75 anni fa La morte dei Rosenberg: il giallo delle spie della Guerra fredda

Philipp Dahm

26.4.2021

Settantacinque anni fa, veniva eseguita la condanna a morte di Ethel e Julius Rosenberg per spionaggio a favore dell'Unione Sovietica. L'esecuzione dei coniugi, genitori di due figli, suscitò sdegno negli Stati Uniti e teorie cospirazioniste in tutto il mondo.

P. Dahm

26.4.2021

Il processo, che ebbe inizio il 6 marzo 1951, scosse la nazione. Ethel e Julius Rosenberg furono i primi civili a essere accusati di spionaggio a New York. Negli Stati Uniti, la paura ruotava intorno alla cosiddetta Red Scare.

Purtroppo, infatti, il terrore non si esaurì con la fine della Seconda guerra mondiale. Dopo la capitolazione della Germania nazista e del Giappone, calò la cortina di ferro e, nell'atto successivo, il senatore statunitense Joseph McCarthy entrò in scena per invocare la crociata contro il comunismo.

Gli avvenimenti del Dopoguerra sembrarono dar ragione a McCarthy: la tensione tra Est e Ovest si inasprì nel 1946, quando in Canada fu scoperto un gruppo di spie sovietiche, durante il blocco di Berlino dal 1948 al 1949, con la vittoria dei comunisti nella guerra civile cinese nel 1949 e con l'inizio della Guerra di Corea nel 1950.

Il sospetto che Ethel e Julius Rosenberg avessero ceduto a Mosca i segreti della bomba atomica ebbe origine da una reazione a catena innescata da Klaus Fuchs, un fisico tedesco che, dal 1941, lavorò ai progetti atomici inglesi e poi statunitensi. Rivelò informazioni sulla bomba atomica ai Sovietici dal 1947 al 1949, quando saltò la sua copertura.

Reazione a catena: spie atomiche svelate

Fuchs concluse un accordo con le autorità e tradì altre spie, tra cui lo statunitense Harry Gold. Questi, a sua volta, accusò David Greenglass, uno scienziato ebreo di New York. Anche quest'ultimo vuotò il sacco e tradì sua sorella e suo cognato: i Rosenberg. Eppure, gli accordi finirono lì: i coniugi si rifiutarono di deporre sulle accuse di spionaggio.

Uno shock per l'Occidente: il 29 agosto 1949, l'Unione Sovietica testò la prima bomba atomica RDS-1. Per gli Americani, era evidente che l'innesco fosse stato reso possibile solo dal tradimento del segreto tecnologico.
Uno shock per l'Occidente: il 29 agosto 1949, l'Unione Sovietica testò la prima bomba atomica RDS-1. Per gli Americani, era evidente che l'innesco fosse stato reso possibile solo dal tradimento del segreto tecnologico.
Gemeinfrei

Figli di immigrati ebrei a New York, Julius ed Ethel Rosenberg nacquero rispettivamente nel 1918 e nel 1915 e crebbero nel Lower East Side, che all'inizio del secolo passato era un covo di socialisti statunitensi. Julius diventò ingegnere, entrò nell'esercito nel 1940 e fu congedato nel 1945, quando venne alla luce il suo retroterra comunista.

Ethel era un'artista di talento, ma lavorava come segretaria ed entrò così in contatto con il movimento dei lavoratori. Conobbe Julius nel 1936 e lo sposò 3 anni più tardi. Dal 1942, secondo le accuse mosse successivamente, i due avrebbero lavorato per Mosca, rivelando segreti e reclutando altre spie. I coniugi ebbero due figli, uno nel 1943 e uno nel 1947.

Il tradimento del fratello

Il 17 luglio 1950, l'FBI suonò alla porta dei Rosenberg e prelevò Julius. Circa un mese più tardi, anche Ethel fu arrestata e, il 6 marzo 1951, a New York ebbe inizio il processo a carico della coppia. Il caso destò molto scalpore negli Stati Uniti, in quanto, per la prima volta, due civili venivano accusati di spionaggio in tempo di pace.

