Medio Oriente Tutto l'Iran senza benzina, in azione hacker legati a Israele

SDA

18.12.2023 - 18:06

Una pompa di benzina rimasta fuori uso a Teheran.
Una pompa di benzina rimasta fuori uso a Teheran.
Keystone

Un gruppo di hacker che Teheran accusa di avere legami con Israele ha rivendicato un attacco informatico che oggi ha interrotto la vendita di carburante in circa il 70% dei distributori di benzina in Iran.

Keystone-SDA

Il ministro del petrolio iraniano Javad Owji ha dichiarato alla tv di Stato che i servizi sono stati bloccati e che un'interferenza esterna è stata la possibile causa, mentre i media iraniani usano apertamente la parola «sabotaggio».

I pirati del web noti come «Gonjeshke Darande» («Passero predatore»), citati sia dai media della repubblica islamica che da quelli israeliani, sostengono di aver «paralizzato le stazioni di servizio in tutto il Paese»: «Questo attacco informatico è la risposta all'aggressione dell'Iran e dei suoi alleati nella regione (mediorientale)», si legge nelle dichiarazioni in farsi e in inglese, «Khamenei, giocare con il fuoco ha un prezzo».

In precedenza «Gonjeshke Darande» aveva rivendicato un cyber attacco alle principali aziende siderurgiche iraniane. I funzionari di Teheran non hanno chiarito i motivi del blocco della distribuzione di carburante facendo sapere che il servizio tornerà in funzione entro lunedì sera.

«C'è un problema tecnico che ha creato un malfunzionamento a causa della cospirazione dei nemici per mettere in ombra il benessere del popolo», ha dichiarato l'azienda di distribuzione del petrolio nazionale dell'Iran in un comunicato.

Guerra ibrida via il web

L'Iran, uno dei principali produttori di petrolio, gode di prezzi della benzina tra i più bassi al mondo, ma gli automobilisti devono utilizzare carte speciali per acquistare a tariffa agevolata e hanno un limite mensile prima di passare ai prezzi di mercato.

Alla guerra ibrida via web tra Iran e Israele si è aggiunto pure un altro capitolo. Gerusalemme ha accusato i servizi di intelligence della repubblica degli ayatollah e degli Hezbollah libanesi di aver lanciato alla fine di novembre un attacco informatico contro il centro medico di Safed (Galilea), in una sorta di operazione di solidarietà nei confronti di Hamas.

Un'indagine congiunta dell'esercito, dello Shin Bet (sicurezza interna) e dell'apparato statale di protezione da attacchi cyber ha portato alla conclusione, secondo una nota ufficiale, che è stato lanciato da un gruppo di hacker denominato 'Agrius' (collegato all'intelligence dell'Iran) e dai 'Lebanese Cedars' degli Hezbollah.

L'attacco è stato bloccato, ma solo dopo che «Informazioni di carattere riservato» erano state prelevate e divulgate sul web.