A terra Lugano Airport è in liquidazione. Borradori: «Sogno abbandonato»

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23.4.2020 - 16:45

Ti-Press / Archivio

La società Lugano Airport (LASA) rinuncia a ogni forma di rilancio e sarà sciolta con «una liquidazione ordinata». Si punta a una gestione di privati.

Dopo la fuga di notizie di giovedì mattina il Municipio di Lugano, il Cantone e i vertici di LASA hanno confermato, in conferenza stampa nel pomeriggio, la decisione di mettere la società in liquidazione ordinata.

Si è quindi deciso di rinunciare ai piani di rilancio dello scalo e dei voli di linea con altri soldi pubblici e di puntare, invece, su un accordo per una gestione da parte di privati.

Lombardi: «Un crollo totale»

«Quello che è successo nelle ultime settimane – ha dichiarato Filippo Lombardi, presidente LASA, alla RSI– è andato molto al di là di quanto preventivato. C’è stato un crollo totale. Questo ha tarpato completamente le ali all'aeroporto. Tutto quanto è stato paralizzato. E la situazione è diventata molto più drammatica».

«Il cda ha ritenuto che non sarebbe stato responsabile andare a chiedere prestiti, sapendo che non si sarebbero potuti rimborsare», ha aggiunto, specificando che, non volendo chiudere «Siamo arrivati alla conclusione che fosse meglio cercare un’altra strada. La nostra proposta è quella di porre la società in liquidazione ordinata».

Borradori: «Abbiamo dovuto abbandonare il nostro sogno»

«Non c’è una compagnia che, in questo momento, non pensi alla sua sopravvivenza. Abbiamo dunque dovuto abbandonare il nostro sogno» ha esordito Marco Borradori.

Il sindaco di Lugano (città che detiene l'85,5% delle azioni di LASA) ha poi assicurato che i creditori (dipendenti, fornitori e SkyGuide) riceveranno quanto spetta loro. «L’idea è quella di traghettare la gestione da maggio a dicembre per poi passare la gestione ai privati», ha aggiunto.

Zali: «Piccola sconfitta della democrazia»

Da parte sua, il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali, ha dichiarato che il Cantone  (che ha il 12,5% di LASA) è «rammaricato per i posti di lavoro che si perderanno».

«Siamo qui a mettere in liquidazione la società. Il Cantone a questo punto evidentemente esce di scena», ha dichiarato, sottolineando che siamo di fronte «a una piccola sconfitta della democrazia». Con il voto e «un ipotetico sostegno popolare si avrebbe potuto avere uno scenario diverso, ma a questo punto è inutile discuterne», ha concluso Zali.

Oggi LASA dà lavoro a 72 persone, nella fase intermedia saranno poco più di una decina. Con la gestione privata si pensa che si potranno salvare una trentina di posti di lavoro.

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