Guerra del Vietnam Quando gli Stati Uniti inventarono un casus belli

di Philipp Dahm

18.11.2019

Chiunque voglia lanciarsi in una guerra garantendosi il sostegno della popolazione ha bisogno di una buona motivazione. Oppure occorre saper mentire, come nel caso degli Stati Uniti nel 1964.

È il 1964. Il Vietnam è dilaniato da nove anni dalla guerra civile, con gli Stati Uniti che sostengono il Sud nella battaglia contro il Nord comunista. All’inizio dell’anno, Washington ha anche dispiegato una forza speciale segreta sul posto: il «Military Assistance Command, Vietnam», composto da membri dei Navy SEALs, delle Special Forces, dei Marines e della CIA.

La reazione

La task force effettua delle missioni segrete in Vietnam, coperte dall’«operazione 34A»: un piano top secret. Essa è anche incaricata della vigilanza elettronica: si trattava anche della missione dello USS Maddox, quando il cacciatorpediniere entrò nel golfo del Tonchino, il 2 agosto. Il Maddox doveva valutare i danni causati da un attacco degli alleati sud-vietnamiti contro due isole nord-vietnamite.

Il golfo del Tonchino.
Il golfo del Tonchino.
Google Earth

Washington sostiene ancora oggi che il Maddox si trovasse al di fuori della zona di dodici miglia marine dalla costa (che delimita le acque territoriali di uno Stato), ma gli storici dubitano di questa versione dei fatti. Il 2 agosto, a mezzogiorno, tre torpediniere nord-vietnamite tentarono di circondare il cacciatorpediniere e spararono dei colpi di avvertimento che mancarono il Maddox, sul quale saranno in seguito ritrovati soltanto i fori di alcuni proiettili di mitragliatrice.

La nave da guerra statunitense reagì: fece piovere 280 granate sul proprio avversario, colpì una torpediniera e chiese sostegno aereo alla portaerei USS Ticonderoga. Quattro bombardieri Corsair decollarono e affondarono una delle imbarcazioni rimanenti, danneggiandone gravemente una seconda, secondo le informazioni comunicate.

Manca ancora un casus belli

Per Lyndon B. Johnson, che aveva preso il posto di John F. Kennedy nel novembre del 1963, i fatti accadevano nel bel mezzo di un 1964 che si sarebbe chiuso con le elezioni.

Già dall’anno precedente, il Pentagono aveva deciso di intervenire in Vietnam: gli mancava soltanto un casus belli per legittimare il passaggio alle armi di fronte alla Camera dei rappresentanti. Washington si oppose anche alla richiesta del capitano del Maddox, John Herrick, di essere autorizzato a lasciare l’area. Al contrario, la nave venne affiancata dallo USS Turner Joy.

Lyndon B. Johnson e il suo ministro della Difesa Robert McNamara furono probabilmente contenti di constatare come l’incidente del 2 agosto fosse stato diffuso dalla stampa statunitense. E, il 4 agosto, di osservare che le redazioni dei giornali fornirono al pubblico le basi per un cambiamento nell’opinione pubblica del Paese. I due dirigenti affermarono quel giorno che il Maddox e il Turner Joy erano stati nuovamente colpiti da alcuni siluri provenienti da imbarcazioni non identificate: dietro l’attacco si nascondeva probabilmente il Vietnam del Nord.

La Risoluzione del golfo del Tonchino ricevette soltanto due voti contrari al Senato e nessuno alla Camera dei rappresentanti. Il documento equivaleva ad una dichiarazione di guerra.

Qualche ora più tardi, degli aerei a stelle e strisce procedettero a degli attacchi di rappresaglia contro delle posizioni nord-vietnamite, prima che la Risoluzione del golfo del Tonchino, adottata dalla Camera dei rappresentanti con 416 voti a favore e nessuno contrario, accordasse al presidente Lyndon B. Johnson tutta la libertà di manovra di cui aveva bisogno nella guerra del Vietnam.

I dubbi del capitano John Herrick in persona in relazione all’attacco, giunti velocemente a Washington, non cambiarono di una virgola la strategia della Casa Bianca: soprattutto a causa del fatto che il ministro della Difesa Robert McNamara non li riferì al presidente.

Nulla di vero

Ma anche quest’ultimo espresse dei dubbi, in privato, rispetto alla versione ufficiale degli incidenti nel golfo del Tonchino: pensò che la Marina avesse «sparato contro delle balene». In seguito, nel 1967, una fonte riferì per la prima volta alla popolazione che il casus belli forse era un falso. Nel 1971, i «Pentagon Papers» confermarono tale sospetto, mentre nel 1995, in Vietnam, Robert McNamara ripensava a ciò che era realmente accaduto all’epoca. La risposta: nulla.

Una pubblicità del 1975 per il Corsair A-7.

Nel 2005, alcuni documenti pubblicati dalla NSA rivelarono una volta per tutte che l’incidente del 4 agosto – che segnò una svolta nell’avvicinamento di Washington alla guerra del Vietnam – era stato inventato di sana pianta. Una verità amara, se si considerano le innumerevoli vittime causate dal conflitto tra il 1955 e il 1975: si stima che i morti siano stati compresi tra 1,3 e 4,2 milioni.

La bomba atomica su Hiroshima

La storia di Hong Kong

Tornare alla home page