Ticino Merlani: «Entro la primavera tutti entrati in contatto con il virus, ma Omicron non è un'influenza»

sam

14.1.2022

Giorgio Merlani
Giorgio Merlani
archivio Ti-Press

Durante la conferenza stampa tenutasi venerdì mattina a Bellinzona, il medico cantonale Giorgio Merlani ha focalizzato la sua attenzione su Omicron, parlando soprattutto delle conseguenze che porta, concludendo: «Speriamo che sia l'ultima variante». Giudici: «In Ticino versato quasi un miliardo di indennità per lavoro ridotto».

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14.1.2022

Il primo a prendere la parola è stato il medico cantonale Giorgio Merlani, il quale ha innanzitutto illustrato i dati odierni, che parlano di altre 1'484 persone che hanno preso il Covid-19. «Ormai siamo abituati a vedere numeri costantemente sopra i mille».

Per quanto riguarda le ospedalizzazioni, si nota un aumento progressivo dal periodo di Natale, mentre è stabile il numero delle persone in terapia intensiva. «Faccio notare però che anche il fatto che abbiamo regolarmente dei decessi è diventata ormai una nuova normalità», ha detto Merlani commentando i due ulteriori morti di oggi.

Ospedalizzati
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«Entro la primavera tutte le persone saranno entrate in contatto con il virus»

Per quel che concerne invece i test, fa notare Merlani, si osserva l'aumento di quelli effettuati tra la prima e la seconda ondata. E da metà/fine dicembre siamo arrivati a toccare quasi i 5.000 test al giorno in Ticino. «E quasi il 50% di essi risulta positivo, il che corrisponde a una elevatissima circolazione del virus nella popolazione».

A livello federale, rende attenti il medico cantonale, con dati simili si è stimato che per un caso rilevato, ce ne sono due non rilevati. «Quindi se abbiamo quasi 1'500 casi confermati oggi nel Cantone, possiamo partire dal presupposto che ce ne siano almeno altri 3'000 che non sono noti, perché probabilmente le persone sono asintomatiche o non si sono fatte testare».

Questo porta a una circolazione del virus nella comunità che è molto elevata e quindi, secondo Merlani, «arriveremo in primavera che tutte le persone in un qualche modo saranno entrate in contatto con il virus».

Test
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Con Omicron sintomi differenti

Detto questo, il medico cantonale ha ricordato che le capacità di test sono state potenziate. «Fondamentale però che siano le persone a richiedere di fare i tamponi».

In questo contesto, Merlani ha fatto notare che Omicron ha una sintomatologia leggermente diversa rispetto alle varianti precedenti: si vedono più spesso raffreddori, naso che cola, mal di gola, occhi che bruciano e addirittura mancanza di appetito. E non più forzatamente come prima, ossia febbre e tosse. «Anzi, con Omicron buona parte delle persone non ha sintomi, soprattuto tra quelle con una certa immunità».

Parlando del numero dei casi, il medico cantonale ha detto che durante questi due anni di pandemia si notano essenzialmente tre curve: quella della prima ondata a fine febbraio 2020, quella dell'inverno 20-21 e infine quella dell'inverno attuale. Con ovviamente delle oscillazioni in mezzo.

Ma sono chiare le differenze nel numero di test positivi e delle ospedalizzazioni. «È vero che 200 casi positivi in marzo 2020 portavano a 70 persone ricoverate nei giorni successivi, ma ora c'è un nuovo fattore di correzione: testando di più e con una variante più blanda, vediamo che gli stessi numeri non corrispondono agli stessi dati delle ospedalizzazioni. Ma se continuano ad aumentare i contagiati, ovviamente saliranno anche i numeri dei pazienti in ospedale».

Questo per dire che, secondo Merlani, è importante continuare a pubblicare i numeri delle positività giornaliere.

Casi
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«Chi è positivo deve stare a casa, altrimenti commette un reato»

Positività che corrisponde successivamente al tracciamento dei contatti, un meccanismo che nelle ultime settimane ha riscontrato un carico importante e di conseguenza dei ritardi. Il Cantone ha quindi deciso di semplificare la modalità e di potenziare il servizio.

