Giustizia Vaud: prosciolte le donne che hanno manifestato a seni nudi

mp, ats

19.5.2022 - 19:49

Sei militanti femministe sono state assolte oggi dal Tribunale di polizia di Losanna. Erano accusate di aver manifestato a seni nudi per le vie del capoluogo vodese durante la Giornata internazionale delle donne dell'8 marzo 2021.

Le sei attiviste hanno parlato sulle scale del Tribunale di polizia di Losanna prima dell'avvio del processo per aver manifestato a seni nudi.
Le sei attiviste hanno parlato sulle scale del Tribunale di polizia di Losanna prima dell'avvio del processo per aver manifestato a seni nudi.
KEYSTONE/JEAN-CHRISTOPHE BOTT

19.5.2022 - 19:49

Le attiviste facevano parte di un gruppo di 18 donne che avevano sfilato senza autorizzazione a Losanna, in un contesto di regole severe legate alla pandemia di Covid-19. Dopo una quindicina di minuti, erano state fermate dalla polizia che aveva chiesto loro di dichiarare la loro identità e di rivestirsi. Avevano obbedito senza resistenza prima di allontanarsi.

Tutte in seguito erano state condannate per decreto d'accusa a una multa di 360 franchi oltre a 200 franchi di spese giudiziarie. Dodici donne hanno pagato la multa, mentre sei vi si sono opposte. Sono proprio queste ultime ad essere state oggi sui banchi degli imputati del tribunale losannese.

La Prefettura di Losanna le accusava di aver partecipato a una manifestazione vietata di oltre 15 persone nello spazio pubblico, di disturbo alla quiete pubblica e di abbigliamento contrario al decoro e alla morale pubblica. Le sei donne si erano opposte proprio a quest'ultimo capo d'accusa.

Un solo capo d'accusa mantenuto

Nella sua sentenza, il presidente del Tribunale di polizia losannese, Giovanni Intignano, ha cancellato due delle accuse nei confronti delle sei attiviste, ovvero il disturbo alla quiete pubblica e l'abbigliamento indecente.

Ha mantenuto invece la condanna per il primo capo d'accusa e il pagamento delle spese giudiziarie, per un totale di 250 franchi anziché 560. Ha tuttavia sottolineato il carattere pacifico della manifestazione.

Uscendo dal tribunale le sei imputate hanno dichiarato di essere sollevate e molto contente. «Era quello che speravamo», ha detto una di loro. «Si tratta di una vittoria, il nostro obiettivo è stato raggiunto, ovvero quello di una giurisprudenza potenzialmente utilizzabile da altre donne e per altre manifestazioni», ha rilevato un'altra attivista.

«Sessualizzazione discriminante»

Denunciando una sessualizzazione discriminante da parte delle autorità, le militanti femministe hanno nel frattempo creato un collettivo denominato «Revoltétons-nous!» (letteralmente «Rivoltettiamoci!"). L'obiettivo è duplice: raccogliere fondi per pagare le spese di giustizia, ma anche lottare contro la sessualizzazione dei corpi femminili.

«È scandaloso che durante una marcia femminista, dei torsi nudi possano venir giudicati 'indecenti' o 'immorali'. Per questo motivo ci opponiamo a questa decisione, con l'obiettivo di fare giurisprudenza, e di potenzialmente poter partecipare legalmente a manifestazioni femministe a seni e torsi nudi», avevano rivendicato prima del processo.

La loro difesa era garantita da cinque avvocate e un avvocato. I difensori ritenevano in particolare che non vi fosse stato un comportamento indecente e chiedevano pertanto il proscioglimento delle sei imputate. Il loro corteo era «privo di ogni carattere sessuale», ha detto durante l'udienza una delle avvocate. «Non ci si riproduce infatti marciando a torso nudo», ha aggiunto.

Regolamento di polizia

La difesa ha pure invocato il diritto alla vita privata e all'espressione della propria personalità. Ha ricordato che si trattava di un impegno politico durante un avvenimento puntuale, ovvero la Giornata internazionale dei diritti delle donne, che le attiviste non erano completamente nude e che non avevano mostrato le loro parti genitali.

Una delle avvocate ha sottolineato come i veri colpevoli fossero invece i curiosi che si erano fermati per guardare le donne a seni nudi e pure per filmarle. Ha pure rilevato l'aspetto discriminatorio del Regolamento della polizia del comune di Losanna sull'abbigliamento, che «non è neutrale» e «prende di mira le donne». «Un uomo non si vedrebbe infliggere le stesse sanzioni di una donna se manifestasse a torso nudo», ha aggiunto.

Alla fine, il tribunale le ha dato ragione, prosciogliendo le imputate dai capi d'accusa più controversi, che la difesa aveva giudicato senza fondamento giuridico e sproporzionati.

mp, ats