamento del genere. I cittadini hanno legittimato il lavoro che sta facendo il Governo e il Parlamento ha ricevuto un chiaro indirizzo di voto di direzione».

Sinistra preoccupata

Raoul Ghisletta (PS), tra i promotori del referendum, s'è invece così espresso: «La preoccupazione alla base del referendum è molto più grande in questo momento e riguarda il settore sociosanitario, la scuola e altri servizi pubblici fondamentali».

Dopo questo voto «il comitato dovrà vigilare sulla concretizzazione del decreto Morisoli per il risanamento dei conti».

Rispetto a chi ha detto che questo in fondo è un decreto che non faceva male alla popolazione, «non crediamo assolutamente a queste promesse e quindi ci spetterà concretamente fare delle battaglie puntuali affinché non ci siano dei tagli sociali e misure ingiuste che vadano a colpire la popolazione» ha terminato il socialista.

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