Studio Le lavastoviglie dei ristoranti sono potenzialmente nocive per l'intestino

daoe, ats

1.12.2022 - 20:14

Immagine illustrativa/foto d'archivio.
Immagine illustrativa/foto d'archivio.
KEYSTONE

Le lavastoviglie professionali, quelle adoperate nei ristoranti, nelle mense oppure nelle caserme, comportano rischi per la salute. Uno studio pubblicato oggi, giovedì, dall'Università di Zurigo indica che alcune componenti all'interno dei detersivi possono ripercuotersi sull'apparato gastrointestinale e causare malattie croniche.

1.12.2022 - 20:14

«Quando vengono messe in funzione, spesso alle lavastoviglie non si lascia il tempo di effettuare un ulteriore ciclo di risciacquo, necessario per eliminare i residui del brillantante presente nelle candeggine», spiega in un comunicato Cezmi Akdis, professore all'Università di Zurigo nonché presidente dell'Istituto svizzero di ricerca sulle allergie e l'asma (SIAF).

«Così facendo, si depositano sostanze potenzialmente nocive sulle stoviglie». Queste particelle microscopiche vengono ingerite all'utilizzo successivo, comportando potenziali gravi danni all'apparato gastrointestinale.

Utilizzate tecniche all'avanguardia

Il gruppo di ricercatori ha analizzato gli effetti negativi riscontrati sulla parete intestinale causati da alcune componenti presenti nei detersivi e nei brillantanti utilizzati nella ristorazione.

Lo studio ha rivelato che i danni causati all'epitelio intestinale, ovvero lo strato di cellule che riveste l'apparato e che funge da barriera permeabile, possono essere fonte di ben due miliardi di malattie croniche, come ad esempio allergie alimentari, diabete, obesità, sclerosi multipla, disturbi dello spettro autistico, depressione e morbo di Alzheimer.

Per questo studio i ricercatori hanno utilizzato tecniche all'avanguardia nel campo della biologia molecolare, come l'impiego di organoidi intestinali umani e l'uso di cellule disposte su microchip. I risultati delle analisi hanno mostrato che una quantità elevata di brillantante ha causato la morte delle cellule epiteliali, mentre in piccole dosi la barriera intestinale diventa più permeabile.

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