USA Pentagono: Trump caccia anche il capo gabinetto

ATS

6.1.2019 - 22:06

Cade un'altra testa al Pentagono: quella del capo di gabinetto Kevin Sweeney, il contrammiraglio che è stato uno dei più stretti collaboratori del segretario alla difesa James Mattis, e come lui contrario al ritiro delle truppe Usa dalla Siria e dall'Afghanistan.

Proprio per questo - spiegano fonti governative - dietro alle improvvise dimissioni di Sweeney ci sarebbe lo zampino della Casa Bianca, che di fatto lo avrebbe costretto all'addio come accaduto con lo stesso Mattis e con la portavoce del dipartimento alla difesa Dana White.

Dunque, l'operazione di rimpasto avviata nell'amministrazione Trump dopo le elezioni di metà mandato non si ferma e assomiglia sempre più ad un'epurazione. Il presidente ora può contare sui pochissimi rimasti della vecchia guardia - come il genero Jared Kushner e lo stratega Stephen Miller - e su una rinnovata cerchia di fedelissimi come il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton e il nuovo capo dello staff della Casa Bianca Mick Mulvaney.

Tutti sono stati convocati nel weekend nella residenza presidenziale di Camp David per fare il punto della situazione: dalla questione Siria a quella del muro col Messico e dello shutdown che entra nella sua terza settimana.

Un vero e proprio ritiro, insomma, dei più stretti consiglieri e collaboratori del tycoon per decidere cosa fare e come contrastare la nuova realtà creatasi in Congresso, con i democratici in maggioranza alla Camera. E per definire l'agenda per il 2019 anche in vista del discorso sullo stato dell'Unione che Donald Trump dovrà tenere il prossimo 29 gennaio davanti al Congresso riunito in sessione plenaria.

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