Eliseo 2022 Il sollievo dell'Europa: «La Francia è ancora con noi»

SDA

24.4.2022 - 21:52

Il tripudio di cinguettii con cui i vertici europei hanno salutato la rielezione di Emmanuel Macron solo pochi minuti dopo la diffusione dei primi exit poll restituisce il sollievo dell'Europa (immagine illustrativa/foto d'archivio).
Il tripudio di cinguettii con cui i vertici europei hanno salutato la rielezione di Emmanuel Macron solo pochi minuti dopo la diffusione dei primi exit poll restituisce il sollievo dell'Europa (immagine illustrativa/foto d'archivio).
KEYSTONE/AP/Virginia Mayo

Il tripudio di cinguettii con cui i vertici europei hanno salutato la rielezione di Emmanuel Macron solo pochi minuti dopo la diffusione dei primi exit poll restituisce il sollievo dell'Europa.

Il voto francese rilancia il progetto di chi, a Bruxelles e non solo, vuole un'Ue più forte ed autonoma, allontana il baratro del nazionalismo e conferma che, a cominciare dalla guerra in Ucraina, l'Unione potrà ancora fare affidamento su uno dei suoi leader più influenti.

«Possiamo contare sulla Francia per altri 5 anni», è il tweet con cui il presidente del Consiglio Ue Charles Michel ha riassunto il plauso delle istituzioni europee.

A Bruxelles in pochi si attendevano il clamoroso ribaltone di Marine Le Pen. Ma il ricordo della Brexit e dell'elezione di Donald Trump, nei giorni scorsi, invitava alla prudenza. Anche perché il prezzo da pagare con una sconfitta di Macron, per l'Ue, sarebbe stato altissimo.

Basta un dato a ricordarlo: l'inquilino dell'Eliseo avrebbe dovuto lasciare proprio mentre era presidente di turno del semestre europeo. Non a caso, Macron aveva escluso il mese di aprile dal calendario delle iniziative messe in campo per la presidenza dell'Ue.

Ora il 9 maggio, all'incontro finale della Conferenza sul futuro dell'Europa, sarà lui a presentarsi a Strasburgo forte di una vittoria che rilancia anche la sua strategia europea. Una strategia che punta ad un Vecchio Continente più autonomo, anche da un punto di vista militare, e più integrato in alcuni settori chiave come quello energetico.

«Un'Europa solida e una Francia impegnata»

La vittoria del fondatore di En Marche è ancora più rilevante perché non interrompe i piani dell'Ue in uno dei momenti più delicati della sua storia, segnato dalla guerra in Ucraina e da tutte le sue conseguenze economiche e diplomatiche.

«In questo periodo tormentato abbiamo bisogno di un'Europa solida e di una Francia impegnata nella maniera più assoluta per una Ue più sovrana e più strategica», ha sottolineato non a caso Michel. «Una forte leadership è essenziale in questi tempi incerti», gli ha fatto eco la presidente della Bce Christine Lagarde.

Mentre dall'India, dove è in missione, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, ha assicurato che con Macron «porteremo avanti la Francia e l'Europa».

«Un'Ue forte ha bisogno di una Francia forte», ha esultato dal canto suo la presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola, mentre per il commissario Ue all'Economia la vittoria del presidente uscente è «un colpo al sovranismo». Un plauso che ha unito anche Italia, Germania e Olanda.

Eppure, in un Europarlamento dove i fan di Macron erano in netta maggioranza, il capogruppo del Ppe Manfred Weber da un lato ha applaudito la vittoria di Macron ma dall'altro ha rimarcato come con la sua presidenza «populismi e estremismi sono diventati più forti che mai». «La sua idea politica ha fallito, questo è l'ultimo avvertimento», ha ammonito Weber.

Per il momento, tuttavia, a Bruxelles splende il sole. In un solo colpo l'Ue ha incassato la conferma di Macron e, in Slovenia, la probabile sconfitta del premier Janez Jansa, euroscettico e più di una volta ai ferri corti con i vertici Ue. A Lubiana, ora, dovrebbe toccare al liberale e progressista Robert Golob. Una vittoria, la sua, che toglie una sponda all'ungherese Viktor Orban e al gruppo Visegrad già sfilacciato dalla guerra in Ucraina.