Elezioni catalane Puigdemont: «Signori di Madrid preparatevi, sto tornando»

SDA

10.5.2024 - 21:49

L'ex presidente catalano Carles Puigdemont.
L'ex presidente catalano Carles Puigdemont.
Keystone

«Signori di Madrid preparatevi, stiamo arrivando. L'ora di tornare è arrivata ed è domenica».

10.5.2024 - 21:49

È una promessa e una minaccia quella con cui Carles Puigdemont, l'ex presidente catalano, candidato per la terza volta alla guida della Generalitat, ha chiuso questa sera il meeting elettorale a Elna, oltrefrontiera, dal sud della Francia, in vista delle amministrative regionali in agenda fra due giorni.

Dalla stessa cittadina, dove aveva annunciato la sua candidatura per Junts per Catalunya, davanti a 3500 persone Puigdemont ha fatto appello alla mobilitazione dell'elettorato e degli indecisi – il 40% secondo lo statale Cis – che domenica nelle urne faranno la differenza.

«Ci giochiamo tutto ora, non fra quattro anni», ha arringato militanti e simpatizzanti. «Meglio andare a votare con un po' di scomodità che condannare la Catalogna a quattro anni di scomodità con un governo che guarda alla Moncloa», ha detto riferendosi al candidato del Partito Socialista catalano (Psc), Salvador Illa, favorito nei sondaggi, che accusa di essere «un governatore» di Pedro Sanchez.

Tornerà in Patria da vincitore?

Riparato all'estero dal 2017, all'indomani del referendum e della dichiarazione unilaterale di indipendenza, Puigdemont ha impostato la campagna come un referendum fra se e il candidato socialista, facendo appello al «popolo catalano a svegliarsi», per non finire sotto la tutela di Madrid.

Venerdì sera ha promesso di tornare in patria da vincitore «per non dover andare via mai più». «Per questo andammo in esilio, per tornare. Oggi siamo più determinanti. È arrivata l'ora di tornare», ha insistito.

«Noi siamo gli unici che non facciamo scegliere tra politiche sociali e libertà nazionale», ha invece detto a Tarragona di fronte ai militanti del suo partito Esquerra Republicana (Erc) Pere Aragonès, governatore uscente e ora candidato per un nuovo mandato, puntando i suoi attacchi in particolare verso i socialisti di Illa e i secessionisti di Puigdemont, principali avversari da battere.

«Ogni voto che non vada a noi può avvantaggiare il Psc più filospagnolo della storia», ha sostenuto Aragonès, prima di aggiungere: «Sapete chi sarebbe il primo invitato di Salvador Illa se fosse presidente? Felipe VI. Noi catalani non possiamo permettere che il re borbone passeggi per il palazzo del Governo catalano, e questo lo può garantire solo Esquerra Republicana».

Rispetto ai rivali di Junts, Aragonès ha rivendicato che il suo partito è stato quello che «ha messo da parte la politica dei tagli», come invece avrebbe fatto l'ala politica guidata ora da Puigdemont in anni precedenti.

Il leader socialista si gioca molto domenica

In casa socialista, chiusura di campagna a Barcellona affidata al premier Sanchez, che ha invocato questa sera «il voto della convivenza non solo per vincere il 12 maggio, ma per un'ampia vittoria per governare il 13 maggio in Catalogna».

Il leader socialista si gioca molto nelle elezioni di domenica, che avranno un riflesso diretto sulla stabilità del suo esecutivo progressista sostenuto dai partiti catalanisti.

Per questo ha svolto una campagna in tandem con Illa, «l'unico candidato che aspira a governare, mentre il resto aspira a bloccare». Il clima è quello di attesa per un cambio di ciclo dopo «un decennio perso» e «quattro presidenti indipendentisti nella regione».

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