Dopo le proteste Le Isole Faroe pronte a rivedere la caccia ai delfini

SDA

16.9.2021 - 21:19

Immagine d'illustrazione.
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KEYSTONE

Le Isole Faroe sono pronte a riconsiderare la pratica della caccia ai delfini dopo l'ondata di proteste a causa del recente massacro di oltre 1'400 mammiferi in un solo giorno.

16.9.2021 - 21:19

«Il governo ha deciso di avviare una valutazione dei regolamenti sulla cattura dei delfini atlantici», ha dichiarato in una nota il primo ministro dell'arcipelago del nord dell'Atlantico, Bárður á Steig Nielsen. «Anche se queste cacce sono considerate sostenibili, esamineremo da vicino le cacce ai delfini e quale ruolo dovrebbero svolgere nella società faroese».

Tradizionalmente, le Isole Faroe cacciano i mammiferi di mare in una pratica nota come «grindadrap», per cui i cacciatori prima circondano le balene con un ampio semicerchio di barche da pesca e poi le guidano in una baia per ucciderle.

Normalmente, circa 600 esemplari vengono cacciati ogni anno in questo modo. Ma le foto che mostrano più di 1'420 delfini bianchi in un fiordo vicino a Skála, domenica scorsa, hanno suscitato indignazione sulle reti sociali.

«È stato a lungo riconosciuto a livello internazionale che la caccia ai globicefali nelle Isole Faroe è sostenibile e che il numero di globicefali nell'Atlantico nordorientale è abbondante», ha affermato il governo. Rilevando tuttavia che quanto accaduto il 12 settembre è stato «eccezionale» in termini di numeri.

Sea Shepherd, ente di beneficenza che si batte contro la caccia di balene e delfini, ha descritto il «grind» come barbaro: «se abbiamo imparato qualcosa da questa pandemia è che dobbiamo vivere in armonia con la natura invece di spazzarla via».

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