Tanta pressione Ecco perché Ivanisevic prendeva sonniferi quando allenava Djokovic

bfi

19.5.2024

Goran Ivanisevic, ex coach di Novak Djokovic 
Goran Ivanisevic, ex coach di Novak Djokovic 
KEYSTONE

Per cinque anni sono stati una coppia di ferro, nonostante le sfuriate pubbliche dell'uno all'indirizzo dell'altro. Goran Ivanisevic ha raccontato dell'enorme pressione avuta quando allenava Novak Djokovic e di cosa gli ha permesso di gestire i momenti delicati.

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Goran Ivanisevic, ex allenatore di Novak Djokovic, ha ammesso scherzosamente di aver preso dei sonniferi mentre lavorava con il numero 1 del mondo.

Ricordiamo che il croato si è separato dal serbo a marzo di quest'anno, dopo cinque anni di collaborazione. È stata una notizia che ha stupito il mondo del tennis.

I due hanno avuto una collaborazione di grande successo, iniziando dalla vittoria a Wimbledon nel 2019 per poi inanellare altri 8 titoli del Grande Slam.

Tra alti e bassi

«Goran e io abbiamo deciso di smettere di lavorare insieme qualche giorno fa. La nostra chimica in campo ha avuto alti e bassi, ma la nostra amicizia è sempre stata solida come una roccia», aveva scritto Nole su Instagram.

Parole vere, non di circostanza: i due hanno avuto un rapporto altalenante specialmente durante le partite, quando il numero 1 spesso sfogava le sue frustrazioni nei confronti del coach.

Notti insonni

Solo ora Ivanisevic ha parlato della pressione che ha dovuto affrontare mentre allenava il tennista più vincente di sempre, affermando che vi sono state diverse notti insonni.

«Ho sempre avuto a disposizione delle buone pillole per dormire - ha raccontato scherzando al Blick - no, davvero: in questo settore si è sotto pressione ogni giorno. Ma a me andava benissimo. Ci si abitua alle circostanze».

Mentalità simile, quella balcanica

Poiché Ivanisevic viene dalla Croazia e Djokovic è serbo, i due hanno beneficiato di una mentalità simile.

«Ci ha aiutato il fatto che entrambi veniamo dai Balcani. Io e Novak siamo simili. Ero sempre preparato alle sue possibili reazioni».

Anche perché lui stesso, da giocatore, si portava appresso un carattere vulcanico, che oggi riesce ad analizzare con distanza... e un po' di rimpianti. 

«Avrei sicuramente vinto più titoli del Grande Slam. Oggi mi chiuderei in una stanzetta e mi farei un bel discorsetto. E mi direi che non tutto è sempre bianco o nero. Nella mia carriera è stato spesso così: quando vincevo, tutto era meraviglioso. Quando perdevo, era un disastro. E non era vero». 

Come coach di Novak «se non vinci è sempre un fallimento»

Se la forte pressione attanaglia tutti nel settore, essere il coach del numero 1 e a volte numero 2, è ancora più complicato.

«Quando alleni Novak Djokovic, qualsiasi cosa che non sia vincere il titolo in qualsiasi torneo è un fallimento. È una pressione notevole da gestire», ha terminato colui che da giocatore è stato anche numero 2 del mondo - quando sul trono sedeva un certo Pete Sampras.