Documenti falsi Intervista a Lady D nel 1995: l'ex giornalista della BBC si scusa e si difende

AFP

23.5.2021

Martin Bashir in una foto del 2007 a Beverly Hills
Martin Bashir in una foto del 2007 a Beverly Hills
GETTY IMAGES / AP

Il giornalista Martin Bashir, accusato di inganno dopo l'intervista esplosiva con Lady Diana nel 1995, si è scusato domenica con i principi William e Harry, ma contesta di aver contribuito alla «paranoia» della principessa.

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Più di 25 anni dopo l'intervista esplosiva di Lady D, che ha scombussolato la monarchia britannica, giovedì un rapporto indipendente ha denunciato i metodi «ingannevoli» usati dal giornalista per ottenerla, obbligando la BBC a scusarsi.

Il fratello di Diana, Charles Spencer, disse che Martin Bashir gli aveva mostrato degli estratti conto - rivelatisi ora dei falsi - che dimostravano come i servizi di sicurezza di Bukingham Palace stavano pagando due persone per spiare sua sorella. I documenti lo hanno spinto, secondo quanto ha dichiarato, a presentare il giornalista a Lady D.

Bashir, intervistato dal Sunday Times, ha detto oggi di essere «profondamente dispiaciuto» per i figli della principessa Harry e William. «Non ho mai avuto intenzione di danneggiare Diana in alcun modo, e non credo che l'abbiamo fatto», ha detto al giornale.

Secondo William l'intervista aveva contribuito a deteriorare ulteriormente il rapporto tra i suoi genitori e «alimentato le paure, la paranoia e la solitudine degli ultimi anni» della vita di Diana. Harry, da parte sua, ha tracciato un collegamento tra la morte di sua madre e «l'effetto a catena di questa cultura di sfruttamento e pratiche non etiche».

Diana morì in un incidente d'auto a Parigi nel 1997, all'età di 36 anni.

Criticata la gestione della BBC

«Non credo di poter essere ritenuto responsabile di molte delle cose che stavano succedendo nella sua vita», ha detto Bashir. «Suggerire di essere individualmente responsabile è irragionevole e ingiusto».

L'intervista del 1995 è stata vista da quasi 23 milioni di spettatori nel solo Regno Unito.

Nel suo rapporto, l'ex giudice della Corte Suprema John Dyson ha rimproverato la BBC per la gestione del caso. Tony Hall, cheera responsabile della redazione della BBC al momento dell'intervista, sabato si è dimesso da presidente della London National Gallery.

La sua gestione del caso è stata criticata nella relazione, che ha sottolineato in particolare che durante l'indagine interna svolta nel 1996, la BBC non aveva chiesto a Charles Spencer la sua versione dei fatti.

Crisi alla BBC

Il rapporto ha provocato una crisi all'interno del gruppo radiotelevisivo pubblico che da anni trascina la vicenda come un fardello.

«La reputazione della BBC - una delle nostre grandi istituzioni - è stata compromessa», ha detto domenica a SkyNews il ministro dell'Interno Priti Patel. «È tempo che la BBC rifletta in modo assoluto sulle conclusioni di questo rapporto e ricostruisca quella fiducia», ha aggiunto.

Secondo SkyNews, Charles Spencer ha chiesto al capo della polizia di Londra di riesaminare i termini dell'intervista.

«Ci sono tre persone nel mio matrimonio»

Sul Sunday Times Bashir ha assicurato che l'intervista è stata condotta nei termini stabiliti da Diana, e che i due sono rimasti ottimi amici in seguito.

«Io e la mia famiglia l'abbiamo adorata», ha continuato, rivelando che Diana aveva visitato sua moglie e il loro bambino appena nato in ospedale e che la principessa aveva organizzato una festa di compleanno per uno dei suoi figli a Kensington Palace.

Bashir ha detto che si è rammaricato per le false dichiarazioni dei conti, ma ha sottolineato che non avevano «nulla a che fare» con le rivelazioni fatte durante l'intervista.

Diana aveva affermato in particolare che c'erano «tre persone» nel suo matrimonio - in riferimento alla relazione che Charles aveva con Camilla Parker Bowles - e aveva ammesso di avere una relazione lei stessa.

Bashir criticato anche da Michael Jackson

Bashir era poco conosciuto all'epoca dell'intervista a Lady D, ma in seguito ha intrapreso una carriera di successo, che lo ha portato in particolare a  intervistare, tra le altre celebrità, anche Michael Jackson.

L'ormai defunta pop star si era in seguito lamentata con il regolatore audiovisivo britannico, accusando Bashir di aver fornito un'immagine distorta del suo comportamento e della sua condotta di padre.

Il giornalista ha poi lavorato per la BBC come corrispondente incaricato della religione, fino alle sue dimissioni la scorsa settimana per motivi di salute, poco prima della consegna del rapporto Dyson.