Ticino Manuele Bertoli: «Il mio augurio per il 2022? Resistere»

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31.12.2021

Nella foto il Consigliere di Stato Manuele Bertoli.
Nella foto il Consigliere di Stato Manuele Bertoli.
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Le considerazioni del presidente del Consiglio di Stato ticinese, Manuele Bertoli, che nella tradizionale intervista di fine anno ha ripercorso questi 365 giorni e condiviso i suoi auspici per il futuro.

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«Sogniamo tutti di metterci alle spalle questa situazione stancante e difficile per tutti. In ogni caso c'è stata una certa ripresa, abbiamo potuto vivere questo anno con meno preoccupazione rispetto al 2020. Penso che nell'estate del 2022 potremmo essere fuori da questo tunnel che è stato troppo lungo e che merita di essere superato».

«Se pensiamo ai 700 morti della prima ondata, e qualche decina di morti di questa ondata con dei contagi numericamente più elevati mi pare che il dato sia lì chiaro a dire che senza i vaccini le cose sarebbero potute andare molto diversamente», osserva alla RSI Bertoli.

Riguardo alle diverse proteste di piazza organizzate contro le misure restrittive afferma alla RSI che «manifestare è un diritto, per cui credo che questi segnali vadano capiti. Io sono un sostenitore convinto della vaccinazione, rispetto chi ha posizioni diverse, ma queste non aiutano ad uscire dalla situazione generale. Alla fine dobbiamo prendere delle misure che tengono conto anche di queste persone non vaccinate che vanno all'ospedale e che sono purtroppo tante».

Ha temuto una spaccatura all'interno della società?

«No, siamo un Paese abituato a discutere e a votare anche su temi delicati. Credo che sia normale che succeda e non mi pare si sia andati oltre il limite dell'accettabile. Penso che dobbiamo sempre cercare l'equilibrio tra le libertà individuali e le protezioni collettive, perché la libertà del singolo è davvero tale solo se combinata con quella degli altri. E se non c'è questa combinazione, non è libertà ma prevaricazione».

Questa è davvero la sua ultima intervista di fine anno come presidente del Consiglio di Stato?

«Ho detto da tempo che non mi sarei ricandidato nel 2023 e questa è la mia decisione. Poi ci sono sempre gli elementi imponderabili e su questi non ci si può pronunciare. Sulla scuola c'è qualche posizione che guarda piuttosto indietro e che mi fa venire voglia di restare; mi fa male vedere la scuola ancora ostaggio di visioni che in realtà continuano a proporre la segregazione degli allievi tra quelli ritenuti più bravi e quelli ritenuti meno bravi», risponde ai microfoni della RSI.

Qual è il suo augurio per il 2022?

«Il mio augurio è di continuare a essere capaci di resistere a questo ‹stress test› stancante per tutti. Un po' con le medicine, un po' con i vaccini, un po' con le misure possiamo gestire questa situazione. Credo che passata anche questa ondata sarà forse il momento di metterci davvero alle spalle tutto questo».