Gli analisti si interroganoLa BNS continuerà ad aumentare il tasso guida?
hm, ats
15.12.2022 - 20:00
Dopo il rialzo del tasso guida operato dalla Banca nazionale svizzera (BNS) gli analisti si interrogano sul futuro, analizzando a fondo le comunicazioni dell'istituto per trovare indicazioni riguardo ai futuri sviluppi.
Keystone-SDA, hm, ats
15.12.2022, 20:00
16.12.2022, 08:24
SDA
C'è chi prevede diverse altre strette monetarie, chi ne pronostica solo una e non manca anche chi pensa che si è ormai raggiunto il massimo della fase crescente, perché l'economia rallenterà. Ecco le opinioni – abbastanza disparate – dei principali commentatori:
UBS, Alessandro Bee
La BNS ha alzato il tasso guida all'1%, in linea con le nostre aspettative. L'esplicita volontà di alzare ulteriormente i tassi nella valutazione e la previsione condizionata di inflazione, poco modificata rispetto a settembre, sono per noi una chiara indicazione che la BNS effettuerà un altro rialzo dei tassi a marzo. Nel complesso, la BNS ha posto maggiore attenzione al rincaro rispetto alle attese, in considerazione del fatto che nelle ultime settimane la pressione inflazionistica si è leggermente attenuata in Svizzera e a livello globale. Anche questo è un argomento a favore di una continuazione della fase di incremento dei tassi di interesse. Le prospettive per l'economia del prossimo anno sono piuttosto al ribasso rispetto alle stime degli economisti, con una crescita del Pil prevista dello 0,5%.
Credit Suisse, Claude Maurer
Nonostante il recente inasprimento della politica monetaria, la BNS continua a temere i rischi a lungo termine per la stabilità dei prezzi. La banca fa capire che non ha ancora finito di aumentare i tassi di interesse. Pertanto, è probabile un altro aumento di almeno 25 punti base nel marzo 2023. Continuiamo a ritenere che le pressioni inflazionistiche si attenueranno nel secondo trimestre del 2023, il che rende meno probabile un rialzo in giugno. La BNS non sembra inoltre disposta a esplorare tutte le opzioni di politica monetaria, in quanto gli interventi in valuta saranno utilizzati solo «se necessario». La BNS non ha ancora intenzione di ridurre il proprio bilancio.
Raiffeisen, Alexander Koch
La BNS non esclude ulteriori rialzi nelle prossime riunioni. Tuttavia, il contesto dei prezzi in Svizzera rimane relativamente rilassato. Il tasso d'inflazione annuo si è recentemente indebolito a «solo» il 3,0% e la BNS non prevede alcuna accelerazione nel prossimo anno. A causa delle maggiori pressioni esterne sui prezzi, tuttavia, la proiezione dell'inflazione a medio termine della BNS, che si basa su un tasso di riferimento costante dell'1,0%, mostra ancora un leggerissimo superamento della fascia obiettivo di inflazione dello 0-2%. Ciò suggerisce che, nella prospettiva odierna, la BNS non intende aumentare i tassi di interesse in modo marcato l'anno prossimo, ma solo di un po'.
ZKB (Banca cantonale di Zurigo), David Marmet
Ipotizziamo che in Svizzera si possa evitare una recessione nel 2023. Inoltre, l'inflazione inizierà a diminuire nel febbraio 2023, ma vari meccanismi di prezzo (ad esempio, una parte degli affitti è legata al tasso di interesse di riferimento) fanno sì che il calo dell'inflazione sia difficile. Con un tasso d'interesse di riferimento attuale dell'1%, la politica monetaria svizzera continua a operare in una fascia espansiva. Prevediamo quindi che la BNS farà un altro passo di 50 punti base nel marzo 2023. Il franco svizzero non è molto apprezzato in una prospettiva storica. In questo contesto, continuerà a rafforzarsi.