All'estero, furono organizzate proteste (vedere la galleria di foto sopra): furono in molti a ipotizzare motivazioni antisemite alla base dell'accusa contro i Rosenberg. I figli dei due, Michael e Robert, avevano quattro e otto anni.

Futuri orfani: Michael Rosenberg, di nove anni (a sinistra) e suo fratello di cinque anni, il 14 febbraio 1953, davanti alla prigione di Sing Sing a New York.
Futuri orfani: Michael Rosenberg, di nove anni (a sinistra) e suo fratello di cinque anni, il 14 febbraio 1953, davanti alla prigione di Sing Sing a New York.
Keystone

Non potevano capire che l'accusa si fondava esclusivamente sulle dichiarazioni di David Greenglass, che sosteneva che il cognato e la sorella l'avessero reclutato. Il 5 aprile di 70 anni fa, scoprirono che i loro genitori erano stati condannati a morte per questo motivo.

Secondo il giudice, il tradimento dei segreti di Stato a favore dei Sovietici sarebbe stato direttamente collegato alla morte di alcuni statunitensi in Corea. La reazione fu una campagna mondiale volta a ottenere la grazia per i Rosenberg.

Niente grazia

Tra i fautori della campagna si trovavano nomi importanti: Albert Einstein e Jean-Paul Sartre, Bertolt Brecht e Fritz Lang, Frida Kahlo, Pablo Picasso e persino Papa Pio XII chiesero che ai coniugi fosse risparmiata la vita.

A febbraio del 1953, il presidente Dwight D. Eisenhower rifiutò. Il 19 giugno 1953, Julius ed Ethel Rosenberg giunsero infine sulla sedia elettrica nel famigerato penitenziario newyorchese di Sing Sing.

L'esecuzione del trentacinquenne si svolse come previsto. Alla moglie trentasettenne non toccò la stessa fortuna, come riferito ai giornalisti da un testimone convinto della colpevolezza dei Rosenberg. Attenzione: la descrizione non è adatta ai deboli di cuore.

Gli inquirenti sapevano più di quanto ammettessero

Non da ultimo, poiché i Rosenberg restarono in silenzio e l'accusa poggiava su basi fragili, i dubbi rimasero a lungo dopo la loro morte. I figli Michael e Robert cercarono ben presto di riabilitare i nomi dei genitori, ma dovettero trascorrere decenni prima che venisse alla luce cosa avesse influenzato il processo.

Subito dopo la fine della Guerra fredda, furono resi pubblici documenti che rivelavano come le autorità possedessero molte più informazioni di quanto si pensasse. I servizi segreti statunitensi avevano decifrato un codice russo (progetto Venona) e intercettato numerose comunicazioni e volevano evitare che atti d'accusa troppo dettagliati allertassero i Sovietici.

Julius Rosenberg era effettivamente una spia, anche se non di grosso calibro come Klaus Fuchs. Per Ethel, la pena di morte fu del tutto sproporzionata, come emerso decenni più tardi.
Julius Rosenberg era effettivamente una spia, anche se non di grosso calibro come Klaus Fuchs. Per Ethel, la pena di morte fu del tutto sproporzionata, come emerso decenni più tardi.
Keystone

Oggi, in seguito a ulteriori rivelazioni da parte di ex agenti dopo il volgere del millennio, è chiaro che Julius Rosenberg fosse una spia sovietica, benché non avesse tradito alcun segreto atomico rivoluzionario. Tuttavia, arruolò diverse spie che rivelarono, tra l'altro, progetti di costruzione di velivoli, specifiche di radar e altre informazioni tecnologiche.

Ethel, però, fu solo una complice secondaria, che svolgeva lavori d'ufficio per Julius e altri piccoli incarichi: per lei, la condanna a morte fu del tutto sproporzionata. L'accusa ne era consapevole nel 1953: Ethel Rosenberg doveva morire per preservare un segreto. La richiesta dei figli di concederle la grazia postuma rimase infine senza risposta da parte del governo guidato dal presidente Barack Obama.