Aveva denunciato la guerra in Ucraina Il dissidente Kara-Murza resta in cella, Mosca respinge il ricorso

SDA

14.5.2024 - 19:25

La Corte Suprema russa ha respinto l'appello dell'oppositore Kara-Murza contro la condanna a 25 anni di reclusione inflittagli per essersi schierato contro l'invasione dell'Ucraina. (Foto archivio)
La Corte Suprema russa ha respinto l'appello dell'oppositore Kara-Murza contro la condanna a 25 anni di reclusione inflittagli per essersi schierato contro l'invasione dell'Ucraina. (Foto archivio)
Keystone

Nessun passo indietro da parte del regime di Putin. La Corte suprema russa ha respinto l'appello di Vladimir Kara-Murza contro la condanna a 25 anni di reclusione per aver denunciato la guerra in Ucraina: la pena più dura finora imposta a un dissidente in Russia.

14.5.2024 - 19:25

Non sono bastate le dure critiche che l'Onu e numerosi Paesi occidentali hanno rivolto alla sentenza. E neanche la decisione della giuria del Pulitzer di premiare l'oppositore per i suoi editoriali sul Washington Post. La Corte suprema russa ha confermato in toto la condanna: una condanna di matrice politica, contro la libertà di espressione.

Il governo russo inasprisce ogni giorno di più la repressione politica, e all'inizio della guerra ha varato una legge bavaglio che prevede fino a 15 anni di reclusione per chi si schiera contro l'invasione o denuncia i raid sui civili in Ucraina. Ma con Kara-Murza il Cremlino ha usato una mano ancora più pesante, accusandolo addirittura di «alto tradimento» e condannandolo un anno fa a un quarto di secolo dietro le sbarre in un processo a porte chiuse.

«Tutta questa vicenda si fonda sulla negazione dei concetti stessi di diritto, giustizia, legalità», ha scritto Kara-Murza in un articolo sul Washington Post a inizio aprile. «Ma si basa anche su una rozza e cinica falsificazione, su un tentativo di considerare le critiche alle autorità come un danno al Paese, di presentare l'attività d'opposizione come tradimento».

Quasi tutti gli oppositori russi sono ormai in esilio o ingiustamente in carcere. Oppure sono morti, come nel caso di Alexey Navalny. Kara-Murza è detenuto in un penitenziario di massima sicurezza in Siberia, dove denuncia di essere costretto a trascorrere lunghi periodi in isolamento con motivi pretestuosi. E dopo la morte in carcere di Navalny, sua moglie Evgenia Kara-Murza ha detto di temere anche per la sua vita.

Si sospetta che Kara-Murza sia stato avvelenato due volte: nel 2015 e poi ancora nel 2017. Due episodi che secondo i suoi avvocati continuano ad avere ripercussioni sulla salute del 42enne. Kara-Murza era inoltre molto amico di Boris Nemtsov, l'oppositore ed ex vice premier ucciso nove anni fa su un ponte a pochi passi dalle mura del Cremlino.

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