Votazioni La Riforma AVS 21 penalizza le lavoratrici

cp, ats

1.7.2022 - 12:07

Tutti contro la riforma dell'AVS: Leonore Porchet (Verdi), Mattea Meyer (PS), Pierre-Yves Maillard (PS), Vania Alleva (Unia), Giorgio Tuti (Sindacato del personale dei trasporti, SEV).
Tutti contro la riforma dell'AVS: Leonore Porchet (Verdi), Mattea Meyer (PS), Pierre-Yves Maillard (PS), Vania Alleva (Unia), Giorgio Tuti (Sindacato del personale dei trasporti, SEV).
Keystone

La riforma dell'AVS, in votazione il prossimo 25 di settembre, andrà a svantaggio delle donne che non solo saranno penalizzate sulle rendite, ma dovranno lavorare un anno in più.

1.7.2022 - 12:07

Per questo, l'Unione sindacale svizzera (USS), l'Unia, il Partito socialista e i Verdi invitano gli elettori a respingere un testo giudicato poco equilibrato, assieme al previsto aumento dell'Iva.

La popolazione voterà infatti due volte: una prima volta sulla riforma vera e un'altra sull'aumento dell'Iva destinato in parte a finanziarla. In quest'ultimo caso è necessario un doppio «sì» visto che il tasso di IVA è inserito nella Costituzione federale. L'aumento dell'IVA può entrare in vigore solo se il popolo accetta le altre misure, e viceversa.

Momento sfavorevole

Per i contrari alla riforma, che oggi hanno lanciato la campagna in vista del voto, vi è un altro aspetto che gioca a sfavore della modifica della legge, ossia il previsto aumento dell'IVA volto a finanziare le rendite. Alla luce dell'incremento attuale dell'inflazione, l'aumento prospettato avrà un impatto negativo sul potere d'acquisto della popolazione.

Su quest'ultimo aspetto, oltre all'introduzione della stessa età di pensionamento per uomini e donne, ovvero 65 anni, il consigliere nazionale Pierre-Yves Maillard (PS/VD) e presidente dell'USS, ha rammentato che l'aumento dell'Iva di 0,4 punti percentuali (dal 7,7% all'8,1%), si aggiungerà all'attesa «stangata» sui premi malattia prevista per questo autunno e all'aumento dei prezzi.

La popolazione, secondo il deputato vodese, verrà privata globalmente di parecchi miliardi di franchi; insomma, il momento scelto per l'introduzione di questa riforma «non è dei più favorevoli».

Stando a Maillard, il fatto che si giustifichi l'aumento dell'età pensionabile delle donne con l'argomento che la popolazione in generale viva più a lungo, rappresenta una spiegazione semplicistica: in Svizzera si lavora, in realtà, sempre di più.

Le donne, oltre a svolgere i compiti tradizionali loro attributi come l'educazione dei figli, sono entrate massicciamente sul mercato del lavoro, pagando le rispettive quote per l'AVS e contribuendo a mantenerne in salute i conti che, contrariamente alle previsioni catastrofiche del Consiglio federale, godono di buona salute: il fondo AVS è dotato attualmente di 47 miliardi di franchi.

I «buchi» nei conti dell'AVS paventati nel 2010 dal Consiglio federale non si sono insomma verificati. Non vi è quindi alcuna ragione di aumentare l'età di pensionamento delle donne. Tra l'altro, ha sottolineato il deputato socialista, la pandemia ha dimostrato che i soldi in Svizzera non mancano di certo.

Donne già penalizzate

Per i contrari alla riforma, AVS 21 comporta la perdita di un anno di pensione per le donne, ossia quasi 26 mila franchi a testa. «È uno scandalo se si considera che una donna su quattro riceve solo l'AVS e che una donna su nove deve richiedere prestazioni complementari per vivere della propria pensione», ha denunciato la vicepresidente del PS, Mattea Meyer.

Le donne ricevono già un terzo in meno di pensione, eppure spetta soprattutto a loro occuparsi principalmente di figli, nipoti e parenti malati e svolgere altri lavori impegnativi ma scarsamente retribuiti.

