Guerra del VietnamQuando gli Stati Uniti inventarono un casus belli
di Philipp Dahm
18.11.2019
Quando gli Stati Uniti inventarono un casus belli
Lo USS Maddox al largo delle Hawaii: il cacciatorpediniere fu implicato negli incidenti nel golfo del Tonchino, avvenuti il 2 e il 4 agosto del 1964, che portarono all’ingresso degli Stati Uniti nella guerra del Vietnam.
Immagine: Immagine di dominio pubblico
Lo USS Ticonderoga mentre riforniva lo USS Maddox. In secondo piano, la portaerei USS Constallation. Il 2 agosto, nel corso di una missione di ricognizione, il cacciatorpediniere…
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… sarebbe stato attaccato da tre torpediniere nord-vietnamite, una delle quali è visibile in questa immagine. Il capitano del Maddox…
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… John Herrick (a sinistra) voleva lasciare l’area dopo il primo attacco. Ma nel momento in cui si apprestava a dare l’ordine, gli vennero affiancati dei rinforzi, rappresentati…
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… dal cacciatorpediniere USS Turner Joy. Il 4 agosto, il Pentagono annunciò un secondo attacco contro la US Navy. Oggi, è chiaro…
Immagine: Immagine di dominio pubblico
… che questa notizia era falsa. Eppure, la portaerei americana USS Ticonderoga lanciò prontamente numerosi aerei da combattimento…
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… del tipo A-7 Corsair, che effettuarono degli attacchi di rappresaglia contro alcune posizioni nord-vietnamite. Benché gli Stati Uniti fossero da tempo coinvolti segretamente nella guerra del Vietnam…
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… si dovette attendere la Risoluzione del golfo del Tonchino per ufficializzare la partecipazione di Washington al conflitto.
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Quando gli Stati Uniti inventarono un casus belli
Lo USS Maddox al largo delle Hawaii: il cacciatorpediniere fu implicato negli incidenti nel golfo del Tonchino, avvenuti il 2 e il 4 agosto del 1964, che portarono all’ingresso degli Stati Uniti nella guerra del Vietnam.
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Lo USS Ticonderoga mentre riforniva lo USS Maddox. In secondo piano, la portaerei USS Constallation. Il 2 agosto, nel corso di una missione di ricognizione, il cacciatorpediniere…
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… sarebbe stato attaccato da tre torpediniere nord-vietnamite, una delle quali è visibile in questa immagine. Il capitano del Maddox…
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… John Herrick (a sinistra) voleva lasciare l’area dopo il primo attacco. Ma nel momento in cui si apprestava a dare l’ordine, gli vennero affiancati dei rinforzi, rappresentati…
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… dal cacciatorpediniere USS Turner Joy. Il 4 agosto, il Pentagono annunciò un secondo attacco contro la US Navy. Oggi, è chiaro…
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… che questa notizia era falsa. Eppure, la portaerei americana USS Ticonderoga lanciò prontamente numerosi aerei da combattimento…
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… del tipo A-7 Corsair, che effettuarono degli attacchi di rappresaglia contro alcune posizioni nord-vietnamite. Benché gli Stati Uniti fossero da tempo coinvolti segretamente nella guerra del Vietnam…
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… si dovette attendere la Risoluzione del golfo del Tonchino per ufficializzare la partecipazione di Washington al conflitto.
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Chiunque voglia lanciarsi in una guerra garantendosi il sostegno della popolazione ha bisogno di una buona motivazione. Oppure occorre saper mentire, come nel caso degli Stati Uniti nel 1964.
È il 1964. Il Vietnam è dilaniato da nove anni dalla guerra civile, con gli Stati Uniti che sostengono il Sud nella battaglia contro il Nord comunista. All’inizio dell’anno, Washington ha anche dispiegato una forza speciale segreta sul posto: il «Military Assistance Command, Vietnam», composto da membri dei Navy SEALs, delle Special Forces, dei Marines e della CIA.
La reazione
La task force effettua delle missioni segrete in Vietnam, coperte dall’«operazione 34A»: un piano top secret. Essa è anche incaricata della vigilanza elettronica: si trattava anche della missione dello USS Maddox, quando il cacciatorpediniere entrò nel golfo del Tonchino, il 2 agosto. Il Maddox doveva valutare i danni causati da un attacco degli alleati sud-vietnamiti contro due isole nord-vietnamite.
