Giustizia Assange: pressioni del primo ministro australiano sul governo USA

SDA

1.12.2022 - 07:58

Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha detto in parlamento di aver premuto personalmente sul governo Usa perché metta fine al perseguimento del fondatore di Wikileaks, l'australiano Julian Assange e si è impegnato a continuare a intercedere in suo favore.
Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha detto in parlamento di aver premuto personalmente sul governo Usa perché metta fine al perseguimento del fondatore di Wikileaks, l'australiano Julian Assange e si è impegnato a continuare a intercedere in suo favore.
Keystone

Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha detto in parlamento di aver premuto personalmente sul governo Usa perché metta fine al perseguimento del fondatore di Wikileaks, l'australiano Julian Assange e si è impegnato a continuare a intercedere in suo favore.

1.12.2022 - 07:58

Albanese ha detto di aver sollevato il caso con gli Usa «recentemente», osservando che «è tempo che questa questione sia portata a conclusione». «Ho sollevato la questione personalmente con rappresentati del governo degli Stati Uniti», ha aggiunto. «La mia posizione è chiara ed è stata messa in chiaro con l'amministrazione Usa. Continuerò a sollevarla, come ho fatto di recente in incontri che ho avuto».

Il primo ministro non ha specificato se ha sollevato la questione-Assange direttamente con Joe Biden, ma i due leader hanno avuto di recente diversi incontri faccia a faccia, l'ultimo dei quali due settimane fa in margine al vertice ASEAN in Cambogia.

Albanese, che è stato esortato ripetutamente da parlamentari dei due schieramenti, ha detto di non sostenere le azioni del fondatore di Wikileaks di diffondere in internet informazioni classificate, ma ha aggiunto: «Qual è il senso di continuare questa azione legale che può durare ancora per molti anni? E ha paragonato la situazione di Assange con quella dell'ex militare Usa Bradley (ora Chelsea) Manning, che è stato graziato da Barack Obama dopo aver servito sette anni per aver passato file confidenziali a Wikileaks. «Lei può ora partecipare liberamente nella società Usa».

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