COVID-19 La dottoressa Kottanattu avverte: «Attenzione ai sintomi nei bimbi»

SwissTXT / pab

14.5.2020

Immagine d'illustrazione
Immagine d'illustrazione
Ti-Press

La sindrome iper-infiammatoria multisistemica pediatrica è una malattia rara che colpisce bambini o giovani ragazzi (da 0 a 14 anni). L'ha contratta anche il bambino ticinese di 10 anni ricoverato da giorni al CHUV di Losanna. Ora il piccolo sta meglio.

In questi giorni, però, si registrano alcuni casi a Losanna: 3, oltre al ticinese, i bimbi ricoverati, ma la situazione non sembra preoccupare le autorità sanitarie, che conoscono bene la malattia.

La RSI ne ha parlato con l’infettivologa Lisa Kottanattu, caposervizio di pediatria e malattie infettive all’Ospedale Regionale di Bellinzona e Valli.

Partiamo dai sintomi, quali sono i principali?

«Si tratta di una reazione infiammatoria scatenata da un agente non ancora noto. Al momento c’è una causalità a livello temporale con la pandemia da Coronavirus, infatti sono stati registrati più casi negli Stati Uniti e Gran Bretagna e anche in Italia. I bimbi si presentano con uno stato febbrile persistente, dunque una febbre che può perdurare per più di 5 giorni, associata ad altri sintomi come rash cutaneo (irritazione o rigonfiamento della pelle), occhi arrossati, oppure labbra screpolate, segni infiammatori e anche mal di pancia e altri sintomi generici di questo genere».

In Ticino qualche settimana fa una bimba è stata colpita dalla sindrome di Kawasaki, legata al Covid-19, anche lei ora sta meglio. Quali differenze o correlazioni ci sono tra questa sindrome e la sindrome iper-infiammatoria multisistemica pediatrica?

«La sindrome di Kawasaki è un’infiammazione che conosciamo bene, come conosciamo bene anche la sindrome iper-infiammatoria multisistemica pediatrica. Ha criteri ben definiti, sia a livello clinico sia di laboratorio. Possiamo dire che anche la sindrome di Kawasaki è un’iper-infiammazione del corpo, compare in bambini che hanno una predisposizione genetica, predisposizione che però, al momento, non è ancora stata scoperta. Entrambe le sindromi fanno parte della stessa famiglia e possiamo distinguerle una dall’altra grazie a esami specifici. Della sindrome iper-infiammatoria multisistemica pediatrica abbiamo in Ticino due o tre casi all’anno, che si presentano con una certa stagionalità e non su tutto l’arco dell’anno.

Le sindromi iper-infiammatorie multisistemiche, che sono adesso di attualità con l’epidemia da Covid-19, in realtà le abbiamo sempre avute, anche in Ticino. Spesso vengono scatenate da un agente infettivo di origine X che può essere di qualsiasi tipo. Ed è chiaro che con la pandemia in corso probabilmente avremo qualche caso in più. Ad ogni modo due o tre casi all’anno li abbiamo visti anche alle nostre latitudini».

Quali sono i consigli utili per i genitori?

«La diagnosi precoce è importante. Quindi vorrei sensibilizzare le famiglie sui sintomi ai quali fare attenzione. In realtà sono più o meno sempre gli stessi. Da pediatri diciamo sempre che se un bambino ha febbre per più di quattro o cinque giorni è importante che venga visitato da un medico. Se le condizioni generali del bimbo sono in peggioramento è un altro segnale – indipendente dal perdurare della febbre – per farlo visitare. Chiaro che se ci sono altri segnali come mal di pancia importante, una stanchezza e un’apatia frequenti possono essere altri sintomi riconducibili».

Quali sono i trattamenti adatti? E sono efficaci?

«Il tasso di guarigione a livello globale è ottimo. Chiaro che come detto la diagnosi precoce e un trattamento tempestivo influenzano come sempre anche il risultato e la prognosi. Il trattamento è fatto solo se necessario perché non tutti i casi lo necessitano. È comunque un trattamento antiinfiammatorio fatto di diversi step e tipi di medicamento».

Ticino e Grigioni giorno per giorno

Tornare alla home page