Ticino Tra Omicron e mancanza di neve, i campi invernali sono in grande difficoltà 

ATS / SwissTXT / red

23.1.2022

Un corso dello Sci Club Lavizzara degli anni passati.
Un corso dello Sci Club Lavizzara degli anni passati.
© Ti-Press / Samuel Golay / Ti-Press

Tante le settimane bianche annullate, sia in Ticino che in tutta la Svizzera. Una situazione pesante, soprattutto considerando che è il terzo inverno consecutivo che i ragazzi non potranno vivere quest'esperienza.

ATS / SwissTXT / red

23.1.2022

Quest'inverno in Svizzera erano previsti almeno 360 campi invernali, ma circa un terzo è stato cancellato a causa di Omicron.

Solo tra dicembre e gennaio è stato cancellato l'80% dei 100 campi previsti dall'Associazione svizzera per gli sport sulla neve, spiega il presidente Ole Rauch al SonnstagsZeitung.

Dal canto suo, Tanja Frieden, campionessa olimpica di snowboard e presidente della Snowsports Initiative Switzerland, ricorda con preoccupazione che «per gli studenti è il secondo o addirittura il terzo inverno senza settimana bianca». 

Attualmente i campi invernali sono fortemente sconsigliati dalla Confederazione. Da febbraio dovrebbe essere concesso il lasciapassare per campi «in piccoli gruppi di massimo due classi». 

E in Ticino?

Il vicepresidente dello Sci Club Chiasso, Giorgio Fonio, ha confermato ai microfoni della RSI che il Covid ha creato delle difficoltà anche per il Ticino. A Chiasso, ad esempio, le attività previste per quest'inverno sono state infatti annullate a causa del dilagare di Omicron.

Ma nel Cantone la situazione è particolarmente critica anche per un altro motivo: ai disagi legati alla pandemia si aggiunge il problema della mancanza di neve.

Su questo concorda anche Maurizio Dazio, presidente dello Sci Club di Lavizzara, spiegando alla RSI che la propria associazione gestisce il proprio impianto, senza fare uscite, quindi in mancanza di neve «si ferma tutto».

Un'altra complicazione evidenziata dal direttore valmaggese riguarda la mancanza di monitori disponibili, forse a causa degli inverni senza neve o forse delle modifiche nei sistemi di studio. 

Fonio sottolinea, in conclusione, che lo sci è uno sport importante per la nostra cultura: è quindi fondamentale non smettere di promuoverlo.