Golpe in Birmania Golpe in Birmania, l'ONU condanna, gli Stati Uniti avvertono

SDA

1.2.2021 - 08:38

Il segretario generale dell'ONU Antonio Guterres in un'immagine d'archivio.
Il segretario generale dell'ONU Antonio Guterres in un'immagine d'archivio.
Keystone/EPA UN Photo/MANUEL ELIAS / UN PHOTO / HANDOU

Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha condannato «fermamente» in un comunicato l'arresto da parte dei militari di Aung San Suu Kyi e di altri leader politici in Birmania.

Con «la dichiarazione del trasferimento di tutti i poteri legislativi, esecutivi e giudiziari ai militari», ha commentato, «questi sviluppi sono un duro colpo per le riforme democratiche in Birmania».

La presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, ha affidato le sue parole a Twitter: «Condanno fermamente il colpo di stato in Birmania. Deve essere restaurato il legittimo governo civile, in linea con la costituzione del Paese e le elezioni di novembre. Chiedo il rilascio immediato e incondizionato di tutti i detenuti».

Anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, si è espresso su Twitter: «Condanno fortemente il colpo di stato in Birmania e chiedo ai militari di rilasciare quanti sono stati detenuti illegalmente durante i raid in tutto il Paese. Il risultato delle elezioni deve essere rispettato e deve essere ripristinato il processo democratico».

Gli Stati Uniti pronti a reagire

Gli Stati Uniti «agiranno contro i responsabili se queste misure non saranno revocate»: lo ha reso noto in un comunicato la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, riferendosi agli arresti eseguiti nell'ambito del colpo di Stato in Birmania, incluso quello del capo del governo Aung San Suu Kyi.

Il segretario di Stato statunitense Antony Blinken, da parte sua, ha invitato l'esercito birmano «a rilasciare tutti i funzionari governativi nonché i leader della società civile e a rispettare la volontà del popolo birmano espressa alle elezioni democratiche dell'8 novembre».

Washington, come altri Paesi occidentali, aveva sollecitato i militari il 29 gennaio ad «aderire a standard democratici», mentre il capo dell'esercito – il generale Min Aung Hlaing – aveva dichiarato che la costituzione del Paese poteva essere «revocata» in determinate circostanze.

Anche il premier britannico Boris Johnson ha condannato oggi il colpo di Stato in Birmania e l'arresto della leader Aung San Suu Kyi.

«Condanno il colpo di Stato e l'incarcerazione illegale di civili, compresa Aung San Suu Kyi, in Birmania – ha twittato Johnson -. Il voto del popolo deve essere rispettato e i leader civili rilasciati».

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