Washington sostiene ancora oggi che il Maddox si trovasse al di fuori della zona di dodici miglia marine dalla costa (che delimita le acque territoriali di uno Stato), ma gli storici dubitano di questa versione dei fatti. Il 2 agosto, a mezzogiorno, tre torpediniere nord-vietnamite tentarono di circondare il cacciatorpediniere e spararono dei colpi di avvertimento che mancarono il Maddox, sul quale saranno in seguito ritrovati soltanto i fori di alcuni proiettili di mitragliatrice.
La nave da guerra statunitense reagì: fece piovere 280 granate sul proprio avversario, colpì una torpediniera e chiese sostegno aereo alla portaerei USS Ticonderoga. Quattro bombardieri Corsair decollarono e affondarono una delle imbarcazioni rimanenti, danneggiandone gravemente una seconda, secondo le informazioni comunicate.
Manca ancora un casus belli
Per Lyndon B. Johnson, che aveva preso il posto di John F. Kennedy nel novembre del 1963, i fatti accadevano nel bel mezzo di un 1964 che si sarebbe chiuso con le elezioni.
Già dall’anno precedente, il Pentagono aveva deciso di intervenire in Vietnam: gli mancava soltanto un casus belli per legittimare il passaggio alle armi di fronte alla Camera dei rappresentanti. Washington si oppose anche alla richiesta del capitano del Maddox, John Herrick, di essere autorizzato a lasciare l’area. Al contrario, la nave venne affiancata dallo USS Turner Joy.
Lyndon B. Johnson e il suo ministro della Difesa Robert McNamara furono probabilmente contenti di constatare come l’incidente del 2 agosto fosse stato diffuso dalla stampa statunitense. E, il 4 agosto, di osservare che le redazioni dei giornali fornirono al pubblico le basi per un cambiamento nell’opinione pubblica del Paese. I due dirigenti affermarono quel giorno che il Maddox e il Turner Joy erano stati nuovamente colpiti da alcuni siluri provenienti da imbarcazioni non identificate: dietro l’attacco si nascondeva probabilmente il Vietnam del Nord.
La Risoluzione del golfo del Tonchino ricevette soltanto due voti contrari al Senato e nessuno alla Camera dei rappresentanti. Il documento equivaleva ad una dichiarazione di guerra.
Qualche ora più tardi, degli aerei a stelle e strisce procedettero a degli attacchi di rappresaglia contro delle posizioni nord-vietnamite, prima che la Risoluzione del golfo del Tonchino, adottata dalla Camera dei rappresentanti con 416 voti a favore e nessuno contrario, accordasse al presidente Lyndon B. Johnson tutta la libertà di manovra di cui aveva bisogno nella guerra del Vietnam.
I dubbi del capitano John Herrick in persona in relazione all’attacco, giunti velocemente a Washington, non cambiarono di una virgola la strategia della Casa Bianca: soprattutto a causa del fatto che il ministro della Difesa Robert McNamara non li riferì al presidente.
Nulla di vero
Ma anche quest’ultimo espresse dei dubbi, in privato, rispetto alla versione ufficiale degli incidenti nel golfo del Tonchino: pensò che la Marina avesse «sparato contro delle balene». In seguito, nel 1967, una fonte riferì per la prima volta alla popolazione che il casus belli forse era un falso. Nel 1971, i «Pentagon Papers» confermarono tale sospetto, mentre nel 1995, in Vietnam, Robert McNamara ripensava a ciò che era realmente accaduto all’epoca. La risposta: nulla.
Una pubblicità del 1975 per il Corsair A-7.
Nel 2005, alcuni documenti pubblicati dalla NSA rivelarono una volta per tutte che l’incidente del 4 agosto – che segnò una svolta nell’avvicinamento di Washington alla guerra del Vietnam – era stato inventato di sana pianta. Una verità amara, se si considerano le innumerevoli vittime causate dal conflitto tra il 1955 e il 1975: si stima che i morti siano stati compresi tra 1,3 e 4,2 milioni.
La mattina del 6 agosto 1945, alle 8.15, gli Stati Uniti sganciarono la prima bomba atomica in un conflitto.