Di base ci sono da 17 a 19 operatori al giorno al contact tracing. Dal 10 gennaio è stata messa in atto quella che è stata chiamata «operazione push» per il recupero dei casi rimasti indietro (soprattutto per fornire i documenti necessari). Grazie ad essa, dai quasi 16'000 casi in ritardo, ne vengono recuperati 600/800 al giorno, arrivando così ora a circa 13'000 casi ancora da gestire. Ma ci sono ancora altri ritardi, visto il gran numero di casi giornalieri, quindi la protezione civile ha messo a disposizione 10 operatori in più.

«Devo ancora quindi chiedere alla popolazione pazienza, ma anche responsabilità, - ha aggiunto Merlani - dato che ci sono persone che non affrontano con la dovuta serietà la situazione e anche se sanno di avere il Covid (per via dei sintomi e del test positivo) finché non vengono raggiunti dal contact tracing continuano ad andare in giro, ritenendo di non essere ancora in isolamento. Ma non è così: dal momento che una persona è positiva deve stare a casa. Altrimenti commette un reato, dato che stiamo parlando di una malattia potenzialmente mortale».

Isolamento e quarantena, due concetti diversi

Il medico cantonale ha poi reso attenti sul fatto che isolamento e quarantena sono due concetti diversi: l'isolamento riguarda chi ha il Covid (con o senza sintomi), mentre la quarantena chi è entrato in contatto stretto con un positivo e quindi potrebbe sviluppare la malattia, anche prima di avere i sintomi.

Ricordiamo che due giorni fa il Consiglio federale ha deciso di ridurre da 10 a 5 giorni questi periodi.

Una persona positiva può quindi tornare a uscire dopo soli cinque giorni, ma solo se non ha sintomi da almeno 48 ore. «Ma questo non vuol dire che si può fare qualunque cosa come se nulla fosse. La persona può infatti ancora essere contagiosa, nel 10/20% dei casi, quindi bisogna fare attenzione: innanzitutto non bisogna entrare in contatto con persone vulnerabili, ma ovviamente è necessario anche evitare di vedere troppe persone e indossare comunque la mascherina e tenere le distanze».

Tenendo conto di ciò, Merlani ha deciso di dare disposizione alle case per anziani, agli ospedali e alle strutture di accoglienza per invalidi di non autorizzare l'accesso alle persone che sono state positive meno di 10 giorni prima. 

Isolamento e quarantena
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«Speriamo che Omicron sia l'ultima variante»

Infine, parlando degli ospedalizzati, il medico cantonale ha fatto di nuovo notare che, anche se è vero che il numero di pazienti non sta salendo in maniera esponenziale, sta comunque salendo. «E ci aspettiamo, finché il tasso di nuovi infetti rimane così alto, che un impatto sui nosocomi ci sia e anche in modo importante».

La Confederazione si attende che durante il picco ci sarà il 30% della popolazione contemporamente malata. «Questo corrisponde a dei numeri molto elevati di contagi e di trasmissione, e quindi di conseguenza di ospedalizzati. Quindi evitiamo per favore di ammalarci tutti insieme! Facciamo ancora attenzione».

«Sono ormai due anni che conosciamo il virus e crediamo di avere imparato tutto, ma poi ogni volta rimaniamo spiazzati. Anche ora con Omicron: è vero che non è Delta, è molto meno letale, ma molto più trasmissibile. Ed è anche vero che comporta meno ospedalizzazioni. Ma abbiamo anche passato tante ondate e ormai la popolazione è abbastanza immunizzata», ha spiegato Merlani.

ll medico cantonale tiene però a precisare che Omicron non è come l'influenza. «Non voglio sentire paragoni, perché ogni virus è diverso. L'influenza arriva ogni anno, la popolazione ha delle difese immunitarie e nonostante ciò causa il 5/10% di infettati. Omicron invece infetterà, durante il picco, contemporaneamente un terzo della popolazione, ma alla fine saranno tutti a essere infettati, a meno che non siano sufficientemente vaccinati».

