Per la mamma malataLa vedova dello sherpa morto sul K2: «Stavolta voleva guadagnare di più»
tgab
10.8.2023
Il 27 luglio, il portatore pakistano Mohammad Hassan precipita poco sotto la vetta del K2. Nessuno lo soccorre, muore. Ora s'è venuto a sapere che era la prima volta che lavorava sui pendii superiori perché era a corto di soldi.
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10.08.2023, 17:03
10.08.2023, 18:10
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Il filmato di un drone mostra decine di scalatori sul K2 che scavalcano uno sherpa steso, poiché ferito, per raggiungere la vetta invece di aiutarlo. L'uomo muore.
Il portatore è Mohammad Hassan, pakistano.
I suoi colleghi hanno notato che il suo equipaggiamento non era adatto per un tentativo d'arrivare in vetta al K2.
Hassan lavorava per la prima volta sui pendii superiori, voleva guadagnare più soldi del solito per curare la madre malata.
Il K2, alto 8.611 metri, la seconda montagna più alta del mondo, è una destinazione popolare per gli alpinisti estremi. Alcuni sono a caccia di record, altri ci vanno per soddisfare il proprio ego. Il K2 è considerato dagli alpinisti professionisti molto più impegnativo dell'Everest.
Numerosi aiutanti sul posto preparano la scalata per la clientela che paga bene. Alcuni trasportano attrezzature e cibo al campo base a 5.120 metri, altri fissano le corde per i gruppi di turisti a quote più elevate.
Uno di loro era il portatore pakistano Mohammad Hassan. Il 27 luglio è precipitato nel cosiddetto «collo di bottiglia», uno stretto canalone sovrastato dalle cime del campo di ghiaccio a est della vetta.
Per oltre mezzora è rimasto appeso alle corde a testa in giù, a gambe nude e al freddo, finché qualcuno non lo ha tirato su, come ricostruito in seguito da testimonianze oculari.
Le riprese effettuate con il drone dal cameraman Philipp Flaemig mostrano decine di scalatori che lo scavalcano per raggiungere la vetta invece di aiutarlo. Hassan è morto.
Il corpo ancora sul luogo dell'incidente il giorno dopo
Il portatore lavorava per la Lela Peak Expedition, una società specializzata in trekking ed escursioni in montagna nella regione del Baltistan.
Il Seven Summit Club di Alex Abramov lo aveva assunto per aiutare i montatori di corde a raggiungere la vetta. «Non sappiamo cosa sia successo davvero perché era davanti ai nostri membri e al gruppo di sherpa», racconta Abramov a ExplorersWeb. «I membri hanno visto solo che è successo qualcosa alle corde durante la traversata».
«Non so perché nessuno abbia cercato di salvarlo. La gente ha dovuto letteralmente passargli sopra per proseguire il percorso verso la cima», ha detto Luis Soriano al portale specializzato.
L'alpinista faceva parte della seconda squadra del Seven Summit Club che ha raggiunto la vetta un giorno dopo. «Il giorno seguente sono passato di lì e il corpo c'era ancora. Una tragedia».
Una vedova, una madre malata e tre bambini piccoli
Anche l'albergatore e alpinista tirolese Wilhelm Steindl era sul K2 il 27 luglio. Ma è tornato indietro prima di raggiungere la strettoia a causa delle condizioni pericolose della montagna. Due valanghe si erano già staccate. Insieme a Philipp Flaemig ha guardato le riprese del loro drone al campo base. Sono rimasti scioccati.
Flaemig e Steindl hanno raccolto denaro per la famiglia di Hassan dai loro compagni di spedizione. Dopo la discesa dalla montagna, hanno fatto visita alla vedova. «Ha detto che era la sua prima volta sulle pendici superiori del K2», riferisce Flaemig su «ExplorersWeb».
In precedenza lo sherpa aveva lavorato solo come portatore al campo base, ma questa volta voleva guadagnare di più per pagare le cure alla madre malata, pure presente durante la visita. Hassan lascia anche tre bambini piccoli.
Alcuni suoi colleghi avrebbero osservato che Hassan non aveva molta esperienza e che il suo equipaggiamento non era sufficiente per tentare la vetta del K2.
Il suo datore di lavoro, la Lela Peak Expeditions, non ha ancora commentato.