Stati Uniti Alcuni repubblicani chiedono la rimozione di Biden in base al 25esimo emendamento

SDA / red

9.2.2024 - 16:37

Il presidente Joe Biden.
Il presidente Joe Biden.
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Alcuni esponenti repubblicani hanno chiesto che si esplori la procedura per rimuovere Joe Biden in base al 25esimo emendamento della costituzione, introdotto dopo l'assassinio di John F. Kennedy per sostituire il presidente statunitense in caso di morte, destituzione, dimissioni o incapacità.

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È lo stesso emendamento ventilato più volte per rimuovere Donald Trump durante il suo mandato. Lo riportano i media statunitensi.

I senatori repubblicani Rick Scott, Mike Lee e Josh Hawley hanno invocato il 25esimo emendamento su X, idem i deputati Mary Miller, Marjorie Taylor Greene e Mike Collins.

Claudia Tenney ha scritto anche una lettera al ministro della giustizia criticando le conclusioni del procuratore speciale Robert Hur, che non ha raccomandato accuse al presidente per la gestione incauta di documenti classificati: «Biden deve essere incriminato, oppure deve essere rimosso. Non c'è via di mezzo».

Anche numerose altre figure di destra di alto profilo, come il fondatore di Turning Point USA Charlie Kirk, il conduttore di un programma radiofonico Mark Levin e l'ex governatore del Wisconsin Scott Walker hanno suggerito di applicare il 25esimo emendamento.

Più cauti per ora i vertici del Grand Old Party (GOP), anche se lo speaker della Camera Mike Johnson ha definito Biden «inadatto allo Studio Ovale».

Non sono necessarie accuse precise

Il 25esimo emendamento consente di rimuovere il presidente senza che sia necessario elevare accuse precise. È sufficiente che il vice presidente e la maggioranza del governo trasmettano una lettera al Congresso sostenendo che il presidente non è in grado di esercitare i poteri e i doveri del suo ufficio.

In tal caso gli subentra il vicepresidente. Se il presidente si oppone, a decidere è la Camera, con i due terzi dei voti.

Il caso più noto in cui si è fatto ricorso a questo emendamento è quando il vicepresidente Gerald Ford nel 1974 prese il posto di Richard Nixon, dimessosi dopo essere stato travolto dallo scandalo del Watergate.

«Dovrebbe sostenere un test di competenza mentale»

La notizia arriva dopo che ieri, giovedì, è stato pubblicato il rapporto del procuratore speciale Robert Hur nell'inchiesta su alcuni documenti segreti sull'Afghanistan che erano conservati in una scatola di cartone usurata nel garage del presidente.

Pur criticando la gestione dei documenti da parte di Biden, Hur ritiene che il presidente non debba essere incriminato.

Inoltre, nel rapporto si fa riferimento a Biden «come un uomo anziano empatico, ben intenzionato e con una scarsa memoria», un commento che non è stato apprezzato dalla Casa Bianca, ma che ha provocato anche la pronta reazione della candidata presidenziale repubblicana Nikki Haley che su X chiede che il commader in chief «dovrebbe sostenere immediatamente un test di competenza mentale e dovrebbe condividerlo con il pubblico».

Biden: «La mia memoria è buona»

Joe Biden dal canto suo, visibilmente irritato dalle osservazioni sulla sua memoria contenuto nel rapporto, ha convocato in fretta e furia una conferenza stampa in cui non ha lesinato le critiche.

In particolare il riferimento del giudice al fatto che non ricorderebbe la data della morte del figlio Beau, stroncato da un cancro a 45 anni, ha fatto arrabbiare Biden: «Come ha osato?», ha dichiarato visibilmente scosso.

«Non ho bisogno di nessuno che mi ricordi quando è morto mio figlio: ricordo ogni minuto, ogni istante di quel giorno».

Visto l'interesse che la parte del rapporto sulle capacità mentali del presidente statunitense ha suscitato sui media, Biden ha voluto chiarire che la sua memoria «è buona: guardate che cosa ho fatto da quando sono presidente».

E poi ha scherzato con il corrispondete della Fox alla Casa Bianca. «Forse la mia memoria è cattiva perché ti ho permesso di farmi la domanda», ha detto.