E rincara la dose: «Non ci sono a causa dell'influenza contemporamente 14 persone in cure intense e il numero di morti non è così considerevole, come ora con Omicron. Quindi attenzione a non cadere nella trappola».

Merlani ha concluso il suo intervento augurandosi che «questa sia l'ultima variante che ci dà dei grattacapi».

Prorogate alcune misure sul lavoro ridotto

Successivamente è intervenuto Luca Giudici, capo dell'Ufficio giuridico della Sezione del lavoro del Dipartimento delle finanze e dell'economia (DFE), per parlare delle indennità per lavoro ridotto, «uno strumento previsto dalla legge federale sull'assicurazione contro la disoccupazione che è stato molto utilizzato durante questo periodo pandemico».

L'indennità, ha spiegato Giudici, è stata creata principalmente per prevenire licenziamenti nel caso di perdite di lavoro temporanee e inevitabili, come ad esempio proprio nel caso della pandemia. E quindi dal mese di marzo 2020 viene in aiuto in maniera ininterrotta alle aziende ticinesi come un'ancora di salvataggio.

Recentemente, per rendere accessibile questo strumento alle aziende, il Parlamento e il Consiglio federale hanno deciso il prolungamento di alcune estensioni del lavoro ridotto riguardo ai beneficiari e alle modalità di riscossione semplificata per le casse.

Prolungamento estensioni ILR
Prolungamento estensioni ILR
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In Ticino versato quasi un miliardo

Il capo dell'Ufficio giuridico della Sezione del lavoro ha fatto sapere che, da inizio pandemia fino a ottobre 2021, in Ticino sono stati versati 886 milioni di franchi di indennità, facendo notare che si tratta di fondi della Confederazione.

Il picco è stato nell'aprile 2020, durante il periodo di maggiore emergenza, con in un solo mese ben 223 milioni di franchi versati e 105'000 lavoratori toccati. Ora in media, al mese, questi sono 31'440.

«Attualmente la situazione è abbastanza tranquilla, con un aumento, ma contenuto». Le richieste giornaliere sono 35-40, provenienti soprattutto da ristorazione, albergheria e centri fitness.

Indennità per lavoro ridotto in Ticino
Indennità per lavoro ridotto in Ticino
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Le IPG Corona «non sono un casco totale»: ecco le regole

Dal canto suo, infine, il direttore dell’Istituto delle assicurazioni sociali Sergio Montorfani ha riferito sulle IPG (indennità di perdita di guadagno) Corona, create ex novo dalla Confederazione all’inizio della pandemia per compensare «solo le perdite legate alle misure decise delle autorità».

Non si tratta quindi di un’assicurazione «casco totale per gli effetti del Covid», ha spiegato. Sono interamente finanziate da Berna, anche se le regole sono cambiate una ventina di volte da allora.

La scadenza è già stata prolungata fino alla fine del 2022. L’esecuzione è affidata alle casse di compensazione AVS. L’indennità massima ammonta all’80% e un massimo di 196 franchi al giorno. Chi ha attività marginali che generano meno di 10’000 franchi non ha diritto.

Sono 12 le categorie considerate, ma tre quelle principali: genitori di figli fino a 12 anni che devono interrompere l’attività perché i figli restano a casa, i quarantenati (l’isolamento è assicurato invece come ogni altra malattia), indipendenti o dipendenti in posizione assimilabile a quella di un datore di lavoro (come dei direttori di azienda) che hanno subito una limitazione o chiusura dell’attività lucrativa a causa dei provvedimenti delle autorità. La cifra di affari deve essere calata di almeno il 30%.

Beneficiari e importi delle IPG Corona
Beneficiari e importi delle IPG Corona
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La situazione in cifre

In Ticino, si sono registrate 1'484 nuove infezioni, dato in calo rispetto ai 1'737 annunciati giovedì, e altri due decessi per Covid. Il numero di pazienti ospedalizzati scende da 179 a 173.

Nei Grigioni i nuovi casi sono 966, con un ulteriore decesso registrato nelle ultime 24 ore. Si segnalano inoltre quattro ospedalizzazioni supplementari.