Ticino Centinaia di sedute psicologiche non rimborsate

SwissTXT / red

19.1.2023

Immagine d'illustrazione
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KEYSTONE/CHRISTIAN BEUTLER

Santésuisse sostiene che manchino le basi legali per il rimborso delle sedute. Ma la Federazione svizzera degli psicologi non ci sta.

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Centinaia di sedute psicologiche non rimborsate dalla Lamal. Una situazione venutasi a creare dopo che l'associazione degli assicuratori - Santésuisse - ha comunicato che mancherebbero le basi legali per il rimborso delle sedute svolte dal personale in formazione. La decisione - si legge in un comunicato - ha portato la scorsa settimana alla denuncia dell'associazione da parte della Federazione svizzera degli psicologi.

«Noi, in questo momento, abbiamo bisogno di coprire l'enorme domanda clinica che ci viene portata ogni giorno», spiega ai microfoni della RSI Nicholas Sacchi, presidente Associazione ticinese degli psicologi.

La crescente domanda degli ultimi anni ha richiesto un maggior numero di persone in formazione. Personale che ora rischia di non essere retribuito. «Noi auspichiamo che l'Ufficio federale di Sanità pubblica chiarisca meglio come e quanto debbano essere retribuiti i nostri psicologi psicoterapeuti in formazione», aggiunge Sacchi.

«500 pazienti potrebbero avere un'incostanza delle cure»

In questo contesto di transizione, va comunque sottolineato che non tutte le casse malati stanno rifiutando il rimborso delle prestazioni psicologiche.

Ma di quanti pazienti stiamo parlando? «Per ogni persona che si sta formando ci possono essere una media di 10 pazienti che stanno seguendo delle cure con queste persone. Pertanto se poniamo a 50 le persone (e il dato è verosimile, ma possiamo anche aumentarlo), viene facile immaginare che siano 500 i pazienti che potrebbero in questo momento avere un'incostanza delle cure intraprese», risponde Sacchi.

Ai Cantoni resta poco margine di manovra

In attesa che sul piano nazionale si trovi una soluzione uniforme, ai Cantoni resta poco margine di manovra. Per quanto riguarda il Canton Ticino - stando al Dipartimento della sanità e della socialità - per ora si è deciso di fissare una tariffa provvisoria.

Interpellata dalla RSI, Santésuisse non ha voluto rilasciare un'intervista. Rimandando al comunicato stampa: «Purtroppo la Federazione svizzera degli psicologi ha rifiutato un'estensione delle attuali norme per gli psicoterapeuti post-universitari. Di conseguenza, l'attuale base giuridica non consente più il pagamento dei servizi forniti da psicoterapeuti in formazione. Spetta ora ai tribunali chiarire la situazione in modo rapido e oggettivo».

Se la questione non verrà chiarita, spetterà nuovamente all'Ufficio federale della sanità pubblica intervenire in maniera più incisiva.