Banca «mostro»? Ermotti: «UBS-Credit Suisse non è troppo grande»

SDA

1.4.2023 - 08:52

Il banchiere ticinese Sergio Ermotti sulle cui spalle  pesa una grande responsabilità.
Il banchiere ticinese Sergio Ermotti sulle cui spalle pesa una grande responsabilità.
Keystone

«Anche mettendo insieme Ubs e Credit Suisse, non saremo in vetta alla classifica per dimensioni dei gruppi bancari internazionali». Lo ha affermato in un'intervista al quotidiano economico Sole 24 Ore, il CEO della nuova entità, Sergio Ermotti.

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Il manager ticinese – che ha già guidato la maggior banca svizzera dal 2011 al 2020 – osserva come «la nuova Ubs derivante dalla combinazione con Credit Suisse sulle attività che riguardano il solo mercato svizzero avrà comunque quote non superiori a quelle delle banche cantonali e del gruppo Raiffeisen. C'è solamente un segmento in cui in Svizzera le altre banche elvetiche difficilmente potrebbero raggiungere una posizione come la nostra ed è quello dei crediti alle multinazionali. Ma in questo segmento avremo la concorrenza di banche estere».

Quanto alle garanzie di liquidità, nel complesso per oltre 200 miliardi di franchi, fornite dalla Banca nazionale e dalla Confederazione a Ubs-Credit Suisse «bisogna anzitutto sempre ricordare – sottolinea – che si tratta di garanzie e non di altro.

«Ciò detto – ha aggiunto – anche la questione dell'ammontare va collegata all'ampiezza dell'operazione di acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs. E il collegamento va fatto naturalmente anche con i rischi che sono presenti in un'operazione di questo tipo. Se si considera tutto il quadro dell'acquisizione, allora penso che si possa dire che le garanzie di Banca nazionale e Confederazione sono ragionevoli».

Infine, sulla strategia del nuovo gruppo Ermotti ritiene che «il modello debba essere quello dell'attuale Ubs, che ha tra i suoi punti fondamentali la centralità dell'attività di gestione di patrimoni e il contenimento delle attività di investment banking e dei rischi connessi».