Nel 2020-21L'OMS: «Tra 13 e 16,6 milioni di persone uccise dal Covid»
SDA
5.5.2022 - 14:44
La pandemia di Covid-19 ha ucciso tra i 13,3 e i 16,6 milioni di persone tra il 2020 e il 2021. Sono le stime odierne dell'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), che triplica così il numero di decessi attribuiti direttamente alla malattia.
05.05.2022, 14:44
05.05.2022, 15:36
ATS / sam
Le cifre tanto attese danno un'idea più realistica degli effetti devastanti - compresi quelli indiretti - della peggiore pandemia in un secolo, che continua a mietere migliaia di vittime ogni settimana.
«Le nuove stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità mostrano che il totale delle morti associate direttamente o indirettamente alla pandemia Covid-19 tra il 1. gennaio 2020 e il 31 dicembre 2021 è di circa 14,9 milioni (range 13,3-16,6 milioni)», ha rivelato l'organizzazione in un comunicato.
Dall'inizio della pandemia, le cifre dei paesi membri compilate dall'OMS ammontano a 5,4 milioni di morti nello stesso periodo, ma l'OMS ha da tempo avvertito che queste cifre sottostimano la realtà.
«Questi dati sconfortanti sottolineano non solo l'impatto della pandemia, ma anche la necessità per tutti i paesi di investire in sistemi sanitari più resilienti che possano sostenere i servizi sanitari essenziali durante le crisi, compresi sistemi informativi sanitari più forti», ha detto il direttore generale dell'OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Morti indirette
L'eccesso di mortalità è calcolato come la differenza tra il numero di morti effettivi e il numero stimato di morti in assenza di una pandemia, sulla base delle statistiche esistenti. L'OMS ha emesso la sua massima allerta sul Covid-19 il 30 gennaio 2020, poche settimane dopo che i primi casi sono stati rilevati in Cina alla fine del 2019.
L'eccesso di mortalità include sia le morti direttamente causate dalla malattia che quelle indirettamente causate dall'impatto della pandemia sui sistemi sanitari e sulla società in generale.
Le cause indirette di morte legate a Covid possono includere strutture sanitarie sovraccariche costrette, per esempio, a ritardare procedure chirurgiche o sessioni di chemioterapia per i pazienti malati di cancro.
L'OMS ha detto che la maggior parte delle morti in eccesso (84%) erano concentrate nel sud-est asiatico, in Europa e nelle Americhe. Circa 10 paesi da soli hanno rappresentato il 68% del totale delle morti in eccesso.
I paesi ad alto reddito hanno rappresentato il 15% delle morti in eccesso, mentre i paesi a reddito medio-alto hanno rappresentato il 28% e i paesi a reddito medio-basso il 53%. I paesi a basso reddito rappresentavano il 4%. Il numero di morti in tutto il mondo era più alto tra gli uomini che tra le donne - 57% uomini, 43% donne - e più alto tra gli anziani.
Capire e preparare il terreno
«Misurare la mortalità in eccesso è una componente essenziale per capire l'impatto della pandemia», ha detto Samira Asma, responsabile dell'OMS sulla questione. Le informazioni più affidabili permettono ai responsabili delle decisioni di preparare meglio il terreno per limitare l'impatto delle crisi future.
«Queste nuove stime si basano sui migliori dati disponibili prodotti utilizzando una metodologia robusta e un approccio completamente trasparente», ha spiegato. L'argomento è molto sensibile a causa delle implicazioni politiche di queste cifre, legate al modo in cui le autorità stanno gestendo la crisi.
L'OMS ha detto che ha fatto affidamento su un gruppo di esperti riconosciuti nel loro campo che hanno sviluppato una metodologia per estrapolare dove i dati sono insufficienti o incompleti. Molti paesi nel mondo non hanno la capacità di raccogliere dati affidabili sulla mortalità e quindi non possono attingere alle lezioni che si possono trarre dallo studio dei dati sulla mortalità in eccesso.
La metodologia sviluppata dagli esperti dell'OMS dovrebbe aiutare a superare questo ostacolo.