Oltre la metà dei ristoranti teme che il loro giro d'affari cali di almeno il 30% qualora il certificato Covid diventasse obbligatorio, stando a un sondaggio di Gastrosuisse.
ats
05.09.2021, 08:53
05.09.2021, 12:48
SDA
Il Consiglio federale ha preparato il terreno per un certificato nei ristoranti, ma non lo ha ancora introdotto.
«Il 56,7% delle aziende interrogate teme che l'introduzione di un certificato obbligatorio generi perdite di fatturato di almeno il 30%», ha indicato ieri sera il presidente di Gastrosuisse Casimir Platzer in un'intervista rilasciata alla trasmissione «Echo der Zeit» della radio svizzerotedesca SRF.
Stando ai risultati di un sondaggio pubblicato dalla stessa SRF su Internet, circa il 23% delle imprese teme flessioni del 50% o superiori con il certificato Covid. Il 13%, invece, ritiene che il loro giro d'affari non diminuirebbe, qualora dovessero autorizzare soltanto le persone vaccinate, guarite e testate.
Circa il 14 % si attende a cali del fatturato inferiori al 20% e il 16% a perdite tra il 20% e il 30%. 2'850 aziende hanno preso parte al sondaggio.
Per il momento no
A causa dell'aumento del numero di pazienti malati di Covid-19 ricoverati negli ospedali, a fine agosto il Consiglio federale aveva posto in consultazione un'estensione del certificato Covid. Mercoledì scorso, il Governo ha deciso di temporeggiare prima della sua introduzione, poiché il numero di casi si è stabilizzato seppur a un livello elevato.
I ristoratori devono poter decidere autonomamente se vogliono puntare sul certificato Covid o su altre misure di protezione e di restrizione, ha sottolineato Platzer, aggiungendo che a seconda dell'ubicazione di un'azienda e della sua clientela un certificato può avere senso.