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Hiroshima fu quasi completamente distrutta dall'attacco. 70'000 persone morirono sul colpo. Nonostante si trovasse a soli 140 metri dal punto d'impatto, questo edificio trasformato oggi in memoriale della pace, il Genbaku Dome, è stato parzialmente preservato. I resti dell'edificio sono conservati dal giorno del bombardamento.
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Una bomba atomica come quella utilizzata nel 1945.
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La bomba atomica fu sganciata su Hiroshima dall’Enola Gay, un bombardiere B-29 Superfortress.
Il dipinto di Rundle Watson mostra la flotta britannica guidata dal vascello HMS Wellesley nel 1841, mentre fa rotta da Hong Kong verso Xiamen. Londra ha dichiarato guerra a Pechino due anni prima. Il primo obiettivo è …
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... ottenere un porto franco a Hong Kong, località di 7'000 abitanti - siccome gli europei sono autorizzati a commerciare solo a Canton, con prezzi fissi e con l'obbligo di avvalersi di intermediari. La Gran Bretagna …
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… non apprezza affatto questa situazione - ma gli europei sono soprattutto infastiditi dal divieto di vendere oppio, commercio che permette loro di compensare il deficit che risulta dall'esportazione di thè, di soia e della porcellana. Nel 1842, l'Isola di Hong Kong cade nelle mani dei britannici.
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Hong Kong nel 1853: nel 1861 e 1898 vengono annesse le zone che formano il territorio di Hong Kong come lo conosciamo oggi. I Nuovi Territori recentemente inglobati vengono dati in affitto alla Corona britannica per 99 anni.
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La città nel 1865: sotto il dominio britannico Hong Kong si sviluppa floridamente e registra una forte crescita demografica. La Marina apprezza particolarmente il porto e lo trasforma in una base per la sua flotta asiatica.
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Il porto verso il 1900: le proteste contro il dominio britannico vengono represse nel sangue – e gli sforzi di Pechino per domare l'epidemia di oppiomania conoscono una sorte simile.
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Gli altri Paesi europei non hanno nulla da invidiare ai britannici: il Portogallo controlla la regione vicina di Macao, l'Impero tedesco un porto a Tsingtao e la Russia controlla Port-Arthur.
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Sacchi di sabbia davanti al parlamento nel 1941: le truppe britanniche e cinesi non possono impedire ai giapponesi …
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… di installarsi in città e occuparla. Soltanto al momento della capitolazione di Tokyo nell'agosto del 1945 viene ristabilito lo status quo. Due anni prima Londra ha promesso alla Cina di sciogliere i «trattati diseguali».
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Ma Winston Churchill non mantiene la promessa e invia una flotta che arriva a Hong Kong alla fine del mese di agosto del 1945 e impedisce ai combattenti clandestini cinesi di prendere il controllo della città. Nella foto l'ufficio postale costruito nel 1911.
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Hong Kong nel 1954: dopo la vittoria dei comunisti durante la guerra civile cinese nel 1949 , i loro avversari fuggirono massicciamente verso Hong Kong. Numerose imprese trasferiscono le loro succursali da Shanghai verso la colonia della Corona Britannica.
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Hong Kong registra anche un afflusso di rifugiati durante la guerra del Vietnam.
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Il conto alla rovescia prima della ritirata, nel giugno del 1997: all'inizio degli anni 1980, i britannici sperano ancora che la Cina non voglia recuperare la città. Il Partito Comunista (PC) inventa in seguito la formula "un paese, due sistemi".
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Ciò significa che Pechino accetta un'altra forma di Stato nelle sue regioni di Taïwan e Hong Kong. Nella foto, i cinesi varcano la frontiera il 30 giugno 1997, prima della ritirata.
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È arrivata l'ora degli addii: il passaggio di testimone, il primo luglio 1997.
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Alcuni giudici di Hong Kong nel 2000 – la metropoli ha conservato alcune tradizioni britanniche.
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Dal primo luglio 1997, l'ex colonia della Corona è una zona economica speciale …
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… dotata del proprio sistema elettorale, della propria valuta e …
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… delle proprie leggi.
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La regolamentazione speciale è in vigore fino al 2047…
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… sempre che la Cina non cambi le carte in tavola.
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