Quella che doveva essere la Conferenza dell'Onu sui cambiamenti climatici all'insegna dell'ambizione, svoltasi a Madrid, non ha messo a segno gli obiettivi. Con due giorni extra ha evitato il disastro ma non il fallimento, secondo gli ambientalisti.
Nonostante il severo monito della scienza e le proteste della società civile in tutto il mondo, alla Cop25 non c'è stato accordo e la soluzione di alcuni nodi è rinviata al 2020.
Nelle oltre due settimane di negoziati a Madrid, in quella che è stata la Conferenza delle parti (Cop) più lunga di sempre (cominciata il 2 dicembre), una vittoria c'è, seppure a metà, ed è quella dei Paesi vulnerabili, vittime degli eventi meteo estremi e di cui alcuni rischiano di sparire, come le piccole isole del Pacifico. Hanno costretto i Paesi più ricchi a indicare entro l'anno prossimo di quanto aumenteranno (quindi non è più un'opzione) gli impegni entro il 2030 per tagliare i gas serra, all'origine del riscaldamento globale e dei disastri ambientali.
A Glasgow la resa dei conti
Era un punto non così formulato nell'Accordo di Parigi del 2015. Ora, è scritto chiaro e quindi alla Cop26 di novembre 2020 a Glasgow nessun Paese potrà più sottrarsi dall'indicare di quanto aumenterà il contributo nazionale (Ndc) sul clima. Solo così si potrà capire se c'è un gap fra gli impegni presi e quelli necessari per contenere l'aumento medio della temperatura globale entro 1,5 gradi entro il 2100 rispetto al periodo preindustriale. Aumento che, secondo la scienza, può evitare fenomeni climatici estremi. L'anno prossimo sarà perciò cruciale per salvare l'Accordo di Parigi.
Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, che aveva aperto la Conferenza dei 196 Paesi più l'Ue pronunciando tre volte la parola «ambizione» si è detto «deluso» del risultato affermando che «la comunità internazionale ha perso una opportunità importante per mostrare maggiore ambizione». In un tweet ha esortato: «Non dobbiamo arrenderci, e io non mi arrenderò».
La delusione di Greta
Dello stesso tenore il tweet di Greta, la giovane attivista svedese che aveva anche partecipato ad alcuni eventi della Cop sottolineando che i governi non sembrano percepire l'urgenza e chiedendosi come possano non avere panico: «La scienza è chiara, ma la si sta ignorando. Qualunque cosa accada non ci arrenderemo. Abbiamo appena iniziato».
Trattative estenuanti
Nel braccio di ferro fra i Paesi ricchi e quelli vulnerabili, il risultato a favore dei più poveri e deboli è comunque frutto di un compromesso arrivato dopo trattative estenuanti di 14 giorni (nell'ultima plenaria era chiara la stanchezza tra errori e fretta di prendere l'aereo).
L'altro punto cruciale era quello della revisione degli aiuti per le perdite e i danni (Loss and damage) che subiscono i Paesi vulnerabili (peraltro i meno responsabili dei gas serra) per cui si chiede ancora uno sforzo di risorse ai Paesi ricchi. Si è deciso di rinviare al 2020, come è stata rinviata anche la definizione delle regole sul mercato globale delle emissioni di anidride carbonica.
Per il WWF, «i Paesi più inquinanti – fra cui Stati Uniti, Cina, India, Giappone, Brasile, Arabia Saudita – si sono sottratti alla responsabilità di ridurre le emissioni di gas serra» continuando ad «anteporre i propri interessi alla crisi planetaria».
L'esito di questa Cop «è completamente inaccettabile» secondo Greenpeace anche per «l'irresponsabile debolezza della presidenza cilena».
Astio, odio e cattiveria: l'altra faccia dell'«effetto Greta»
Greta Thunberg circondata dalla sua famiglia: se solo si conoscesse questa foto della sedicenne, non ci sarebbe nemmeno un commento di odio su di lei.
Immagine: Instagram/@gretathunberg
Ma dato che la svedese incontra personalità eminenti come papa Francesco e politici in vista quali ...
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... l'ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, oltre al fatto che oggi praticamente tutti conoscono le sue rivendicazioni per la protezione del clima, la giovane ambientalista nel frattempo è diventata un personaggio pubblico.
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Greta Thunberg non solo ha dato il via alle proteste studentesche «Fridays for Future», ma ha anche ispirato dei coetanei, come questo studente ugandese.
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Tuttavia, chi riesce ad apparire sull'immagine di copertina del «Time» già in giovane età attira anche invidia. E le persone invidiose possono poi diventare haters ...
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... nel momento in cui si vanno a criticare dei punti che toccano delle ferite morali: poiché la svedese denuncia lo sfruttamento di risorse e critica l'atteggiamento nei confronti dell'ambiente tipico del mondo occidentale ...
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... molte persone confondono le accuse generali con critiche rivolte specificamente alla propria persona. Ecco che si innesca l'«altra faccia dell'effetto Greta»: la giovane donna viene sofisticamente...
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...colpevolizzata e non appena esce fuori un errore, i giornalisti, ma anche i curiosi, incombono con i loro elenchi di commenti pieni di cattiveria cavalcando sulle onde dell'errore stesso – «An Uncoveniant Truth», direbbe Al Gore.
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Greta Thunberg e il premio Nobel della chimica 2017, il vodese Jacques Dubochet, durante il dibattito pubblico avuto all'incontro "Smile For Future" all'Università di Losanna ad inzio agosto 2019, pochi giorni prima di salpare per gli Stati Uniti.
Greta con Alexandra Ocasio Cortez, la shooting star dei democratici statunitensi: la presenza costante dei media fa la sua parte nell'alimentare i commenti carichi di odio.
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Greta con Arnold Schwarzenegger: l'ex governatore della California è a conoscenza dell'emergenza climatica.
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Sempre una spanna d'acqua sotto la chiglia. Il 14 agosto 2019, la Thunberg salpa in barca a vela per raggiungere gli Stati Uniti dall'Inghilterra. La traversata dovrebbe durare due settimane piene.
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