Epidemia GB: Johnson annuncia il lockdown nazionale

ATS

31.10.2020 - 20:28

Boris Johnson
Boris Johnson
Source: KEYSTONE/EPA/WILL OLIVER

Il premier britannico Boris Johnson ha annunciato oggi l'entrata in vigore dalla settimana prossima di un lockdown nazionale bis in tutta l'Inghilterra per cercare di frenare la seconda ondata di contagi da coronavirus innescatasi nel Paese come altrove in Europa.

La restrizione, a differenza della primavera, non comprende tuttavia la chiusura di scuole e università: è prevista da giovedì 5 novembre al 2 dicembre. «Se non agiamo ora» rischiamo di avere «migliaia di morti al giorno» tra alcune settimane, ha detto Johnson in una conferenza stampa evocando in quel caso «un disastro morale» per il servizio sanitario (Nhs) e il Paese.

Il primo ministro ha difeso la scelta delle restrizioni locali adottate nelle ultime settimane, sottolineando «i costi del lockdown», ma di fronte ai nuovi dati ha formalizzato il via libera al lockdown bis da giovedì invitando di nuovo la popolazione a «restare a casa».

La stretta prevede la chiusura di tutti i negozi non essenziali (escluse farmacie, supermercati e poco altro), delle attività ricreative e sociali, di alberghi, ristoranti, pub e caffè salvo che per i servizi di take-away, nonché il ritorno dell'indicazione tassativa di lavorare da casa per chiunque lo possa fare, di non uscire se non per le esigenze fondamentali, con il permesso di far sì attività fisica, ma la limitazione di poter incontrare da giovedì all'aperto non più di un'altra persona non convivente (ossia di passare dall'attuale tetto di 6 a quello di appena due). Vietate oltre le riunioni in casa fra nuclei familiari diversi.

La svolta, motivata da Boris Johnson con l'allarme crescente suggerito dalle ultime proiezioni dei consulenti medico-scientifici che ipotizzano – al ritmo attuale di diffusione del virus – la ricomparsa di un pericolo di sovraffollamento imminente degli ospedali del servizio sanitario nazionale (Nhs) e una potenziale impennata del numero di contagi e decessi quotidiani che alcuni modelli paventano fino a picchi di oltre 4000 morti al giorno se la curva non venisse abbassata nelle prossime settimane.

Una tendenza che sta accelerando in modo «molto veloce» e rispetto a certi indicatori in misura «esponenziale», come sottolineato dai consiglieri medici di riferimento del primo ministro, Chris Whitty e Patrick Vallance, presenti nella conferenza stampa di stasera a Downing Street accanto a Johnson, e su cui le restrizioni locali adottate finora hanno avuto a ottobre un impatto solo parziale sul tasso d'incremento dell'indice d'infezione Rt nel Regno.

Dal mondo scientifico britannico, alcuni esperti chiedono peraltro ancora maggior severità, mentre vari sindacati del settore dell'istruzione invocano anche lo stop a scuole e università. L'opposizione laburista contesta da parte sua al governo conservatore di aver resistito troppo a lungo – pressato dal business e dagli umori di una parte dei deputati della maggioranza, oltre che della società – sulla strategia recente delle restrizioni locali graduate territorio per territorio attraverso tre livelli di allerta. E rivendica di aver suggerito per bocca del suo leader Keir Starmer un semi-lockdown di due settimane fin dalla prima metà di ottobre: soluzione adottata dal governo locale a guida Labour in Galles dal 23 ottobre fino al 9 novembre, ma che potrebbe in effetti rivelarsi a sua volta insufficiente e non sfuggire a una proroga all'ultimo momento.

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