Risvolti giudiziariNuove accuse: «Maradona sbattè la testa 3 giorni prima di morire»
SDA
30.11.2020 - 22:33
Non accenna a placarsi la commozione per la morte improvvisa di Diego Maradona, ma anche i risvolti giudiziari.
Lo provano le centinaia di immagini degli omaggi di atleti e tifosi in ogni parte del mondo. E lo testimoniano le lacrime della figlia maggiore Dalma che, sola nel palco che fu del padre, ha assistito nella «Bombonera» alla vittoria-omaggio del Boca sul Newell's Boys .
Ma i titoli dei media non si alimentano anche e soprattutto dei risvolti giudiziari, delle polemiche e delle tensioni che il decesso di un simile difficile ed imprevedibile personaggio non può mancare di provocare.
Giudici, pm, avvocati e agenti di polizia lavorano a Buenos Aires su un dossier difficile, complesso, che ipotizza il reato di omicidio colposo e che implica decine di testimonianze, e l'esame di una voluminosa documentazione scritta, audio e video.
Il suo medico nella rete giudiziaria
Per ora l'unico personaggio che è rimasto impigliato nella rete giudiziaria è il medico del «Pibe de oro», Leopoldo Luque, che come indagato ha subito la perquisizione della casa e della clinica.
Criticato dalla ex moglie di Diego, Claudia, e dalle figlie Dalma, Giannina e Jana, il medico ha cercato di farsi interrogare dai pm di San Isidro per chiarire il suo ruolo e le sue responsabilità nell'assistenza a Maradona, ma senza successo.
Uscendo dal tribunale la sua legale Mara Carla Digiuni ha parlato di «un gesto spontaneo» del suo assistito, chiarendo che Luque «non è imputato né ha rilasciato una dichiarazione». Le perquisizioni, ha sottolineato, «sono avvenute nel quadro di una sezione della causa che riguarda la documentazione» clinica.
Inoltre, vista l'ampia cerchia di conoscenze e di «amicizie» di Maradona, è comprensibile che molti personaggi siano in fila per contribuire ad agitare ulteriormente le acque torbide che circondano la dinamica della sua morte.
Diego era caduto nella villa sbattendo la testa
Stamani è stata la volta dell'avvocato Rodolfo Baqué, che difende gli interessi dell'infermiera Dahiana Madrid. Ha rivelato che due mercoledì fa Diego è caduto nella villa dove era stato trasferito sbattendo la testa sul lato destro, opposto a quello dove era stato operato per la rimozione di un ematoma subdurale.
Prima dell'incidente, ha aggiunto, «era stato rinchiuso per tre giorni nella sua stanza. È arrivato ad avere 115 pulsazioni al minuto, ed il giorno prima di morire ne aveva 109, quando è noto che un paziente con problemi coronarici non può superare le 80 pulsazioni».
Il corpo «inviava segnali che non sono stati ascoltati con farmaci. Poteva essere ricoverato nella clinica più lussuosa del mondo, ma è stato tenuto in un luogo inadatto».
«La sua morte era evitabile»
Sempre oggi in Procura si è presentato Mario Baudry, fidanzato di Véronica Ojeda, come rappresentante di Diego Fernando Maradona, il figlio che la donna ebbe durante una relazione con il 'Diez'. Senza svelare le sue dichiarazioni ai giudici, ha detto che «riteniamo che l'ex calciatore non sia stato assistito bene e che «la sua morte a nostro avviso era evitabile».
Infine hanno manifestato l'intenzione di dare battaglia anche quattro sorelle del «Pelusa» (Claudia Nora, Ana Estela, María Rosa y Rita) che hanno annunciato di volersi presentare come parte lesa nella causa, e che saranno assistite dall'avvocato Matías Morla, che è duramente criticato, come il neurochirurgo Luque, da ex moglie e figlie di Maradona.