Fiscalità dei frontalieriCassis annuncia un passo importante: «L'obiettivo rimane la firma entro fine anno»
pab
28.9.2020
Molti i temi sul tavolo affrontati tra il Governo ticinese, quello retico e il consigliere federale Ignazio Cassis, che annuncia un passo avanti sull'accordo sui frontalieri: «L'obiettivo rimane la firma entro la fine del 2020».
Norman Gobbi ha aperto la conferenza stampa ricordando che l’incontro con le autorità retiche e quelle federali «si svolge in un momento particolare in cui mantenere i contatti è molto importante. La Svizzera di lingua italiana ha bisogno di momenti come questo per interrogarci su come mantenere vivi i nostri legami per migliorare la comprensione» per evitare di essere fraintesi o non compresi, ha proseguito Gobbi.
«Il federalismo non è un tessuto magico che si può riparare da sé laddove si provocano degli strappi. Per poterlo rammendare ci vogliono momenti come questo. Siamo contenti di poter svolgere questo ruolo di mediatore tra la cultura germanofona e quella latina».
Prima di passare la parola al consigliere federale Ignazio Cassis, Gobbi ha ricordato come sia fondamentale «riconoscere che le regioni vanno trattate in maniera differenziata, come dimostra la situazione del Moesano. Ciò non significa non discutere, ma trovare invece soluzioni condivise», ha concluso il presidente del Governo ticinese.
Cassis: «Ho mantenuto una promessa»
«Poco più di tre anni fa l’Assemblea federale mi ha fatto l’onore di eleggermi in Consiglio federale, ha esordito Cassis. In quel preciso momento ho deciso di mantenere la promessa fatta in campagna elettorale: instaurare e preferire un dialogo strutturato con il Canton Ticino e con il canton Grigioni, con la loro italianità».
«Da allora ci siamo incontrati due volte all’anno con il Ticino e una volta con i Grigioni. Questa è la prima volta che capita che si riesce a trovarci insieme. L’incontro era stato previsto prima della pandemia e sono contento che abbiamo potuto mantenerlo».
«Abbiamo parlato di molti argomenti ma soprattutto di plurilinguismo e di relazioni transfrontaliere, senza dimenticare l’incontro degli ambasciatori che si svolgerà l’anno prossimo a Pontresina», ha proseguito Cassis.
Più coordinazione tra i cantoni durante la pandemia
«L’ultima volta che sono venuto in Ticino era a fine marzo, in una situazione difficile. Il virus è ancora tra di noi. Con l’arrivo dell’inverno poi la situazione potrebbe diventare peggiore in poco tempo. Complimenti al Ticino, quando passato il massimo della crisi il cantone ha messo in atto in modo esemplare le misure che ha adottato», ha continuato il capo della diplomazia federale introducendo il tema della pandemia.
Cassis ha poi ricordato che la questione complicata delle quarantene è gestita dai singoli Stati: «Abbiamo cercato di trattare gli altri Stati a livello di provincia o cantoni per non paralizzare tutto un Paese e per non far pagare a un intero Stato una situazione complicata che si viene a creare invece in una determinata regione. Anche a livello cantonale la coordinazione deve migliorare. Idealmente vorremmo non dover tornare nella situazione di lockdown».
Relazioni transforntaliere: passo avanti importante
Parlando delle relazioni transfrontaliere, il consigliere federale ha sottolineato che «la settimana scorsa c’è stato un incontro nella capitale italiana sull'accordo del 2015, parafato ma non ancora ratificato da Roma. Sembra si sia raggiunto un accordo sulle modifiche da apportare. Si tratta di un passo importante, come non ne vivevamo da tempo».
«I dettagli ovviamente non possono essere svelati in una fase così avanzata nelle trattative ma non ci sono stravolgimenti. Ancora questa settimana la collega di Governo, la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga, ne discuterà durante un incontro con Conte. L’obiettivo rimane quello di firmare l’accordo entro la fine dell’anno».
Per favorire l'italianità un «erasums» allo studio
Tornando a parlare del tema principale Cassis ha poi annunciato che è in allestimento un programma di scambio di apprendisti tra il suo Dipartimento federale e le amministrazioni cantonali ticinesi e retiche.
«Abbiamo concordato uno scambio, almeno per il mio dipartimento, di apprendisti, per eseguire un piccolo "erasmus" tra Berna, Bellinzona e Coira. E questo anche perché il sistema delle quote dell'italianità all'interno dei dipartimenti federali non è una bacchetta magica. In alcuni settori si fa fatica a trovare persone che parlino italiano», ha ammesso Cassis in conclusione.