Forum economico Al WEF il presidente del CdA di UBS: «Il 2024 si annuncia difficile»

bt, ats

17.1.2024 - 12:00

Il manager irlandese è tornato sull'acquisizione di Credit Suisse.
Il manager irlandese è tornato sull'acquisizione di Credit Suisse.
Keystone

Il 2024 sarà probabilmente «un anno difficile» per UBS perché dovrà adeguare la propria struttura organizzativa a causa dell'integrazione di Credit Suisse.

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A dirlo è il presidente del consiglio d'amministrazione della grande banca Colm Kelleher, intervistato oggi da Bloomberg TV in occasione del Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR).

L'operazione nel complesso sta comunque andando «molto bene», ha precisato Kelleher. Stando al dirigente di passaporto irlandese, UBS ha inizialmente svolto la parte «relativamente facile» dell'integrazione riducendo le capacità.

Credit Suisse comprende circa 1100 entità legali. «Questa è la parte che deve essere affrontata per tagliare i costi», ha dichiarato il manager, secondo cui il gigante bancario zurighese intende fondere le società operative e le filiali importanti dei due istituti ex rivali entro giugno dell'anno in corso.

Fiducioso di lasciarsi i problemi di CS alle spalle

Kelleher ha ammesso di aver avvertito in modo molto esplicito in passato sui rischi della cultura aziendale presso Credit Suisse. Nel complesso è però rimasto positivamente sorpreso dai dipendenti acquisiti da UBS in provenienza dalla ex concorrente.

Il presidente del cda ha poi affermato di essere fiducioso sulla possibilità di lasciarsi alle spalle il problema dei deflussi legati a Credit Suisse. Il bilancio del terzo trimestre ha infatti già mostrato come tale fenomeno stia scemando.

«Abbiamo corso un grosso rischio»

Il 66enne si è anche espresso a favore di maggiori poteri per l'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma). A suo dire, l'organo aveva messo in guardia i vertici di Credit Suisse, ma né la direzione né il cda hanno reagito con sufficiente prontezza.

UBS ha salvato la banca rivale perché voleva fare la cosa giusta per il sistema e per i suoi azionisti, ha sottolineato il manager che ha trascorso gran parte della sua carriera – trent'anni – presso Morgan Stanley. Una liquidazione avrebbe portato grande incertezza.

Con il senno di poi si parla di «acquisto del secolo, ma sul momento abbiamo corso un grosso rischio», ha evidenziato.