Nuovi video shock Agenti bloccano a terra un'intera famiglia afroamericana

ATS

6.8.2020 - 20:49

Le immagini hanno fatto il giro del web.
Le immagini hanno fatto il giro del web.
Source: SDA

La polizia statunitense torna nel mirino dopo la diffusione di alcuni video shock. A scatenare lo sdegno negli Stati Uniti è stato in particolare un filmato diffuso sulle reti sociali che mostra un'intera famiglia afroamericana messa a terra, comprese alcune minorenni.

Dopo i fatti di Minneapolis con l'uccisione del 46enne afroamericano George Floyd, che hanno riportato alla ribalta il dibattito sulla giustizia razziale, questa volta l'episodio è avvenuto ad Aurora, in Colorado.

Domenica mattina gli agenti hanno fermato in un parcheggio due sorelle afroamericane con le loro figlie di 17, 14, 12 e 6 anni, con l'accusa di viaggiare su un veicolo rubato, le hanno messe a terra a pancia in giù, ammanettando due delle ragazze con le mani dietro la schiena.

Episodio filmato da un passante

L'episodio è stato filmato da un passante e poi diffuso sui social: nel video si sentono le bambine urlare e piangere. Brittney Gilliam, la donna alla guida dell'auto, ha detto che stava andando con la sorella minore, la figlia e le nipoti dall'estetista, ma una volta giunte sul posto si sono accorte che il negozio era chiuso. A quel punto mentre stavano per tornare in macchina sono state circondate dai poliziotti.

Gli agenti hanno poi ammesso di essere stati tratti in inganno dalla targa della vettura, che combaciava con quella dell'auto rubata, ma era di un altro stato. Il capo della polizia di Aurora, Vanessa Wilson, ha chiamato la famiglia per scusarsi e ha offerto loro «qualsiasi tipo di aiuto», inclusa una terapia psicologica alle piccole che potrebbero «essere rimaste traumatizzate».

E spuntano altri video shock di altri casi di razzismo

In Georgia, invece, un giudice nella contea di Forsyth, ha ordinato la diffusione di due video sulla morte per asfissia a inizio dicembre 2019 di un detenuto afroamericano, il 56enne John Neville, dopo che era caduto dalla branda più alta della cella: nelle immagini si vede il prigioniero con la faccia a terra che grida «non posso respirare», mentre gli vengono messe le manette ai polsi e un sacchetto anti-morso in testa.

Neville è morto due giorni dopo in ospedale e secondo l'autopsia il decesso è stato causato da un arresto cardiaco per asfissia nei lunghi minuti in cui fu immobilizzato. Ora cinque agenti penitenziari e un'infermiera sono stati incriminati per omicidio colposo nella gestione dell'incidente.

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ATS