SvizzeraGià 27 annegamenti questa estate: la SSS teme un aumento dei casi
di Silvana Guanziroli
26.8.2019
Domenica pomeriggio è stato sfiorato il dramma in Verzasca. Solo il pronto intervento dei soccorsi ha evitato il peggio a una bagnante, che stava per annegare. Dopo una breve pausa dovuta alla meteo poco favorevole la stagione balneare riprende dunque. La Società svizzera di salvataggio (SSS) teme, dal canto suo, «un aumento del numero di casi negli anni a venire».
L'ultimo incidente mortale si è verificato domenica 4 agosto a Buochs (Canton Nidvaldo): una bambina di sei anni è annegata nel lago dei Quattro Cantoni.
I pericoli più grandi si nascondono nei fiumi. Dalle rive dei corsi d'acqua è difficile valutarne la velocità, e spesso la corrente si rivela potente. I nuotatori inesperti possono così essere trascinati via rapidamente verso il centro del fiume, compromettendo le possibilità di un salvataggio rapido. Il piacere di un bagno si trasforma così in una situazione grave e pericolosa.
Soltanto nell'Aar sono morte sei persone quest'estate: a Berna, Muri, Zuchwil (Canton Soletta) e Wildegg (Canton Argovia). Analogamente, anche il Reno nei pressi di Basilea, la Reuss nel Canton Argovia e la Limmat a Zurigo hanno mietuto vittime. La cosa tragica è che i corpi nella maggior parte dei casi vengono ritrovati soltanto dopo parecchie ore.
Ma la morte non rappresenta una minaccia soltanto nei fiumi. Sono già 27 le persone annegate in Svizzera questa estate. Un fatto che colpisce: un solo incidente si è verificato in una piscina all'aperto.
«Quando si parla di annegamenti, il pensiero va principalmente ai bambini e alle piscine - commenta Reto Abächerli, responsabile del nuoto per salvataggio presso la SSS -. Il tasso di incidenti riferito a questi casi è particolarmente basso. Nuotare in acque naturali è molto più pericoloso. E le cifre delle vittime mostrano che i più a rischio sono i giovani uomini».
Dei corsi di nuoto in acque naturali
Secondo un'indagine condotta dalla SSS 2016 su un campione rappresentativo della popolazione, circa il 30% degli svizzeri è solito fare il bagno nei fiumi. «Di contro, il 90% degli annegamenti mortali si verifica in acque naturali - precisa Abächerli -. Benché il numero di vittime nei fiumi sia più basso, ci sono più incidenti. In conclusione, i nuotatori non hanno l'esperienza necessaria o valutano male le loro capacità di nuotare in un fiume».
È perciò ora di ripensare le cose: «La Società svizzera di salvataggio vorrebbe che i corsi di nuoto e di sicurezza acquatica proposti agli allievi si svolgessero anche nei fiumi e nei laghi - sostiene il dirigente della SSS -. Un progetto pilota è stato avviato in questo senso a Hochdorf, nel Canton Lucerna. I bambini imparano a cosa occorre fare attenzione nel lago di Baldegg. Il tutto in un ambiente sicuro, nel bacino».
I corsi di nuoto obbligatori non sono ancora stati introdotti in tutta la Svizzera. Eppure, secondo il piano di studi 21, è sempre più necessario un controllo uniforme sulla sicurezza acquatica. «Normalmente i bambini passano tale test in quarta - prosegue Abächerli -. Esso permette di valutare la loro capacità di soccorrere loro stessi».
Il test si svolge in questo modo: dopo essere caduti in acqua, i piccoli devono gestire la respirazione, tornare in superficie e percorrere una determinata distanza a nuoto.
Una crescita del numero di vittime?
Rispetto ad altri Paesi, la Svizzera sarebbe finora tra i migliori in termini di competenze sul nuoto. Il numero di incidenti a volte è il più basso d'Europa. «Tuttavia temiamo un aumento del numero di annegamenti negli anni a venire - osserva Abächerli -. In effetti, un numero crescente di persone fa il bagno in acque naturali e i flussi migratori portano in Svizzera persone che conoscono poco i bacini locali e i luoghi pericolosi».
Per accrescere la sicurezza delle persone a bordo di piccole imbarcazioni e dei nuotatori nei fiumi, la SSS ha definito sei raccomandazioni per il comportamento nei fiumi:
Soltanto i buoni nuotatori possono avventurarsi in acque non sorvegliate.
Rimanere troppo a lungo nell'acqua può provocare crampi muscolari. Più l'acqua è fredda, meno tempo occorre rimanervici.
I canoisti devono indossare obbligatoriamente un gilet di salvataggio.
Non superare mai il carico massimo delle imbarcazioni.
Non attaccare mai i canotti gonfiabili gli uni agli altri: risulteranno difficili da manovrare.
Occorre esplorare preventivamente i tratti di corsi d'acqua sconosciuti.
Nella stagione balneare, si verificano sempre incidenti tragici. Nel 2017 ben 34 persone sono morte nei fiumi e laghi svizzeri e nel 2016 sono state 52. Il 5 luglio 2015, due persone sono annegate nelle immediate vicinanze di Zurigo, quasi contemporaneamente ma in circostanze diverse, mentre facevano il bagno nella Limmat.
Immagine: Keystone
Anche nelle acque del Ticino si verificano di continuo incidenti mortali. Nell'estate del 2014, un uomo di 33 anni è annegato a 15 metri dalla riva nel Lago di Lugano.
Immagine: Keystone
I soccorritori hanno potuto recuperarlo solo quando era già morto.
Immagine: Keystone
La Società Svizzera di Salvataggio raccomanda il rispetto delle regole sulla balneazione e sui fiumi. Una delle regole è: i bambini dovrebbero entrare in acqua solo sotto la supervisione degli adulti.
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Un'altra regola consiglia: non tuffarsi mai in acque torbide o sconosciute.
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In acque profonde, i materassini non sono considerati ausili per il nuoto. Offrono una protezione insufficiente nei momenti di bisogno.
Immagine: Keystone
La corsa fluviale in canotto è attualmente “di tendenza”. Anche qui però è necessaria cautela. Le imbarcazioni non dovrebbero mai essere legate insieme per evitare di impedirne la corretta manovrabilità.
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