Medicina Ricercatori svizzeri fanno camminare paralitici

ATS

31.10.2018 - 19:05

Un paziente paraplegico che cammina grazie a un programma di riabilitazione sviluppato da ricercatori del Politecnico federale (EPFL) e dell'Ospedale universitario di Losanna (CHUV)
Un paziente paraplegico che cammina grazie a un programma di riabilitazione sviluppato da ricercatori del Politecnico federale (EPFL) e dell'Ospedale universitario di Losanna (CHUV)
Source: KEYSTONE/VALENTIN FLAURAUD

Tre paraplegici possono muovere di nuovo le gambe e persino camminare con un sostegno grazie a un programma di riabilitazione sviluppato da ricercatori del Politecnico federale (EPFL) e dell'Ospedale universitario di Losanna (CHUV).

La terapia si basa principalmente su una sofisticata tecnica di elettrostimolazione ed esercizi intensi. I nervi motori vengono stimolati tramite elettrodi impiantati chirurgicamente nel midollo spinale del paziente presso il CHUV.

Questo sistema di intervento epidurale ha già avuto successo in esperimenti sugli animali, ma i risultati sugli umani erano finora alquanto limitati, sottolineano in due articoli pubblicati su "Nature" e "Nature Neuroscience" i ricercatori guidati da Grégoire Courtine (EPFL) e Jocelyne Bloch (CHUV).

La paralisi dovuta a lesioni del midollo spinale è stata a lungo considerata irreversibile, a meno che una certa mobilità non sia riacquisita nei primi mesi. Ma i risultati ottenuti dagli scienziati di Losanna mostrano che la paralisi potrebbe non essere così definitiva come si pensava finora.

Il sistema sviluppato da EPFL e CHUV sembra aver superato l'ostacolo ottimizzando i modelli di stimolazione elettrica epidurale (EES) del midollo spinale lombare con una precisa configurazione. I ricercatori hanno adattato i modelli individualmente ai pazienti e hanno migliorato sia il posizionamento sia il timing degli elettrodi che attivano il movimento dei gruppi muscolari appropriati, imitando i segnali dal cervello. La sfida per i paralitici era quella di imparare a coordinare l'intenzione del proprio cervello di muoversi con l'elettrostimolazione delle fibre nervose.

"La stimolazione mirata deve essere precisa come un orologio svizzero", ha sottolineato Bloch. "Il momento esatto e la posizione esatta dell'EES è essenziale per la capacità del paziente di eseguire movimenti volontari", ha precisato Courtine. E ciò stimola probabilmente anche la formazione di nuove connessioni nervose. È comunque particolarmente importante trattare la lesione il più presto possibile quando il potenziale di recupero è ancora elevato.

In tal modo tre pazienti paralizzati da oltre quattro anni in gran parte del corpo ora possono muovere nuovamente le gambe e persino camminare con dei supporti. Dopo una settimana di stimolazioni e di intenso addestramento sono riusciti a fare tentativi di camminata su un tapis roulant. Dopo cinque mesi di questo programma di riabilitazione sono stati in grado di muovere volontariamente le gambe senza EES e anche di camminare con stimolazione e l'ausilio di stampelle o deambulatore.

Solo di recente, due studi dagli Stati Uniti avevano riferito di successi con una tecnica analoga in pazienti completamente paraplegici, ma la capacità di muoversi era rimasta dipendente dalla stimolazione. Ciò che è notevole dei risultati dei ricercatori di Losanna è che una certa quantità di controllo del movimento è stata mantenuta anche dopo che la stimolazione è stata disattivata.

Esperti indipendenti mettono comunque in guardia da aspettative esagerate in merito ai nuovi risultati. Essi sono ancora ben lontani dall'essere trasferibili nella routine clinica e non si deve dare la speranza ingiustificata che ci sia una soluzione per tutti.

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