Inoltre, le donne lavorano tanto o più degli uomini sia nelle attività retribuite che in quelle non retribuite, ha affermato la consigliera nazionale Léonore Porchet (Verdi/VD), vicepresidente di Travail.Suisse, precisando che la discriminazione a livello di salari tutt'ora esistente tra uomini e donne costa a queste ultime una perdita di 825 milioni di franchi l'anno nell'AVS.

No a smantellamento progressivo

Stando ai membri dell'alleanza che ha lanciato il referendum, AVS 21 rappresenterebbe il primo passo del processo di smantellamento del sistema sociale elvetico. Il prossimo passo è previsto per il 2026 e potrebbe portare a un aumento dell'età pensionabile per tutti. L'iniziativa dei giovani PLR chiede infatti di adeguare l'età pensionabile all'aspettativa di vita.

Ma per la sinistra una simile eventualità è inaccettabile: la fascia di popolazione d'età compresa tra i 60 e i 64 anni registra già il tasso di disoccupazione più elevato. Poiché molti datori di lavoro non danno loro un'altra possibilità di impiego, l'innalzamento dell'età pensionabile non farebbe che peggiorare la situazione.

La riforma

Secondo il Consiglio federale, l'AVS è confrontata con difficoltà finanziarie e deve essere riformata. La modifica consentirebbe di stabilizzare le finanze del primo pilastro per circa un decennio e di garantire l'attuale livello delle rendite, di cui al momento godono 2,6 milioni di pensionati.

La misura principale della riforma è l'introduzione della stessa età di pensionamento per uomini e donne, ovvero 65 anni. Le persone che cominceranno a ricevere la loro rendita AVS a 65 anni la percepiranno senza riduzioni né supplementi, salvo per la cosiddetta generazione di transizione. Tale misura è accompagnata da una compensazione in favore delle donne nate tra il 1961 e il 1969: un supplemento di rendita e migliori condizioni in caso di prepensionamento.

Il supplemento mensile sarà di 160 franchi per le donne con un reddito annuo determinante fino a 57'360 franchi, 100 franchi fino a 71'700 e 50 franchi a partire da 71'701. Per quanto riguarda il pensionamento anticipato, le donne potranno accedervi al massimo tre anni prima dell'età di riferimento, ovvero a 62 anni se la riforma entra in vigore nel 2023. Le rendite anticipate delle donne della generazione transitoria saranno meno fortemente ridotte rispetto a quelle attuali.

La riforma crea inoltre incentivi a proseguire l'attività lucrativa dopo i 65 anni: chi continuerà a lavorare e a versare contributi dopo il raggiungimento dell'età di pensionamento potrà migliorare la propria rendita AVS.

Complessivamente, stando ai calcoli dell'amministrazione federale, AVS 21 consentirà di risparmiare circa 4,9 miliardi di franchi entro il 2032. Altre misure sono quindi necessarie. Il tasso di IVA sarà nel contempo aumentato di 0,4 punti percentuali (dal 7,7% all'8,1%). Tale misura dovrebbe fruttare 12,4 miliardi all'AVS. Considerando anche i risparmi, fino al 2032 le finanze dell'AVS saranno sgravate di circa 17,3 miliardi di franchi.

Per il Governo e la maggioranza del Parlamento l'allineamento dell'età pensionabile delle donne a quella degli uomini è giustificato. Le donne sono meglio formate rispetto al passato, la maggior parte di esse esercita un'attività lucrativa e vive più a lungo degli uomini. Circa un terzo dei risparmi realizzati grazie alla riforma verranno così ridistribuiti alle donne.

Di tutt'altro avviso la sinistra e i sindacati, che hanno lanciato un referendum contro la riforma. Secondo il comitato referendario, le rendite delle donne diminuiranno di circa 1'200 franchi annui, senza contare il fatto che esse ne ricevono già un terzo in meno degli uomini. A suo avviso, la riforma AVS 21 è il primo di una serie di progetti di smantellamento che riguardano tutta la popolazione.

cp, ats