Quali i suoi motivi? Il killer di Sion su Facebook: «So essere crudele e spietato». Ecco cosa si sa sul dramma

Redazione di blue News

12.12.2023

L'uomo che lunedì mattina ha ucciso due persone e ne ha ferita una terza a colpi di pistola a Sion era già noto alle autorità, anche se il suo nome non compare nell'elenco delle persone sottoposte a sorveglianza speciale.

Almeno 120 agenti hanno partecipato alla caccia all'uomo lunedì in Vallese. Il presunto killer è stato arrestato dopo sette ore di ricerca.
Almeno 120 agenti hanno partecipato alla caccia all'uomo lunedì in Vallese. Il presunto killer è stato arrestato dopo sette ore di ricerca.
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Cosa si sa del presunto killer di Sion, delle sue vittime e dello svolgimento degli eventi drammatici?

Stando ai media romandi il dramma ha avuto inizio poco dopo le 7h00 di mattina. Alla centrale di soccorso la prima chiamata è arrivata infatti verso le 7h15 e parlava di una persona ferita su un parcheggio della via Oscar-Bider, a Sion.

Si trattava della prima vittima, una donna di 34 anni, ferita mortalmente da un colpo di arma da fuoco.

Pochi minuti dopo, e a soli 500 metri di distanza, in una ditta di vernici, nella zona industriale di Ronquoz, il presunto killer avrebbe aperto il fuoco una seconda volta.

Le vittime sono due: il figlio 41enne del titolare dell'azienda, che rimane ucciso, e una segretaria di 49 anni, che è stata ferita e portata in ospedale.

Lo sparatore ha poi preso la fuga al volante della sua Peugeot 206 cabriolet grigio metallizzato con targhe vallesane.

I motivi del suo gesto sono tuttora sconosciuti. Stando ai media il presunto killer avrebbe in passato molestato la donna uccisa e sarebbe stato un ex dipendente della ditta di vernici dove ha ucciso il 41enne, con cui avrebbe avuto degli screzi.

Cosa si sa del presunto killer?

Quello che si sa finora del presunto killer è che ha 36 anni ed è stato coinvolto in una serie di procedimenti giudiziari, che sono ancora in corso, a volte come accusatore, a volte come imputato, relativi principalmente alle accuse di offesa all'onore, insulti, minacce e registrazioni non autorizzate.

Recentemente, in un procedimento separato, è stato chiamato a pagare una multa con sospensione condizionale.

Olivier Elsig, procuratore generale del cantone, ha dichiarato: «Non è stato etichettato come litigioso. La sua unica condanna è stata per non aver prestato il servizio militare».

Dei segni preoccupanti

Il presunto autore aveva condiviso con diversi destinatari un video in cui spiegava la sua vita e le sue difficoltà.

Anche gli ex datori di lavoro hanno testimoniato i suoi problemi relazionali, descrivendolo come professionalmente competente, ma socialmente problematico.

Messagi inquietanti su Facebook

Sul suo profilo Facebook, il sospetto aveva postato nelle ultime settimane messaggi inquietanti, alludendo ad avvertimenti come «posso essere crudele e spietato» e «non mettetemi mai in una situazione in cui devo mostrarvi quanto posso essere crudele e spietato».

Il suo profilo Facebook è stato disattivato dopo i fatti.

Una ventina di persone sotto protezione

Si ritiene che l'individuo abbia lavorato per diverse aziende di verniciatura in Vallese, causando preoccupazione tra i suoi ex datori di lavoro, che hanno adottato misure di sicurezza per proteggere le loro famiglie e le loro attività.

La polizia cantonale ha inoltre preso in custodia una ventina di persone durante la fuga e le ricerche del killer.

Il dispositivo di sicurezza e l'arresto

La polizia è stata dispiegata in tutto il cantone con almeno 120 agenti per catturare il sospetto e un'operazione di polizia di sette ore ha infine portato al suo arresto, avvenuto alle 15h43, per mano degli agenti di Crans-Montana. Si trovava nella zona di St. Léonard.

Controlli e blocchi stradali hanno interrotto il traffico in alcune aree, in particolare a Sion e Saint-Maurice.

Intervenendo al programma Forum, sulla radio della RTS La Première Frédéric Favre, Consigliere di Stato vallesano responsabile della sicurezza, lunedì sera ha elogiato il lavoro delle forze dell'ordine.

Ha spiegato che la polizia ha seguito procedure molto precise che hanno portato all'arresto del sospetto: «Il piano "Cobra" ha permesso di circoscrivere il Cantone, poiché la topografia permette di tagliare alcune vie di fuga», ha detto.

«E ci ha permesso di tenerlo in un'area in cui, in un determinato momento, con le forze a nostra disposizione, siamo stati in grado di arrestarlo».

Il Consigliere di Stato ha inoltre sottolineato la buona collaborazione tra le forze di polizia cantonali e municipali, nonché con la Procura.

«Purtroppo non possiamo sempre evitare tutto in una tragedia come questa, ma almeno sapere che le istituzioni sono pronte a funzionare è rassicurante per chi vive serenamente nel nostro Cantone», ha concluso.

Due armi registrate

L'uomo aveva due armi registrate presso la polizia cantonale, ha dichiarato Christian Varone, precisando che erano state ottenute nell'ambito di una procedura di eredità.

Alla luce delle prove, il presunto assassino potrebbe essere perseguito per omicidio.