Slovacchia Fico operato di nuovo: «È stabile, ma ancora molto grave». Minacce anche al leader dell'opposizione

SDA

17.5.2024 - 20:46

Il ministro della Difesa e vice premier slovacco Robert Kalinak si rivolge ai media all'esterno dell'ospedale universitario F. D. Roosevelt, dove il premier Robert Fico è ricoverato dopo essere stato colpito da un proiettile due giorni prima.
Il ministro della Difesa e vice premier slovacco Robert Kalinak si rivolge ai media all'esterno dell'ospedale universitario F. D. Roosevelt, dove il premier Robert Fico è ricoverato dopo essere stato colpito da un proiettile due giorni prima.
KEYSTONE

Sono «stabili, ma ancora molto gravi» le condizioni di salute del premier slovacco Robert Fico, ferito dagli spari di un attivista 71enne mercoledì dopo una riunione di governo a Handlova. 

17.5.2024 - 20:46

Ricoverato in terapia intensiva all'ospedale Roosevelt di Banska Bystrica, il primo ministro è stato sottoposto a un secondo intervento per «eliminare tessuti necrotici» – dopo quello di 5 ore subito dopo l'attentato – e ha ricevuto la visita della compagna Katarina Szalayova e del figlio trentenne Michal.

La nuova operazione «ha permesso di controllare e guarire le ferite da arma da fuoco», ha detto uscendo dall'ospedale il ministro della Difesa, Robert Kalinak, che ha assunto le funzioni di premier ad interim. Fico è cosciente e si ricorda degli spari, ha riferito il presidente eletto Peter Pellegrini che aveva già potuto scambiare con lui «solo qualche parola». Lunedì un consiglio medico valuterà il suo stato e la possibilità di trasferirlo a Bratislava.

«Volevo solo ferirlo, non ucciderlo»

«Volevo solo ferirlo, non ucciderlo», avrebbe detto alla polizia l'attentatore Juraj Cintula, accusato di tentato omicidio premeditato, che domani comparirà in tribunale.

Tuttavia il clima in Slovacchia resta molto teso: il leader dell'opposizione progressista Michal Simecka ha denunciato di aver ricevuto minacce di morte all'Agenzia nazionale per i crimini.

«Le minacce – ha riferito – sono arrivate a me, a mia figlia e alla mia compagna. Ce ne sono state diverse, sono state specifiche e drastiche da parte di persone concrete. Purtroppo non è una novità», ha detto Simecka che, subito dopo l'attacco al premier, ha accettato di sospendere la campagna elettorale in vista delle europee.

Ma al tempo stesso ha «respinto le accuse del governo all'opposizione e ai media» di aver esacerbato gli animi.

Da tempo Simecka guida le proteste contro l'esecutivo populista di Fico, da ultimo per la riforma della radio-tv pubblica slovacca: «Il disgustoso atto di un lupo solitario – ha ribadito – non ha alcun legame con le proteste di decine di migliaia di persone in Slovacchia. Il diritto di esprimersi e di riunirsi per manifestare è un principio della libertà conquistato nella rivoluzione del 1989».

Estok  mette in guardia «i leoni da tastiera»

Il ministro dell'Interno Matus Sutaj Estok è tornato a mettere in guardia «i leoni da tastiera» che hanno inneggiato all'attentato a Fico, annunciando che sono già 40 quelli identificati e indagati, e che verranno interrogati. «Le feroci campagne d'odio e le minacce di morte devono cessare», ha ammonito, aggiungendo che è stata rafforzata la protezione degli esponenti istituzionali, dei deputati nonché delle redazioni giornalistiche.

Estok ha inoltre difeso l'operato delle guardie del corpo del premier, accusate di non aver fatto abbastanza per difenderlo, in particolare del capo dell'Ufficio per la protezione dei funzionari costituzionali: «I suoi abiti erano coperti di sangue. Ha salvato la vita al premier», ha tagliato corto il ministro.

Sul fronte delle indagini, è stata perquisita la casa di Cintula a Levice, in presenza dello stesso attentatore scortato sul posto da un commando speciale. Dopo alcune ore nell'abitazione, le forze dell'ordine hanno portato via il computer e altro materiale.

L'uomo avrebbe usato una pistola CZ75 calibro 9 di produzione ceca, che possedeva legalmente e che sapeva usare perché, pur definendosi un non-violento, in passato aveva lavorato nella sicurezza privata. Ora rischia da 25 anni all'ergastolo.

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