Siria Erdogan minaccia l'Europa: «Se ci ostacolate vi mandiamo i profughi»

ATS

10.10.2019 - 13:12

Se l'UE ci accuserà di «occupazione» della Siria e ostacolerà la nostra «operazione» militare, «apriremo le porte a 3,6 milioni di rifugiati e li manderemo da voi». Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, parlando ai leader provinciali del suo AKP. Iniziata intanto la repressione dei dissidenti interni. 

A meno di 24 ore dall'inizio dell'operazione militare «Fonte di Pace» nel nord-est della Siria, «109 terroristi sono stati uccisi», ha anche detto il presidente turco.

Ci sono anche diversi miliziani curdi «feriti» e altri che si sono «consegnati» all'esercito turco e ai suoi alleati locali, ha aggiunto Erdogan, senza indicare in questo caso un numero preciso.

Ankara accusa Bruxelles

Il leader di Ankara è poi tornato ad accusare Bruxelles di non aver rispettato le «promesse», perché non ha ancora trasferito la seconda tranche di 3 miliardi di euro di aiuti per la gestione dei rifugiati siriani, prevista dall'accordo del marzo 2016, rivendicando che la Turchia avrebbe invece speso «40 miliardi di dollari».

Erdogan ha anche rinnovato le critiche all'UE per non aver accettato la Turchia come Paese membro. «Dal '63 fino a ora ci avete tenuti occupati», ha detto il presidente turco, riferendosi all'accordo di associazione che quell'anno ha stabilito le relazioni formali tra Ankara e le istituzioni europee.

Al mondo intero «voglio dare questa rassicurazione: Daesh (Isis) non sarà presente nella regione» della Siria nordorientale dopo l'operazione militare avviata dalla Turchia, ha poi detto Erdogan, parlando ai leader provinciali del suo partito AKP.

Iniziata la repressione dei dissidenti

A meno di 24 ore dall'inizio dell'operazione militare contro le milizie curde nel nord-est della Siria, è intanto scattata in Turchia la repressione interna contro i commenti ostili all'offensiva.

La procura della capitale Ankara ha aperto giovedì un'inchiesta per «propaganda terroristica» nei confronti dei co-leader del partito filo-curdo HDP, terza forza nel Parlamento turco, i deputati Sezai Temelli e Pervin Buldan. Almeno altre 78 persone sono indagate per i loro post sui social media.

La stretta riguarda anche i media. Il quotidiano di sinistra Birgun ha denunciato che il suo caporedattore web, Hakan Demir, è stato arrestato giovedì dalla polizia nella sua abitazione per la copertura dell'operazione militare da parte del suo giornale.

Le accuse di «propaganda terroristica» sono frequenti in Turchia, specie in relazione alle attività dell'esercito e in caso di attentati terroristici.

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