Lugano La polizia è pronta per la conferenza sull’Ucraina

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2.7.2022 - 18:21

Lo Stato maggiore è stato predisposto a Bellinzona
Lo Stato maggiore è stato predisposto a Bellinzona
Ti-Press

Tutto pronto alla centrale comune d’allarme di Bellinzona per coordinare il lavoro delle forze dell’ordine impiegate a Lugano. Occhi puntati su manifestazioni e possibili atti di sabotaggio.

2.7.2022 - 18:21

Alla centrale comune d'allarme di Bellinzona è tutto pronto per monitorare e coordinare le forze dell'ordine dispiegate in occasione della conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina, prevista a Lugano lunedì e martedì.

Oggi, sabato, durante un incontro con la stampa, sono state date alcune informazioni sul dispositivo di controllo, ma senza troppo svelare in merito al numero effettivo di forze della polizia cantonale e – in parte minore – di quella federale.

La sala più importante, qui, è il centro operativo tattico, chiamato TOC, dove una ventina di persone coordinano il tutto. «L’obiettivo è avere i responsabili delle varie cellule in un luogo dove è possibile coordinare tutta l’attività. Il concetto di stato maggiore è questo: avere un posto per coordinare le attività che si svolgono all’esterno», ha spiegato Lorenzo Hutter, sostituto comandante della polizia cantonale ticinese.

La conferenza ha destato qualche malumore

Si tratta di un'organizzazione alquanto particolare e per la quale la polizia cantonale ed esercito possono prendere ispirazione da eventi passati come il WEF a Davos oppure l'inaugurazione del tunnel ferroviario del Gottardo nel 2016.

La conferenza ha destato qualche malumore e si prevede quindi di monitorare anche le proteste.

«Le autorizzazioni soggiacciono alle autorità comunali – ha detto dal canto suo Renato Pizolli, portavoce della polizia cantonale –, evidentemente lo Stato maggiore valuta l’impatto che possono avere sullo svolgimento delle attività e pone laddove necessario dei rimedi. Il diritto all’espressione delle proprie idee non viene assolutamente minato, ma è chiaro che tutto si si deve conciliare con un un’organizzazione che è abbastanza complicata».

Presente anche l’esercito

In questa operazione ci sono anche le forze militari. Per ora sono un migliaio i militi dispiegati. Il divisionario Lucas Caduff gestisce le operazioni e ai microfoni della RSI ha affermato: «Le minacce riguardano eventuali disturbi, atti di sabotaggio, disturbi sul terreno ma anche via internet».

È da ottobre che il dispositivo è stato programmato. Oggi è parzialmente operativo, da domani, quando arriverà il primo ministro e la delegazione ucraina lo sarà completamente.

Contrari in piazza a Bellinzona

Una trentina di persone hanno partecipato questo pomeriggio, a Bellinzona, a una manifestazione contro la Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, promossa dal Partito comunista, dal Partito operaio popolare e dal Movimento per la pace.

«Ci opponiamo alla conferenza per due motivi: il primo è che la pace non si può raggiungere portando al tavolo delle trattative una sola parte, escludendo la Russia, e la seconda è che invitando istituzioni come il fondo monetario internazionale e la banca mondiale, questa presunta ricostruzione potrà avvenire solo a scapito della classe popolare e solo a favore delle multinazionali», ha spiegato Edoardo Cappelletti, del Partito Comunista.

Avere anche la Russia al tavolo delle trattative, aggiunge Cappelletti, «sarebbe stato un obiettivo al quale la Confederazione avrebbe dovuto ambire».

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