Il vaccino bivalente anti-Covid Ceschi: «È uno sviluppo importante contro le varianti»

SwissTXT / Red

17.8.2022

Il professor Alessandro Ceschi, direttore dell’Istituto di scienze farmacologiche della Svizzera italiana.
Il professor Alessandro Ceschi, direttore dell’Istituto di scienze farmacologiche della Svizzera italiana.
KEYSTONE/Ti-Press/Alessandro Crinari

In un'intervista alla RSI, il professor Alessandro Ceschi, direttore dell’Istituto di scienze farmacologiche della Svizzera italiana, commenta il via libera inglese al vaccino bivalente contro il Covid.

SwissTXT / Red

17.8.2022

Il via libera della Gran Bretagna dato lunedì al vaccino bivalente rappresenta «sicuramente uno sviluppo importante nella lotta contro il Covid» dichiara ai microfoni della RSI il professor Alessandro Ceschi.

La versione adattata del vaccino, dice l’esperto, «permette di combattere e quindi di prevenire i decorsi severi della malattia sia con la variante iniziale del virus, quindi quella definita di Wuhan, sia con Omicron, in particolare la BA.1».

Contro questi due ceppi del virus il vaccino bivalente promette una risposta immunitaria «ampia e importante», ma non totale. «Per correttezza – continua il professore – va sottolineato che questa versione adattata di vaccino non contiene le sottovarianti BA.4 e BA.5, che sono adesso maggiormente prevalenti».

Anche per queste sottovarianti è tuttavia «in fase di sviluppo una versione adattata che potrà quindi rappresentare un ulteriore miglioramento di quest’arma contro il Covid».

Il vaccino «originale» ha ancora un posto di valore

Il vaccino di prima generazione non è però del tutto superato, ricorda Ceschi all'emittente radiotelevisiva, ed è comunque utile per evitare le conseguenze più gravi di un’infezione da SARS-CoV-2 anche di fronte alle varianti.

Infatti anche «se la versione originale del vaccino ha sicuramente perso efficacia nella prevenzione dei decorsi sintomatici lievi e nella capacità di interrompere la trasmissione del virus, ha mantenuto però un’importante efficacia nel prevenire i decorsi gravi o letali della malattia».

Quindi non è da scartare anche perché la disponibilità dei nuovi vaccini non è così ampia da garantire la copertura per tutti quelli che ne hanno bisogno.

In Svizzera la richiesta d'omologazione è in corso

Una richiesta di omologazione del vaccino bivalente è in corso anche in Svizzera, sia per Moderna sia per Pfizer. Quando arriverà il via libera da parte dell'autorità competente, cioè Swissmedic, che sta vagliando i dossier?

«Non ne ho visione diretta e non posso dare un’informazione precisa, ma mi attendo che a settembre, al più tardi ad inizio ottobre, dovrebbe esserci la decisione» spiega Ceschi.

Un vaccino contro tutte le possibili varianti?

Come detto, è in corso l'aggiornamento di un vaccino valido anche contro le varianti BA.4 e BA.5. In futuro sarà una prassi quella dell’aggiornamento regolare del vaccino anti-SARS-CoV-2, anche sul modello di quello antinfluenzale?

Il professore risponde così alla RSI: «È verosimile attendersi questo perché il virus ha dimostrato un’importante capacità e caratteristica di variazione. E se continuerà a mantenere questa sua caratteristica di evolvere e cambiare continuamente sarà necessario adattare il vaccino per far sì che la risposta immunitaria che esso genera continui a essere efficace».

Ceschi chiarisce però che questo procedimento e come «correre dietro al virus», e che «sarebbe preferibile un approccio più preventivo», vale a dire di «sviluppare una versione del vaccino che permetta di coprire tutte le sue possibili evoluzioni».

I lavori sono in corso, ma la sfida non è semplice e ci vorrà del tempo. Lo scenario è ancora in continua evoluzione.