40 anni! Un grande classico dei giochi da tavolo festeggia il suo compleanno

di Irene Widmer, SDA

17.12.2019

Che ne dite di una partita? Il gioco da tavolo Trivial Pursuit.
Che ne dite di una partita? Il gioco da tavolo Trivial Pursuit.
Wikicommons/Pratyeka

Sono passati esattamente 40 anni da quando due giornalisti canadesi inventarono il noto quiz da tavolo. L’inizio fu difficile, ci furono degli errori imbarazzanti, ma oggi è considerato il padre di tutti i giochi per sapientoni.

Secondo la leggenda, il 15 dicembre 1979 il giornalista sportivo Scott Abbott e il redattore-illustratore Chris Haney se ne stavano seduti in un pub a Montreal e volevano giocare a Scarabeo, ma non ci riuscirono perché mancavano troppe lettere. Così, dopo una dozzina di birre, i due inventarono il loro quiz: Trivial Pursuit.

Tuttavia la verità è leggermente diversa. Infatti entrambi erano a casa di Haney e avevano bevuto solo una birra. Per via delle lettere mancanti, Abbot andò a comprare un nuovo gioco Scarabeo e a quel punto si lamentò amaramente del prezzo esorbitante.

Bisognava inventare un gioco con cui fare soldi, pensarono i due amici entrambi al verde. Quando Haney prese una birra dal frigo 45 minuti dopo, il prototipo del gioco da tavolo a forma di timone, in cartone e carta bianca, era già bell’e pronto.

Inizialmente fu un flop

Per capire come si commercializza un gioco, i due si recarono alla Fiera del giocattolo di Montreal con la scusa di voler scrivere un articolo. I consigli dei produttori di giocattoli furono preziosissimi come disse Haney in seguito.

Da soli non avevano un capitale sufficiente quindi avviarono una sorta di crowdfunding e trovarono 32 micro-investitori che insieme donarono 75'000 dollari. Poco ci mancò che si unisse al gruppo anche la madre di Haney, il quale tuttavia la dissuase non volendo che la donna perdesse i suoi soldi.

L’uscita del gioco nel 1981 fu di fatto un flop colossale: produrre un singolo gioco costava 75 dollari e il prezzo di vendita ammontava a 30 dollari, la metà dei quali spettava ad Abbott e Haney e a due partner commerciali.

L’artista 18enne disoccupato Michael Wurstlin, che progettò il caratteristico motivo nostalgico, rubò le illustrazioni da vecchi libri e fu liquidato con cinque quote di partecipazione. Più tardi, queste ultime lo resero ricco sfondato.

Le star del cinema fornirono pubblicità gratuita

I 1'000 giochi della prima edizione furono venduti tutti, anche se con grandi perdite economiche. Ma il passaparola non ha prezzo. Chi giocava a Trivial Pursuit non voleva più abbandonarlo.

Ad esempio, i membri del cast del film «Il grande freddo» del 1983 – tra cui Glenn Close, Kevin Costner e William Hurt – ne erano totalmente ossessionati come scrisse il «Times». Ci giocavano durante ogni singola pausa dalle riprese.

Nel 1984 furono venduti 20 milioni di giochi solo in America settentrionale. Seguirono oltre 50 edizioni speciali che coprono vari temi: dai Rolling Stones a Harry Potter, fino alla Svizzera. Ci furono programmi televisivi e tantissime versioni elettroniche.

Ben presto qualcuno gridò: «Plagio!»

Quando si guadagna molto denaro, negli Stati Uniti c’è sempre qualcuno che grida: «Plagio!» Nel caso di Trivial Pursuit, quel qualcuno era Fred Worth, il quale aveva pubblicato varie enciclopedie di cultura generale, in inglese «trivia».

Effettivamente Haney, che aveva raccolto 6'000 domande per le 1'000 schede del quiz, aveva consultato anche i libri di Worth. Tuttavia partì da questo presupposto: sui dati di fatto non esiste il diritto d’autore, come sentenziò più avanti anche il giudice.

Worth si accorse che i produttori del gioco avevano copiato il suo materiale perché aveva teso loro una trappola in cui Haney cadde immancabilmente: Worth aveva affermato che il nome del Tenente Colombo fosse Philip. Il nome finì davvero su una scheda delle risposte di Trivial Pursuit. In realtà il nome di Colombo non fu mai menzionato nella famosa serie TV. Tuttavia i fan pensano di aver letto «Frank» sulla sua carta d’identità.

E ancora un errore sul reggiseno

Sulle 6'000 risposte della prima edizione, solo un’altra era sbagliata: l’inventore del reggiseno sarebbe stato un tedesco di nome Otto Titzling. Tuttavia questo nome deriva da «Bust-Up: The Uplifting Tale of Otto Titzling», un saggio fittizio di Wallace Reyburn. Haney non aveva notato che dietro «Titzling» si nascondeva l’espressione inglese «tits-sling», ovvero «reggiseno».

La versione classica del noto gioco da tavolo è disponibile anche in rete all'indirizzo https://tinyurl.com/triviasda

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