Safra Sarasin, Karsten Junius
La BNS continua a vedere pressioni inflazionistiche elevate e non esclude la necessità di contrastarle con un aumento dei tassi. La ragione della necessità di un ulteriore rialzo dei tassi è da ricercare nelle proiezioni sull'inflazione, che si attesta al 2,1% alla fine dell'orizzonte di previsione, a metà del 2025, quindi più alta rispetto alle proiezioni di settembre. Prevediamo un altro rialzo di 50 punti base in marzo e il raggiungimento di un livello terminale dei tassi di interesse del 2% entro l'estate. Prevediamo inoltre un rafforzamento del franco, che dovrebbe apprezzarsi verso 0,95 EUR/CHF e 0,90 USD/CHF fino alla fine del 2023. La formulazione delle stime potrebbe essere un po' più aggressiva di quanto il mercato si aspettasse, in quanto non vi è alcuna indicazione che la BNS possa sospendere o rallentare i suoi rialzi dei tassi.
VP Bank, Thomas Gitzel
Ci aspettavamo di più, ma un aumento dei tassi di interesse di 75 punti base non sembrava essere socialmente accettabile. I tassi di inflazione erano probabilmente troppo bassi per un aumento dei tassi più consistente. Siamo scettici sul fatto che la BNS abbia fatto un favore a se stessa rallentando il ritmo dei rialzi dei tassi. Sebbene l'inflazione al 3% sia bassa rispetto agli standard internazionali, è comunque superiore agli obiettivi della BNS. Inoltre, poiché la BNS si riunisce solo trimestralmente, è in ritardo rispetto alla BCE e alla Fed. Certo, sia l'Eurozona che gli Stati Uniti hanno livelli di inflazione molto più elevati, ma la BNS deve anche fare attenzione a non lasciare che il differenziale dei tassi di interesse diventi troppo ampio in termini nominali. In caso contrario, il rischio è che il franco si indebolisca e che i tassi di inflazione aumentino di conseguenza.
Lombard Odier, Philipp Burckhardt
La buona via di mezzo sembra essere la posizione della BNS, anche se non sono mancati gli argomenti per fare di più o addirittura di meno. Sarebbe stato possibile fare di più se la BNS avesse tenuto d'occhio la Fed e la Bce, che da settembre hanno comunicato un ulteriore rialzo dei tassi, non trascurabile, di 75 punti base. In caso contrario, la BNS avrebbe dato maggior peso al calo dell'inflazione in Svizzera e si sarebbe lasciata più opzioni per una riduzione del bilancio. Tuttavia, la decisione odierna rimane un compromesso che è stato prezzato anche dal mercato, che soppesa la tendenza all'allentamento dell'inflazione degli ultimi mesi a fronte di un mercato del lavoro ancora piuttosto surriscaldato. Ora ci aspettiamo un rialzo finale dei tassi di 25 punti base all'inizio del 2023, ma potremmo anche rivedere al ribasso questa ipotesi se il contesto dovesse ulteriormente allentarsi.
Mirabaud, Gero Jung
Nella sua ultima valutazione di politica monetaria, la BNS ha prospettato ulteriori rialzi dei tassi di interesse – in una dichiarazione da falco. La pressione inflazionistica rimane elevata nel medio termine e supera la soglia del 2%, soprattutto alla fine dell'attuale orizzonte di previsione, nella seconda metà del 2025. La menzione non solo delle pressioni inflazionistiche globali ma anche del fatto che l'inflazione si sta diffondendo a livello nazionale è un segnale che le pressioni sui prezzi rimangono vive e che sono probabili ulteriori interventi sui tassi di interesse da parte della BNS.
Bantleon Bank, Jörg Angelé
Con l'aumento odierno dei tassi, la BNS ha probabilmente raggiunto il massimo ciclico del tasso guida. Secondo i nostri calcoli, l'inflazione, che in novembre si è attestata al 3,0%, si indebolirà sensibilmente nel prossimo anno. Nella seconda metà dell'anno dovrebbe addirittura essere di nuovo sensibilmente al di sotto del 2,0% e quindi all'interno dell'intervallo dei valori obiettivo della banca centrale (0-2%). (...) Riteniamo che la previsione di inflazione della BNS per la seconda metà del 2023 e del 2024 sia troppo elevata. È probabile che l'aumento dei prezzi sia nettamente inferiore al 2,0% nel periodo indicato. Allo stesso tempo, riteniamo che nei prossimi mesi l'economia si svilupperà in modo un po' meno favorevole di quanto ipotizzato dai banchieri centrali. In questo contesto, non è necessario aumentare ulteriormente i tassi di riferimento. Il nostro scenario di base per il 2023 prevede quindi un tasso di interesse di riferimento invariato all'1,00%.