ItaliaLa Russa presidente con i voti dell'opposizione, caos nel centrodestra
SDA
13.10.2022 - 22:08
Alla prima prova il centrodestra in Italia si divide. Ignazio La Russa (Fratelli d'Italia/FdI) diventa così presidente del Senato, come ha fortemente voluto la leader di FdI Giorgia Meloni, ma col soccorso – «anonimo» – delle opposizioni.
13.10.2022, 22:08
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E se è vero, come dice Meloni che a contare «sono i risultati», il malumore reso evidente da Forza Italia con la non partecipazione al voto rischia di avere strascichi sulla trattativa, ancora apertissima, per la costruzione del governo. Tanto che gli azzurri potrebbero addirittura presentarsi da soli alle consultazioni.
«Oggi il centrodestra darà mostra di compattezza, lealtà e unità», pronostica Matteo Salvini che sarà smentito pochissimo dopo dai fatti. Il leader della Lega ha riunito i suoi senatori e annuncia il «passo di lato» del candidato leghista, Roberto Calderoli. Un segno di distensione nella maggioranza dopo le acque agitate degli ultimi giorni, che portano il centrodestra all'appuntamento con l'elezione dei presidenti delle Camere senza che sia chiusa una intesa tra i tre alleati.
E a Montecitorio, in cui ha sede la Camera dei deputati, negli stessi istanti, Silvio Berlusconi (Forza Italia) si confronta («scontra», raccontano in molti) di nuovo con Meloni dopo la fumata nera di ieri a Villa Grande. All'uscita entrambi assicurano che è andato tutto bene, «come sempre». Il finale in effetti vedrà La Russa presidente ma a scapito di una lacerazione della coalizione che non sarà semplice ricomporre.
Il Cavaliere arriva a Palazzo Madama, sede del Senato, allegro, ma dopo il discorso inaugurale della senatrice Liliana Segre, superstite dell'Olocausto e testimone attiva della Shoah italiana, al dunque, riunisce i suoi fuori dall'Aula e lì matura lo strappo. C'è «disagio» per i «veti» e bisogna dare «un segnale», è la linea che prevale tra gli azzurri.
Insofferenza» tra i senatori di Fratelli d'Italia
Così Forza Italia non risponde alla chiamata e fa mancare 16 voti di centrodestra a La Russa, che pure viene votato da Elisabetta Casellati, che lo ha preceduto sullo scranno più alto di Palazzo Madama, e dallo stesso Berlusconi. Un gesto che servirà ai colonnelli di Fdi per minimizzare l'accaduto: il «Cav» ha votato, segno che alla fine prevale sempre «lo spirito di coalizione».
Ma che non basta a contenere «l'insofferenza» tra i senatori di Fratelli d'Italia. E che comunque non fa raggiungere uno degli obiettivi dell'ex premier costretto ad ammettere che non ci sarà «nessun ministero» per la senatrice di Forza Italia Licia Ronzulli.
Nel frattempo a Palazzo Madama scatta la caccia ai colpevoli, quasi in contemporanea all'applauso che accompagna l'elezione di La Russa: superato il quorum dei 104 voti infatti la conta continua e i numeri si mostrano ben più ampi della somma (che sarebbe peraltro risultata insufficiente alla prima votazione) di Lega e Fdi.
«Non siamo stati noi», mette le mani avanti per primo Matteo Renzi (Italia Viva), è il centrodestra alle prese con «regolamenti dei conti» interni. I nove del Terzo Polo, assicura anche Carlo Calenda, hanno votato compatti scheda bianca. Ma lo stesso dicono dal Partito democratico (Pd).
Comportamento «irresponsabile oltre ogni limite», attacca il segretario del Pd Enrico Letta, osservando che «una parte dell'opposizione non aspetta altro che entrare in maggioranza». Un messaggio simile filtra dal MoVimento 5 Stelle, dove si punta il dito contro «la finta opposizione fatta dei soliti giochini».
«Maggioranza divisa», ma anche «opposizione divisa»
Bilancio finale: «maggioranza divisa» ma anche «opposizione divisa», sintetizza Pierferdinando Casini (Centristi per l'Europa), consigliando a tutti «qualche corso di formazione politica». Lo stesso commento del democratico Dario Franceschini («chi l'ha fatto non capisce nulla di politica»), tra i primi indiziati secondo Renzi, che però a scanso di equivoci assicura di non avere «alcuna intenzione» di fare il vicepresidente del Senato. Proprio all'elezione dei vice si guarda nei capannelli, per cercare di individuare qualche forma di «scambio».
Ora bisogna vedere cosa succederà alla Camera, dove Salvini, dopo avere di nuovo incontrato nel tardo pomeriggio Meloni, schiera il suo vice Lorenzo Fontana al posto del nome che fino a ieri era in «pole position», quello di Riccardo Molinari, che rimarrà al suo posto a fare il capogruppo. Sfuma così l'ipotesi, pure circolata, di Giancarlo Giorgetti terza carica dello Stato.
Che è pronto comunque ad andare al Ministero dell'economia e delle finanze (Mef), «se me lo chiedono». Ma quella per i ministeri, a questo punto, sarà tutta un'altra trattativa.