Danni e disagiUno storico sciopero dei ferrovieri ferma la Germania
SDA
24.1.2024 - 20:40
È iniziato il più lungo sciopero della storia delle ferrovie tedesche: una nuova astensione dal lavoro dei macchinisti dei treni prevista fino a lunedì sera che sta già causando disagi a milioni di persone e danni all'economia che potrebbero ammontare fino ad un miliardo di euro, con ripercussioni sul traffico merci in Europa.
Keystone-SDA
24.01.2024, 20:40
24.01.2024, 22:02
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«Questo sciopero di sei giorni è il più lungo nella storia della Deutsche Bahn», ha sottolineato la portavoce delle stesse Ferrovie tedesche, Anja Broeker, commentando l'astensione dal lavoro iniziata nella notte tra martedì e mercoledì dopo che treni merci avevano cominciato a fermarsi già dalla sera prima.
Nei tre scioperi precedenti condotti a partire da novembre erano stati cancellati circa l'80% dei servizi a lunga percorrenza ma erano stati coinvolti gravemente anche i treni regionali. Si desume ora quindi uno scenario analogo per quasi una settimana.
«Con uno sciopero di sei giorni, non è irrealistico aspettarsi perdite per un totale di un miliardo di euro», ha detto la direttrice generale della Bdi, la federazione degli industriali tedesca, Tanja Goenner, superando la peraltro controversa stima di 100 milioni di euro al giorno fatta dall'Istituto economico tedesco (Iw). Portavoce del governo, pur senza azzardare cifre, hanno definito «enorme» il prevedibile danno all'economia tedesca.
Effetti sugli altri Paesi dell'UE
A causa della posizione geografica della Germania così centrale in Europa e della sua economia che da sola sviluppa un quarto del Pil del continente, gli effetti hanno già cominciato a riverberarsi in altri Paesi dell'Ue: alcuni cargo «sono in sciopero e questo ha un impatto anche sul trasporto merci europeo», lungo le direttrici che vanno «verso la Scandinavia o i porti marittimi in Olanda e Belgio» ma anche che passano «attraverso le Alpi», ha detto la portavoce della Deutsche Bahn.
Il sindacato dei macchinisti tedeschi «Gdl» chiede una riduzione dell'orario di lavoro settimanale da 38 a 35 ore con un aumento di stipendio di 555 euro al mese e un bonus di recupero dell'inflazione per un anno. Le Ferrovie nelle ultime ore sono tornate a respingere le richieste e non si vede quindi uno sbocco per la vertenza in stallo dal novembre scorso.
Non è il primo sciopero
Il leader della Gdl, Claus Weselsky, ha già imposto ai tedeschi un crescendo di disagi: c'era già stato uno sciopero di tre giorni a partire dal 10 gennaio, mentre a dicembre l'astensione dal lavoro era stata di due giorni e a novembre di 20 ore.
Anche se i media avevano registrato un certo sostegno dell'opinione pubblica alle rivendicazioni dei macchinisti, ora segnalano una crescente perdita di pazienza. Nervosismo che comincia a denotare anche la politica, nonostante il governo abbia un obbligo di neutralità nei conflitti contrattuali. Il ministro dei Trasporti, Volker Wissing, nel definire «inaccettabile» la durata dello sciopero, ha chiesto che le parti si affidino a un mediatore esterno. Uno sviluppo che però era già stato rifiutato dalla Gdl.