Non era mai stato trovato un relitto a simili profondità: alcuni ricercatori hanno scoperto un cacciatorpediniere statunitense della Seconda Guerra mondiale nell’Oceano Pacifico.
Negli Stati Uniti, alcuni ricercatori hanno fatto una scoperta speciale: il relitto di una nave, ritrovato a profondità inedite. Una spedizione dell’organizzazione Vulcan Inc. ha rinvenuto quel che resta dell’imbarcazione nella fossa delle Filippine, nell’Oceano Pacifico, e sospetta che si tratti dell’USS Johnston, una nave da guerra affondata nel corso di una battaglia.
Gli scienziati hanno ritrovato i resti del cacciatorpediniere statunitense a 6220 metri di profondità. Anche se la nave non si è conservata completamente, sono chiaramente identificabili alcune parti, come degli equipaggiamenti per le armi.
Nell’ottobre 1944, l’USS Johnston ha partecipato insieme ad altri cacciatorpedinieri alla battaglia del golfo di Leyte, il più grande scontro navale della Seconda Guerra mondiale. Il loro obiettivo era di impedire ai nemici di chiudere le rotte di approvvigionamento. Anche se ci sono riuscite, le forze statunitensi erano disperatamente inferiori alle forze giapponesi. Alcune navi sono affondate, tra cui l’USS Johnston; 186 dei 327 membri dell’equipaggio sono rimasti uccisi.
Gli storici non hanno ancora confermato che si tratti proprio dell’USS Johnston e non dell’USS Hoel, affondata nel corso della stessa battaglia. Basandosi sul luogo della scoperta, i ricercatori, invece, sono certi che si tratti dell’USS Johnston.
La storia del Titanic
La storia del Titanic, dal naufragio al ritovamento del relitto
Il naufragio del «Titanic» è avvenuto più di un secolo fa. Oggi il relitto classificato patrimonio mondiale dell'Unesco è attaccato dai microrganismi. L'immagine illustra tutta la sfortuna che ha colpito la nave. Due ore e quaranta minuti dopo essere entrato in collisione con un iceberg a circa 300 miglia marine a sud-est dell'isola canadese di Terranova, il 14 aprile 1912, attorno alle 23:40, il «Titanic» è affondato.
Battuta all'asta da Christie's a Londra, questa foto mostra alcuni sopravvissuti in una scialuppa di salvataggio.
Questa immagine mostra l'iceberg con il quale il «Titanic» sarebbe entrato in collisione e sul quale sarebbero state ritrovate tracce rosse al livello della linea di galleggiamento.
Una cabina di prima classe in una replica del «Titanic». La nave non era la più veloce, né la più avanzata tecnologicamente, ma era molto confortevole e - anche se per un breve periodo - è stata anche la più grande del mondo.
Il «Titanic» all'inizio del suo viaggio inaugurale (e fatale), il 10 aprile 1912, mentre lascia il porto di Southampton.
In molti sono partiti negli anni alla ricerca del relitto, lanciandosi in una gigantesca caccia al tesoro.
Il ricercatore americano Robert Ballard, assieme alla sua squadra, è riuscito a localizzare la leggendaria nave ad una profondità di 3.803 metri, il 1 settembre 1985.
La scoperta ha comportato l'avvio di un importante (e indesiderato) movimento in un luogo...
... che Ballard e i suoi colleghi considerano prima di tutto come un sito commemorativo, che merita dunque rispetto.
Più di 1 500 uomini, donne e bambini sono morti nella catastrofe. Nella foto, il «Titanic» (a sinistra) e la sua nave gemella, la «Olympic», nel cantiere navale di Belfast, in Irlanda del Nord.
Soltanto 710 persone sono state salvate. Nella foto, l'enorme scafo della nave in costruzione.
Ballard ha raggiunto per la prima volta il relitto nel 1986, un anno dopo la scoperta: «È stata un'esperienza incredibile - ha dichiarato all'agenzia di stampa tedesca DPA -. Abbiamo fotografato tutto con cura e abbiamo ricostruito il mosaico completo della nave». Nel corso di una seconda immersione sul sito dove giace il «Titanic», nel 2004, ha faticato a riconoscere il relitto. Il fondale marino era infatti stracolmo di lattine di birra e altri rifiuti, come ha raccontato sconsolato in un articolo pubblicato sulla rivista «National Geographic».
L'avvicinamento al sito da parte di alcuni sottomarini - con a bordo, tra gli altri, il regista di «Titanic» James Cameron - ha evidenziato come alcuni ponti fossero sul punto di crollare. Mentre alcuni si erano già accartocciati su loro stessi.
Alcune società si sono impegnate al fine di «recuperare migliaia di oggetti dal sito, che ai miei occhi è sacro», spiega Ballard, che si lamenta del fatto che il mito del «Titanic» sia utilizzato in particolare a scopi pubblicitari da alcuni marchi di birra.
L'archeologo James Delgado dell'Agenzia americana di osservazione oceanica e atmosferica (NOAA) teme i rifiuti lasciati dai turisti e dai cacciatori di souvenir nei pressi del «Titanic».
La spazzatura nutre infatti i microrganismi - che altrimenti sarebbero costretti a vivere in una situazione particolarmente complicata - e ne favorisce la riproduzione. Come nel caso di un batterio che ingerisce il ferro, chiamato «Halomonas titanicae», che potrebbe accelerare considerevolmente la decomposizione del relitto, secondo Delgado.
Ballard resta tuttavia ottimista: «RIteniamo di poter preservare la nave», ha dichiarato alla DPA. Vuole far ripulire lo scafo sott'acqua grazie a dei robot.
«Abbiamo la tecnologia per farlo. Occorre solo utilizzarla». Ballard ritiene di poter uccidere i batteri grazie a delle iniezioni all'interno della nave.
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