Guerra in Medio OrienteGantz si dimette dal governo: «Netanyahu impedisce la vittoria»
SDA
9.6.2024 - 21:27
Benny Gantz e il suo partito Unità nazionale lasciano il governo israeliano, con accuse pesanti al premier Benyamin Netanyahu che per convenienze politiche, a suo avviso, «impedisce la vera vittoria» nella guerra a Gaza, né ha un piano per cosa avverrà dopo la fine del conflitto, condizione per lui essenziale per restare nell'esecutivo. E chiede nuove elezioni.
Keystone-SDA
09.06.2024, 21:27
SDA
Parlando in diretta tv, l'ex generale ha detto di aver preso questa decisione «con il cuore pesante». «Netanyahu ci impedisce di avanzare verso la vera vittoria», ha attaccato. «Le decisioni strategiche vengono affrontate con procrastinazione ed esitazione a causa di considerazioni politiche».
«Dopo il 7 ottobre, come hanno fatto centinaia di migliaia di israeliani patriottici, ci siamo messi a disposizione. Lo abbiamo fatto anche se sapevamo che si trattava di un cattivo governo. Proprio perché sapevamo che era un cattivo governo». Ma ora, dice, le cose sono cambiate.
«Lo Stato di Israele ha bisogno e può ottenere una vera vittoria – ha spiegato –. Una vera vittoria mette il ritorno a casa dei rapiti al di sopra della sopravvivenza al potere. Una vera vittoria unisce il successo militare con un'iniziativa politica e civile. Una vera vittoria porterà al collasso di Hamas e alla sua sostituzione. Una vera vittoria consiste nel riportare a casa sani e salvi gli abitanti del nord. Una vera vittoria consiste nello stabilire un'alleanza regionale contro l'Iran guidata dagli Stati Uniti con tutto il mondo occidentale».
La decisione indebolisce, ma non termina il governo
La decisione di Gantz – doveva essere annunciata ieri, ma è stata rinviata dopo la liberazione dei 4 ostaggi tenuti a Nuseirat – indebolisce ma non provoca la fine del governo Netanyahu, che alla Knesset ha ancora i numeri per proseguire. Il leader centrista, subito dopo l'annuncio, ha chiesto elezioni il prima possibile, affermando che a Gaza occorre attuare il piano offerto dal presidente Usa Joe Biden.
Su X il primo ministro gli ha invece chiesto di «non abbandonare la battaglia». Ma il ministro superfalco Itamar Ben-Gvir ha già chiesto di rimpiazzare lui Gantz nel gabinetto di guerra.
Nel raid israeliano sarebbero stati uccisi quasi 300 palestinesi
Intanto, Israele ha oggi celebrato la liberazione dei 4 prigionieri, anche se nel raid, secondo Hamas, sono stati uccisi 274 palestinesi, tra cui molti civili (circostanza confermata dagli Stati Uniti), donne e bambini. Lo stesso movimento islamico ha detto che nel blitz sono rimasti uccisi altri tre ostaggi, ma su questo non c'è stata alcuna conferma indipendente.
Per l'Idf, tre dei quattro liberati erano tenuti prigionieri nella casa di un giornalista palestinese che lavorava per Al Jazeera, Abdullah Jamal, un operativo di Hamas. Le attività dell'emittente in Israele sono intanto state vietate per altri 45 giorni.
Il padre di un ostaggio «è morto di dolore»
E doveva essere un giorno di gioia per Almog Meir Jan, uno dei 4 ostaggi israeliani liberati ma si è trasformato in un ennesimo dramma: suo padre, che dal giorno del suo rapimento si era andato progressivamente spegnendo per lo strazio, è morto poche ore prima che suo figlio fosse portato in salvo.
La famiglia non ha dubbi: «È morto di dolore». La zia dell'ostaggio liberato, Dina, ha raccontato alla tv pubblica Kan di essere corsa a casa del fratello per dargli la buona notizia, solo per trovarlo morto. Yossi Jan, 57 anni, nei lunghi mesi della prigionia del figlio si era chiuso in sé stesso, perdendo ben 20 chili.
L'esercito israeliano non si ferma a Gaza
L'Idf continua comunque a operare a Gaza. In particolare, si legge in una nota, truppe della 198ma Divisione stanno combattendo nella città di Deir al Balah e nel campo profughi di Bureij, dopo aver preso parte alla liberazione di quattro ostaggi.
Nell'area meridionale di Rafah, invece, è in azione la 162ma Divisione, che conduce operazioni basate su informazioni d'intelligence e ha localizzato diversi tunnel e condotti verticali e grandi quantità di armi, esplosivi ed equipaggiamento militare.
Nel centro di Gaza opera la 99ma Divisione, con il compito di smantellare le infrastrutture dei terroristi. Nel sud di Gaza City sono stati sparati diversi colpi di mortaio alle truppe israeliane dall'Università islamica della città capoluogo, senza ferire nessuno.